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[BO] sab 12 giu h.10-16: per rilanciare il primo marzo dalla parte dei migranti


Sabato 12 giugno dalle 10 alle 16, presso il Locomotiv Club di via Serlio 25/2, i comitati per lo sciopero del Primo Marzo invitano tutt* a un’assemblea per costruire una mobilitazione permanente a favore dei diritti dei migranti, contro la legislazione razzista, il “pacchetto sicurezza”, la sanatoria truffa, i CIE e i respingimenti. Perché quello del Primo Marzo non sia una ricorrenza, ma un movimento.

Per rilanciare il primo marzo dalla parte dei migranti

Il primo marzo è stato un giorno importante in decine di città italiane. In molti posti si sono visti raduni antirazzisti con la partecipazione di centinaia di migranti e italiani insieme, di realtà presenti da anni sul territorio e nuove persone che hanno reso il primo marzo una novità per le mobilitazioni dei migranti e antirazziste. In numerose città grandi e piccole, la parola dello sciopero e il riferimento al lavoro che essa evocava sono diventati centrali. Questo ha prodotto significative esperienze di sciopero, in alcuni casi organizzate, in altri individuali, che hanno coinvolto fabbriche, cooperative di servizi, cantieri edili. Esperienze diffuse che indicano un potenziale e non vanno perse: dopo il primo marzo sappiamo che qualcosa di nuovo è possibile.

Bologna è stata, insieme a Brescia, Milano e Napoli, tra le piazze italiane che hanno visto la partecipazione più grande, fino a trasformare un presidio in un grande e rumoroso corteo che ha attraversato la città. Questo è stato anche il frutto dell’intuizione di fare di Bologna un appuntamento regionale, che ha visto la partecipazione di altre città come Reggio Emilia, Imola, Parma, Modena e non solo. Inoltre, a Bologna si sono avuti percorsi ed esperienze di sciopero tra le più significative, che hanno avuto un’eco nazionale. Ciò ha fatto sì che un vasto movimento abbia saputo coinvolgere il mondo del lavoro, l’associazionismo, singoli uomini e donne: è stata una grande giornata con i migranti e dalla parte dei migranti, contro il razzismo istituzionale e la legge Bossi-Fini. Una giornata che ha travolto le solite pratiche della mobilitazione antirazzista e che chiede ora un passo in avanti.

Il primo marzo nella piazza di Bologna gli interventi hanno coinvolto i rappresentanti delle realtà che hanno preso parte alla mobilitazione ma anche i lavoratori delle fabbriche in sciopero e decine di migranti che hanno preso la parola per tutto il giorno. Mentre italiani e migranti insieme hanno spiegato che il razzismo istituzionale e il contratto di soggiorno sono una minaccia per la libertà di tutti, è emersa con forza la necessità di dare una risposta all’emergenza prodotta dalla crisi economica e dalla legge Bossi-Fini. Oggi migliaia di migranti rischiano ogni giorno di perdere il permesso di soggiorno a causa della crisi e della perdita del lavoro. Per altri è impossibile essere assunti o viaggiare perché le questure impiegano tempi lunghissimi per rinnovare il permesso, lasciando i migranti con in mano una ricevuta che non vale niente. Assistiamo così ad una cladestinizzazione di massa, mentre è impossibile per chi è irregolare regolarizzarsi, se non aspettando la farsa del solito decreto flussi. Intanto, per migliaia di migranti la sanatoria si è già trasformata in una truffa: dopo aver pagato 500 euro allo Stato (e spesso molti di più a presunti datori di lavoro) per presentare la domanda, i datori di lavoro rifiutano l’assunzione e diverse questure stanno scartando le domande presentate da chi ha subito un’espulsione. Così, la sanatoria diventa una schedatura di massa. Il risultato non è l’espulsione di fatto, ma la formazione di rigide gerarchie sociali che separano regolari e irregolari, migranti e italiani, minacciando le libertà di tutti, come dimostrano i tentativi visti anche a Bologna di impedire l’accesso agli asili nido dei figli degli irregolari, mentre in tutta Italia l’accesso ai nidi diventa sempre più un privilegio per pochi.

Diceva Gandhi, “se qualcuno fa qualcosa per me senza di me, lo fa contro di me”. Per questo dopo il primo marzo, noi pensiamo che non esista antirazzismo se non si affrontano questi nodi. Non vogliamo attendere il prossimo primo marzo. Ci sono cose per le quali è necessario agire subito, non disperdere la grande energia mostrata, far crescere il movimento dal basso, rendendo visibile ancora una volta nelle piazze il protagonismo dei migranti e degli italiani insieme per una lotta comune. Per questo, come comitato primo marzo Bologna rivolgiamo a tutti i comitati, gruppi, associazioni e singoli che condividono questa urgenza, in particolare a quelli che con noi sono stati in piazza il primo marzo, un invito a discutere con noi su questi temi. Per costruire una mobilitazione che abbia al centro la questione della sanatoria truffa e della regolarizzazione; il congelamento dei permessi di soggiorno e la cancellazione del legame tra permesso e lavoro (“contratto di soggiorno”); la fine dei respingimenti e la chiusura dei CIE. Su queste basi si può rilanciare il primo marzo dei migranti e dalla parte dei migranti.

ASSEMBLEA – SABATO 12 GIUGNO ORE 10-15
PRESSO IL LOCOMOTIV CLUB – VIA SERLIO 25/2, Bologna

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