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Pourquoi l’Italie ne fait plus rêver les Africains

Sulla webzine panafricana di informazione Slateafrique, è uscito in francese un articolo molto interessante di Jamila Mascat che racconta agli africani nel mondo il razzismo quotidiano italiano e la sua costante banalizzazione da parte dei media e dei politici.

Racconta anche l’acceso dibattito sui collaborazionisti del neofascismo, provocato da un articolo di Femminismo a Sud. Poi informa l’uditorio web africano su Casapound, ForzaNuova, LegaNord e legislazione razzista.

Traduciamo solo le righe finali che pongono il problema del profondo degrado razzista che pervade gran parte della società italiana:

«Secondo l’UNAR (Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali) nel 2011 vi sarebbero state in Italia 1005 denunce di razzismo, una cifra sicuramente molto al di sotto della realtà. E secondo un’inchiesta effettuata dal comitato italiano dell’UNICEF, il 54% degli adolescenti di origine straniera dichiarano di aver subito un’esperienza di razzismo. Si può immaginare un numero ancora più elevato nel caso di nuovi immigrati. L’abitudine fa sì che la soglia di indifferenza sia diventata molto elevata anche per vittime di atti di razzismo.

Confesso che dinanzi al razzismo da stadio o da bottegai (il proprietario del bar dove bevevo regolarmente il mio cappuccino a Roma mi chiamava “negretta bella”), a volte tendo a pensare che tutto ciò sia troppo ridicolo per essere preso sul serio. Come prendere sul serio le centinaia di tifosi che lanciano il grido degli scimpanzé dagli spalti quando tocca la palla un giocatore nero della squadra avversaria?»

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