Su «Carmilla» si può leggere oggi una riflessione sull’attualità della strage di Bologna e sulla continuità tra il piano di rinascita democratica della P2 di Licio Gelli – concentrazione dei media, infiltrazione e stravolgimento di partiti e sindacati, trasformazione del sistema politico e istituzionale italiano in repubblica presidenziale e quindi trasferimento dei poteri legislativi a un esecutivo forte – e le aspirazioni oligarchiche dell’attuale governo italiano in cui il «centrosinistra» siede al governo assieme con gli eredi delle peggiori cosche e logge di questo paese. Né è un caso che questa mattina il sindaco Merola abbia strumentalizzato l’occasione per difendere… la TAV e la presidente Boldrini abbia abilmente difeso le istituzioni e il governo Letta…
Quasi settant’anni di quasi democrazia. Anzi, per nulla.
di Nico Macce
Il 2 agosto 1980 è la data che viene segnata dalla peggior strage avvenuta in Italia dal secondo dopoguerra. Alla stazione di Bologna morirono 85 persone dilaniate da un ordigno collocato nella sala di seconda classe e furono oltre 200 i feriti. A tutt’oggi è rimasta inascoltata la domanda di verità che i parenti delle vittime e un’intera città chiedono con forza a uno Stato sordo e volutamente reticente. E ogni anno si rinnova questa richiesta, ritorna in piazza una protesta sacrosanta verso le autorità del momento, che tanto parlano ma nulla fanno. Il segreto di Stato rimane la pietra tombale su questa e altre vicende. Continua a leggere su Carmilla.