È morto il 3 agosto a Buenos Aires Giovanni Ventura. Era uno dei neofascisti che il 12 dicembre del 1969, di concerto con uomini dell’esercito e dei servizi segreti, organizzò ed eseguì l’attentato alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano che costò la vita a 17 persone e che portò all’omicidio dell’anarchico Giuseppe Pinelli scaraventato giù da una finestra della Questura tre giorni dopo.
Ventura è morto libero in Argentina. Come ha scritto il Mattino di Padova: «Era scappato perché sulla sua testa pendeva un ergastolo (poi cancellato), quello della sentenza di primo grado della Corte d’Appello di Catanzaro del 1979. Anche Freda, come altri neofascisti in seguito anche perché protetti e foraggiati dallo Stato, in carcere non rimase a lungo, riuscendo a nascondersi in Costa Rica».
Tanto per dare una vaga idea della testa di questa gentaglia, ecco un brano a caso di un volantino di rivendicazione del neofascismo stragista: «Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi ora, in qualsiasi luogo, dove e come ci pare. Vi diamo appuntamento per l’autunno: seppelliremo la democrazia sotto una montagna di morti».
A quanto pare, con i soldi dei contribuenti.