A volte ritornano… Così gli illuminati rossobruni di L.U.C.I., dopo aver cercato tre mesi fa di presentare al Centro Costa di via Azzo Gardino 48 un libro contro la società multiculturale in difesa della «razza bianca caucasica» minacciata, ahinoi!, addirittura di «estinzione»…, ora ecco che ritornano al Centro Costa sabato 4 maggio alle ore 19 per promuovere la proiezione di un film melenso e nostalgico che finge di opporsi al neoliberismo solo per propagandare il nuovo pensiero unico identitario e prima-gli-italiani…
Interverrà Eduardo Zarelli, fondatore di «Arianna Editrice», casa editrice d’area che pubblica Alain De Benoist, i teorici del sovranismo nazionalsocialista o sproloqui reazionari come Non celebro il 25 aprile per sette motivi di Marcello Veneziani…
Ecco lo scombiccherato rullo di tamburo con cui questi venditori di vecchie pentole ideologiche vorrebbero attirare un po’ di pubblico:
«Un documentario che rompe il silenzio sulle miserie della Globalizzazione, che coglie la Poesia dove ancora essa non appassisce, che regala squarci di paesaggi sbalorditivi violentati ogni giorno dalla distrazione e che vibra di accoramento di fronte alla resa imbelle del mondo contemporaneo».
Rompe il silenzio!? Ma dov’era il regista Michele Vietri negli anni Novanta quando la lotta contro la globalizzazione portava in piazza migliaia e migliaia di persone? Ce lo dice lui stesso: provava a fare carriera in RAI come «assistente di programma»…
Insomma, un film all’insegna della mediocrità e del sovranismo identitario, condito di quel «lusso spirituale» che Furio Jesi considera tipico della cultura di destra.
Invitiamo tutte e tutti a vigilare affinché queste iniziative pseudoculturali non si trasformino in occasioni oblique di propaganda xenofoba o di discorsi inaccettabili sulla «razza bianca caucasica» minacciata di «estinzione» o «sostituzione»…
E sarebbe importante riflettere sulla poca chiarezza e la scarsa attenzione che, anche negli ambienti di sinistra (vedi qui e qui), permette a iniziative rossobrune di mimetizzarsi e trovare margini di agibilità.
Per ulteriori segnalazioni: staffetta at riseup punto net.
Nessuno spazio al razzismo, nessuno spazio alla disumanità!
forse sarebbe meglio chiamarli rozzo-bruni!!!