Nella sera di venerdì 29 marzo si è svolta a Padova una manifestazione di Forza Nuova. Immediatamente è stata organizzata una contromanifestazione che però, a differenza del corteo neofascista, non è stata autorizzata dalla Questura.
Il divieto, giustamente, non ha fermato le forze antifasciste, che hanno svolto comunque la contromanifestazione, mascherandosi tutte e tutti da “massaie” per irridere la visione della donna proposta da Forza Nuova, che sfilava davanti a striscioni con la scritta: “L’Italia ha bisogno di figli, non di aborti” – un chiaro attacco contro la legge 194 che dal 1978 consente l’interruzione volontaria di gravidanza.
La polizia ha caricato ingiustificatamente le/i manifestanti così farsescamente vestite/i, che avanzavano a mani alzate. Qui si può vedere un video dell’accaduto. Durante la carica le forze dell’ordine hanno fermato due ragazze, per poi portarle in Questura, identificarle e denunciarle per resistenza a pubblico ufficiale.
Sembrava che la vicenda si “limitasse” al favoreggiamento esplicito verso un movimento neofascista da parte degli organi di polizia, violenza gratuita contro manifestanti disarmati, nonché denuncia per due ragazze la cui unica colpa era di essere lì.
Invece, la mattina di domenica 31 marzo sul quotidiano “Il mattino” di Padova è comparso un articolo a firma del giornalista Enrico Ferro, in cui Maria, una delle due ragazze fermate e denunciate, veniva messa alla berlina perché contemporaneamente attiva nei centri sociali e insegnante di matematica in un liceo. Si è scatenata una gogna mediatica che non è ancora terminata. Proprio ieri si è espresso anche il Ministro dell’Inferno Matteo Salvini con un post sulla sua formidabile bacheca Facebook.
Diverse e diversi insegnanti hanno preparato una lettera di solidarietà che si può leggere e firmare a questo link. Invitiamo tutte e tutti a firmare e far circolare il documento il più possibile.