Dopo decenni di depistaggi e omertà sulle stragi, ecco un’ennesima provocazione delle alte gerarchie istituzionali. Sembra che a rappresentare il governo sul palco del 2 agosto sarà il sottosegretario Claudio De Vincenti, il «sottosegretario che tifa inquinamento».
Nel 2013 si scopriva che la centrale termoelettrica a carbone Tirreno Power di Vado Ligure aveva emissioni fuori norma che provocavano tumori nel territorio circostante, ma i dati restarono coperti dal segreto istruttorio. Quei veleni pare abbiano ucciso oltre 400 persone e fatto ammalare oltre 2.000 adulti e centinaia di bambini.
De Vincenti ovviamente non è indagato, ma le intercettazioni mostrano che fu lui a pensare il modo «per aggirare le prescrizioni ambientali» e a organizzare la stesura di una «norma ad hoc». «Una porcata», che «pulita non potrà mai essere», al punto da far dire a due dirigenti del Ministero dell’Ambiente di sentirsi «le mani lorde di sangue», perché quella leggina è scritta «direttamente» dai vertici dell’azienda inquinatrice.
Intanto De Vincenti pensava anche al depistaggio predisponendo «un’ispezione del Csm per bloccare il titolare delle indagini»…
Ora a noi pare che la cosa sia molto semplice. Se la strage è di Stato, i rappresentanti dello Stato non dovrebbero avere alcun diritto di stare sul palco del 2 agosto. Se lo Stato ha intralciato e intralcia la verità, fischiare i suoi rappresentanti è sempre stata una forma di rispetto per i morti.
La sola verità che abbiamo è affidata a vecchi slogan impolverati ma non per questo meno esatti:
«Le bombe nelle piazze, / le bombe nei vagoni, / le mettono i fascisti, / le pagano i padroni».
«Stazione di Bologna / si sa chi è stato / strage fascista / strage di Stato».
Ora e sempre resistenza!