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[BO] gio 11 apr h.21: Contest musicale antirazzista
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– Aprile 2, 2019
[FI] “Orso nel cuore e nella nostra testa, ogni goccia diventerà tempesta”, report e foto dal corteo
Oltre 5000 mila persone hanno sfilato ieri per le vie di Firenze in memoria di Lorenzo Orsetti “Orso”, nome di battaglia Tekoser, combattente Ypg partito dall’Italia e morto negli ultimi giorni della battaglia di Al Bagous, in Siria, che ha visto la sconfitta dell’Isis nell’ultimo villaggio che controllava a est dell’Eufrate. Con in testa le due grandi foto di Orso e di Giovanni “Hiwa Bosco”, bergamasco, anch’egli combattente Ypg, caduto lo scorso dicembre, la manifestazione è partita da piazza Leopoldo dopo aver osservato un minuto di silenzio per tutti i martiri del Rojava, è passato sotto casa di Tekoser ed è terminato al parco della Fortezza da Basso. “Orso è vivo e lotta insieme a noi” e “Orso nel cuore e nella nostra testa, ogni goccia diventerà tempesta” sono due dei cori risuonati più volte.
C’eravamo anche noi del Nodo sociale antifascista Continued…
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– Aprile 1, 2019
[BO] 25 aprile corteo contro tutti i fascismi!
25 aprile 2019: corteo ore 10 da piazza dell’Unità.
Incontro pubblico martedì 16 aprile alle 18.00
a Vag61 in via Paolo Fabbri 110
Contro tutti i fascismi. Per una società di uguali e liber*!
25Aprile perché non abbiamo bisogno di celebrare ricorrenze ma di batterci attivamente contro tutti i fascismi, contro il razzismo, il sessismo e lo sfruttamento.
25Aprile perché l’opposizione collettiva alle politiche autoritarie, oscurantiste, nazionaliste e antisociali del governo Lega-M5s è giusta e necessaria.
25Aprile perché non abbiamo alcuna intenzione di rassegnarci alla legge Salvini, al ddl Pillon, alle sparatorie-sempre-legittime, all’offensiva sull’aborto e alle altre barbarie in salsa gialloverde. Continued…
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– Marzo 30, 2019
Medya Cinar, 24 anni, si toglie la vita per protesta nelle carceri turche
Un’altra prigioniera curda si toglie la vita per protesta nelle carceri turche…
MEDYA CINAR, LIBERA ALLA FINE
di Gianni Sartori
Il 25 marzo un’altra prigioniera politica, Medya Cinar, ha messo in atto l’estrema protesta, il suicidio, contro l’isolamento imposto a Ocalan e contro la politica repressiva di Ankara.
Mentre oltre settemila prigionieri curdi sono in sciopero della fame (e il governo rimane del tutto impassibile alle richieste), già quattro di loro – nell’arco di un sola settimana – hanno radicalizzato la protesta ponendo fine volontariamente alla vita stessa. Continued…
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– Marzo 26, 2019
Un’altra prigioniera politica curda si toglie la vita per protesta
E anche di questo i media non parleranno… Riceviamo e condividiamo un intervento di Gianni Sartori.
UN’ALTRA PRIGIONIERA POLITICA CURDA – ZEHRA SAGLAM – SI È DATA VOLONTARIAMENTE LA MORTE PER PROTESTA
di Gianni Sartori
Come temevo, tre non sono bastati. Un’altra prigioniera politica curda in sciopero della fame si è tolta la vita.
Rinchiusa nella prigione di tipo T a Oltu (provincia di Erzurum) Zehra Saglam (amareggiata – ipotizzo – per la scarsa, quasi nulla visibilità che a questa lotta – e alle ragioni di tale lotta – viene data dai media) ha inteso così levare la sua estrema protesta. Come il giorno prima aveva deciso un’altra prigioniera, Ayten Becet.
Un inciso personale, lungo. Questo non è un commento, tantomeno un articolo, ci mancherebbe. Nemmeno un necrologio. Vorrebbe essere – questo sì – un’invettiva contro tutti coloro che, potendo darne notizia, fingono di ignorare l’orrore di quanto sta accadendo e di cui i suicidi di protesta, tre in una settimana (il 17 marzo Zulkuf Gezen, il 23 marzo Ayten Becet, più un altro militante – Ugur Sakar – che si era immolato col fuoco in febbraio e che è morto in questi giorni), rappresentano solo la punta dell’iceberg. Continued…
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– Marzo 25, 2019
[TO] sab 30 e dom 31 mar: iniziative contro sgomberi e repressione
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– Marzo 25, 2019
[BO] Due iniziative sulla Resistenza all’Istituto Parri
Riceviamo e condividiamo l’annuncio di due iniziative che si terranno in aprile presso l’Istituto Storico Parri di Via Sant’Isaia 18.
Buongiorno,
vi invitiamo a due iniziative dell’Istituto Parri di Bologna.
Giovedì 11 aprile, alle 17.30 si terrà presso la nostra sede (via Sant’Isaia 18) l’iniziativa:
Resistenza e dopoguerra. Tra ricerca e dibattito pubblico
Intervengono: Roberta Mira, Luca Baldissara, Paolo Capuzzo e Giacomo Manzoli, conduce Alberto Preti.
