In seguito al nostro post "Nazi-lance:
brutta propaganda alla scuola di giornalismo" ci è pervenuta la
risposta del settimanale La Stefani che riportiamo di seguito
In merito al vostro comunicato teniamo a precisare che accogliamo con
interesse qualunque critica gli articoli del nostro settimanale, ma
riteniamo inaccettabili generalizzazioni prive di fondamento. La Stefani
non è assolutamente un "organo di propaganda", né tanto meno un
"giornale di regime".
Al contrario, basterebbe leggere più attentamente il nostro settimanale
per rendersi conto che, fin dalla sua nascita, la testata della Scuola
di Giornalismo si è distinta per l’attenzione ai temi sociali e ai
valori democratici e antifascisti.
La Stefani
Crediamo di essere stati fraintesi. Il nostro post non definisce La
Stefani come «organo di propaganda» o «giornale di regime». L’oggetto
della nostra critica è piuttosto in generale l’etica giornalistica
contemporanea e in particolare quella di chi ha scritto i due articoli
in questione.
Al di là di ciò, ci fa indubbiamente piacere che la testata della Scuola
di Giornalismo, istituzione pubblica che afferisce alla Facoltà di
Lettere e Filosofia dell’ateneo bolognese, si dichiari attenta ai valori
antifascisti.
Non possiamo che continuare a rilevare, tuttavia, che la benevolenza con
cui in quegli articoli, tutt’ora integralmente on line, si tratta di
gruppi musicali che inneggiano al Duce e alla violenza xenofoba e
omofoba con detti valori sia nettamente in contrasto. (Nodo Sociale Antifascista – Bologna)