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Ordinari deliri repressivi


A Genova una trentina tra anarchici e antirazzisti ha organizzato un presidio davanti al Palazzo di Giustizia in solidarietà con un attivista a rischio di «sorveglianza speciale», per aver partecipato a una serie di contestazioni contro la presenza delle pattuglie miste forze dell’ordine-militari e contro esponenti politici di centro-destra (Lega Nord, La Destra e Pdl).

A Milano i neofascisti mettono una taglia in euro per chi s’incarica di picchiare due attivisti di sinistra del Liceo classico Manzoni. L’appello a menare dietro compenso è comparso su un sito web di area neofascista ed è poi stato fatto sparire. Forza Nuova, che davanti al Manzoni ha inscenato di recente una «disinfestazione dalle zecche» contro gli studenti del collettivo, come al solito pubblicamente fa finta di dissociarsi e minimizza l’episodio: «Sarà l’iniziativa di qualche svitato – dice il portavoce Marco Mantovani – non è gente nostra». Uno dei due ragazzi minacciati per nome dai neofascisti ha dichiarato: «Le minacce da far west sono frutto di un clima che negli ultimi mesi si è respirato a Milano anche grazie alle istituzioni, che hanno addirittura patrocinato le iniziative dell’estrema destra». Il Coordinamento dei collettivi è solidale con i minacciati: «Le scuole – si legge in una nota – ripudiano razzismo e fascismo».

A Napoli intanto Forza Nuova mette sul web comunicati intimidatori contro il Pride gay transessuale e lesbico.

A Lucca quattro Bulldog – il branco di neonazisti che insanguina la città – sfondano la porta e irrompono in una birreria in cui era stato negato loro l’ingresso perché la settimana prima avevano lanciato petardi nel locale. A farne le spese è un giovane avventore incolpevole, Sasha Lazzareschi: cento punti di sutura in faccia e la perdita di un occhio. Due Bulldog arrestati, due indagati, ma Lucca tace. Dalle istituzioni neppure una parola: «C’è una strana volontà di rimuovere». Oggi i neonazisti, quando trovano istituzioni tolleranti o complici che magari «patrocinano» le loro iniziative, possono mutare il clima di una città anche solo con violenze e intimidazioni da balordi.

Per disciplinare la società, oltre ai neonazisti, sono ora venuti di gran moda i TSO. A Comacchio il 28 maggio un uomo di 34 anni è stato oggetto di inseguimento spettacolare e allarme cittadino. Sono bastate un paio di segnalazioni che indicavano l’uomo come responsabile di aver bestemmiato in chiesa e di essersi poi recato davanti a un bar dove si sarebbe esibito, pare, in strane mosse tipo quelle delle arti marziali: ed ecco, come hanno scritto i giornali, «un pericolo pubblico di cui avere paura». I vigili gli notificano il TSO, controfirmato dal sindaco la mattina stessa. L’uomo riesce a sottrarsi ai vigili procurando a una vigilessa la frattura della mandibola, sfugge anche a un carabiniere che tenta di neutralizzarlo con lo spray al peperoncino e riesce così a rifugiarsi nella propria abitazione. Segue per circa 25 ore l’assedio alla casa da parte di una ingente congerie di poliziotti, vigili urbani, sanitari della Croce Rossa, vigili del fuoco. Tutta la strada viene subito isolata con incredibile dispiegamento di forze e sono interrotte le utenze di gas, luce, acqua e telefono. Infine, il comandante provinciale dei Carabinieri, visti i segni di cedimento dell’assediato, ha dato carta bianca ai reparti speciali dei GIS, una ventina di «specialisti» arrivati appositamente da Livorno, che hanno fatto irruzione nella casa popolare sfondando la porta d’ingresso in un tripudio di lacrimogeni. Così, l’uomo è stato immobilizzato, sedato e portato di peso in una struttura psichiatrica, in stato di arresto per «resistenza e lesioni», e a rischio di internamento in ospedale psichiatrico-giudiziario per la sua «accertata pericolosità sociale».

Come nota anche Femminismo a Sud, oggi TSO ed elettroshock ridiventano modalità «terapeutiche» per curare la libertà e l’autodeterminazione personale.

Ovviamente, questi spettacoli non sono mirati soltanto alla vittima sacrificale (la persona su cui viene messa una taglia, emesso un provvedimento di sorveglianza, emanato un TSO), ma sono fatti anche e soprattutto perché la gente veda: chi è attorno deve subire l’intimidazione indiretta, non manifestare solidarietà, aver chiaro che il Potere non minaccia invano. Si può fare resistenza in mille modi, anche con i gesti più banali, più quotidiani.

Posted in Generale.


One Response

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Continuing the Discussion

  1. REPARTO N° 6 linked to this post on Giugno 8, 2010

    Per disciplinare la società, oltre ai neonazisti di recente molto attivi nei loro atti squadristi, sono ora venuti di gran moda i TSO. A Comacchio il 28 maggio un uomo di 34 anni è stato oggetto di inseguimento spettacolare e allarme c