Giovedì 18 aprile, alle 16.30, presso la nostra sala Ex Refettorio (via Sant’Isaia 20, ingresso Museo della Resistenza) si terrà l’iniziativa:
Francesco “Checco” Berti, presidente partigiano. Dalla Resistenza all’impegno civile
Proiezione di film amatoriali girati da Francesco Berti in occasione di eventi pubblici con Ferruccio Parri, Giuseppe Dozza e altre figure istituzionali; intervengono: Ugo Berti Arnoaldi Veli, Brunella Dalla Casa, Massimo Mezzetti, Giacomo Manzoli e Alberto Preti; performance artistiche a cura di studenti del Liceo Arcangeli e del Liceo Galvani.
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– Marzo 25, 2019
[BO] dom 14 apr h.10: Trekking Antifa verso Sabbiuno di Piano
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– Marzo 25, 2019
Lotta di classe e per l’ambiente in India
Oggi le ragioni dell’internazionalismo e della rivolta sono più forti che mai. Perché capitalismo e neoliberismo portano ovunque le medesime cose: devastazione ambientale, sfruttamento, fascismo e morte…
LOTTA DI CLASSE E PER L’AMBIENTE IN INDIA
di Gianni Sartori
Gli scontri di lunedì 18 marzo tra manifestanti e vigilantes della Vedanta Limited hanno causato altre due vittime. Vedanta Limited – ricordo – è una filiale indiana della società britannica Vedanta Resources, proprietà del miliardario di origini indiane Anil Agarwal.
Gli abitanti di Rengalpali, Bandhaguda, Kothajuar e altri villaggi si erano radunati per protestare contro l’espansione (e gli inevitabili “danni collaterali”) della fabbrica di alluminio del gigante minerario nell’Odisha. In cambio chiedevano almeno, come modesta riparazione, posti di lavoro per le famiglie dei desplazados (sfollati a causa dei lavori di ampliamento).
Il servizio di sicurezza aveva reagito con estrema violenza al tentativo della folla di forzare i cancelli per entrare nello stabilimento.
Si tratta dei membri della Odisha Industrial Security Force, forza di polizia ausiliaria ufficialmente alle dipendenze della Stato, ma che – di fatto – agisce come una polizia privata al servizio di industriali e proprietari di miniere.
Un manifestante è rimasto ucciso e diversi altri feriti, alcuni gravemente.
Negli scontri successivi l’esasperazione degli abitanti provocava la distruzione e l’incendio del posto di guardia. In tali frangenti anche un poliziotto aveva perso la vita.
Nemmeno un anno fa (il 23 maggio 2018) la polizia aveva sparato contro i manifestanti radunatisi a migliaia davanti ad una altra azienda della Vedanta (lo stabilimento Sterlite per la produzione di rame) nello stato del Tamil Nadu.
Sul terreno erano rimasti ben 13 morti (tra cui una ragazza di 17 anni) e una sessantina di feriti.
La popolazione della città di Thoothukudi chiedeva la chiusura della fabbrica che inquina pesantemente sia l’aria che l’acqua in tutto il territorio circostante.
Gianni Sartori
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– Marzo 24, 2019
Morire per il Kurdistan: Ayten, Zulkuf, Ugur…
Certo, di questo i media non parlano. Anzi, oggi la PRIMA notizia di “Repubblica” è che Veltroni ci rassicura che la sinistra c’è e difenderà i diritti…
MORIRE PER IL KURDISTAN: AYTEN, ZULKUF, UGUR…
di Gianni Sartori
Per il momento sono tre. Ma, continuando con il clima che avviluppa la tragica vicenda (sono ormai migliaia i curdi in sciopero della fame), esiste il fondato timore che la lista sia destinata ad allungarsi.
La notizia è del 23 marzo. Ayten Becet (di 24 anni, in prigione da sei) si è data volontariamente la morte nel carcere di Gezbe per protestare contro l’isolamento imposto a Ocalan.
Le autorità turche hanno già provveduto a portar fuori dalla prigione il corpo della prigioniera politica trasportandolo in una località sconosciuta dove, presumibilmente, verrà sepolta di nascosto. Il regime infatti vuole assolutamente evitare che ai funerali possano presenziare migliaia, decine di migliaia di curdi per esprimere solidarietà ai prigionieri e severa condanna per lo Stato turco che assiste impassibile al mortale stillicidio.
Del resto è quanto è accaduto anche dopo la recente morte di un altro prigioniero (ancora un suicidio di protesta per lo stesso motivo: fine dell’isolamento e liberazione dei prigionieri politici), Zulkuf Gezen. Anche i suoi funerali (già si preannunciavano ampie mobilitazioni) si sono svolti privatamente e vi hanno potuto partecipare solo pochi familiari.
Come dicevo, al momento sono già tre i militanti curdi deceduti per aver messo in pratica il suicidio di protesta dall’inizio dello sciopero della fame. Infatti il 22 marzo è deceduto anche Ugur Sakar che il 20 febbraio si era immolato con il fuoco davanti al tribunale di Krefeld, in Germania.
Ugur, attivista curdo di 43 anni, è deceduto in una clinica di Duisburg – dopo un mese di agonia – per le gravi ustioni riportate.
Oltre che per l’isolamento imposto al fondatore del PKK, intendeva protestare per la repressione subita dal movimento curdo in Germania e per l’indifferenza – sorda e cieca – sinora dimostrata dall’opinione pubblica.
Gianni Sartori
Posted in General.
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– Marzo 24, 2019