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[Rimini] Altra toponomastica revisionista

Da anni il revisionismo opera secondo il trompe l’oeil della specularità fittizia. In particolare va di moda l’equiparazione “pacificatoria” fra partigiani e repubblichini, fra verità e menzogna, fra vittime e assassini.

Non riuscendo a cancellare la memoria della barbarie nazifascista, la destra attuale cerca di controbilanciarla e relativizzarla con trovate provocatorie e falsificanti. Per l’uccisione dei fratelli Govoni, che “innocenti” non erano, il processo si chiuse nel 1953 con quattro condanne all’ergastolo e altre pene minori. Per i tanti antifascisti torturati e uccisi, per le tante antifasciste torturate stuprate e uccise, per il cumulo di cadaveri prodotto dal Fascismo, l’amnistia del 1946 permise invece un bel colpo di spugna sulle responsabilità personali di tanti assassini. Ora a Rimini vorrebbero cointestare un parco ad antifascisti e repubblichini.

Comunicato stampa Anpi Rimini

Nei giorni scorsi abbiamo assistito al tentativo di parificare il sacrificio dei sette fratelli Cervi, fucilati dai fascisti nel 1943 a Reggio Emilia, ad una altro tragico episodio: l’uccisione dei fratelli Govoni, attraverso una manifestazione promossa dal consigliere comunale Barone del Pdl. Due dei fratelli Govoni, Dino e Marino, parteciparono come militari della Repubblica Sociale Italiana all’eccidio di Larghe di Funo, frazione di Argelato, (Bologna), dove vennero uccisi alcuni coloni, saccheggiate e bruciate le case, ennesimo episodio di una lunga catena di omicidi, rastrellamenti, fucilazioni e rappresaglie condotte dai fascisti. Dopo la guerra, alcuni partigiani della II brigata Paolo di Pieve di Cento si vendicarono di tale eccidio, andando oltre al comando impartito del Comitato di Liberazione Nazionale, uccidendo i sette fratelli Govoni.

Sull’episodio, crediamo sia giusto utilizzare le parole del nostro vicepresidente, Armando Cossutta, espresse al recente congresso nazionale Cgil, a Rimini: “La Guerra di Liberazione non è stata guerra civile. Non ignoriamo gli episodi drammatici; non li giustifichiamo, e li condanniamo. Ma sia ben chiaro una volta per tutte che sono episodi; gravi ma episodi e che il sangue dei vinti non riuscirà mai ad oscurare l’epopea della Resistenza”.

Ciò che ci stupisce, invece, è la richiesta del consigliere Barone al consiglio comunale di cointestare il parco f.lli Cervi anche ai f.lli Govoni. Questo richiesta la respingiamo come una provocazione, un volgare e strumentale tentativo di imitare il disegno di legge 1360 che nelle sue intenzioni voleva parificare partigiani e repubblichini. Nei mesi scorsi il Pdl locale ha tentato di voler intestare una via a Giorgio Almirante, successivamente l’attacco all’antifascismo del centro della Grotta Rossa, oggi questa richiesta. L’Anpi di Rimini vorrebbe capire la discrasia tra le dichiarazioni degli esponenti nazionali del Pdl che oramai hanno definitivamente abbandonato questi tentativi negazionisti del valore assoluto della Resistenza e invece il comportamento degli esponenti locali del Pdl, che continuano in questa valorizzazione degli esponenti del fascismo.

ANPI RIMINI

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