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[BO] sab 20 lug h.21: ancora «Sentinelle» omofobe in Piazza San Domenico

Sabato 20 luglio alle ore 21, in Piazza San Domenico, tornerà a Bologna l’estrema destra integralista delle «Sentinelle in piedi» per la solita manifestazione d’odio contro gay, lesbiche e trans, proprio mentre in città la destra neofascista moltiplica le aggressioni squadriste contro gay e trans.

Il pretesto è il caso di Bibbiano, giacché le deportazioni di minori dalle loro famiglie sarebbero avvenute, secondo le «Sentinelle» dell’integralismo cattofascista, «per diffondere l’ideologia LGBT che in questa inchiesta ha mostrato il suo vero volto, quello violento e dispotico di chi è disposto a tutto per ottenere i propri scopi».

A noi pare che il caso di Bibbiano non consista propriamente nei presunti abusi sessuali, ma nel fatto che un sistema ipersecuritario di tutela dell’infanzia, considerato da tutti un modello per decenni, abbia prodotto ingiustizia, violenza e dolore come accade in tutti i sistemi securitari.

Oggi un’incredibile quantità di violenza di Stato si scarica su chi è socialmente più debole e i fascisti e i perbenisti sono spesso in prima fila a divulgare fandonie o urlare minacce e insulti.

Fra chi è socialmente debole vi sono anche i bambini di Bibbiano, figli di gente povera deportati in istituti e «famiglie affidatarie» solo per «sicurezza» e affari. E non è tanto diverso da altre deportazioni, in cui il PD e le destre si sono distinti da 20 anni a questa parte…

Oggi bambini e ragazzi stanno pagando un prezzo molto alto per quest’età spietata di autoritarismo, di «sicurezza», di paura, di deportazioni, di misoginia, di razzismo, di omofobia, di «Prima gli italiani» a cui anche le «Sentinelle» hanno contribuito in questi anni.

Riteniamo strumentale e gravemente diffamatoria la manifestazione delle «Sentinelle in piedi» e consideriamo inaccettabile che il dolore di bambini e famiglie venga sfruttato per una miserabile propaganda politica collaterale alle aggressioni omofobe di questi giorni.

Riteniamo inoltre inaccettabile che la Questura di Bologna, autorizzando questa manifestazione diffamatoria nei confronti del mondo LGBTQ, continui a contrapporsi al sentire diffuso di questa città: una città che rifiuta l’omofobia, il sessismo, il razzismo, l’antisemitismo, l’integralismo e l’islamofobia.

Invitiamo tutte e tutti alla vigilanza, alla resistenza e alla creatività antiautoritaria.

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