Eppure qui a Bologna qualcuno di costui serba un bel ricordo
Luca Telese è forse l’archetipo dell’intellettuale da seconda repubblica. Quello capace di sfarfallare senza scrupoli e rimorsi da un campo all’altro con la leggerezza di una falena attirata dal falò della vanità, e dall’odore dei soldi.
Dice d’essere un comunista libertario e d’aver iniziato la sua carriera in un qualche ufficio stampa del PRC, poi però, dopo essere passato per l’Italia Settimanale, chissà come e chissà perchè arriva al Giornale di Berlusconi. Dopo tanto anonimato nel 2006 fiuta l’aria e col tempismo di cui non fanno mai difetto gli opportunisti si tuffa nella corrente del “pansismo” e pubblica “Cuori neri”, un bel tomo sui “martiri” del neofascismo che, forse perchè scritto da “uno di sinistra” gli regalerà la tanto agognata notorietà. Oltre che un bel tour di presentazione in quasi tutte le fogne d’Italia. A questo punto il nostro eroe gioca bene le sue carte, capisce che questo è un treno che non passa due volte e stringe un fruttuoso sodalizio con lo stesso Pansa. I due si presentano i libri a vicenda, si citano e si promuovono l’un l’altro. E il caso vuole che sia stato proprio in una di queste occasioni pubbliche che le nostre strade si sono incrociate la prima volta. Quando andammo a contestare Pansa a Reggio Emilia ce lo ritrovammo in prima fila, all’epoca ancora non collegavamo la faccia al nome, e ce lo ricordiamo anche, nei giorni seguenti, vomitarci addosso insulti e difendere a spada tratta il suo mentore. Pansa lo storico, Pansa il coraggioso, Pansa l’anticonformista… solo che il tempo passa, il vento cambia direzione e con lui cambia pure il colore delle casacche. Fatto sta che Telese l’anno scorso fa nuovamente il salto della quaglia e dal quotidiano più berlusconiano che ci sia passa a quello antiberlusconiano per antonomasia, il Fatto Quotidiano. Altro direttore, altri lettori, altro target e, a giudicare dall’articolo pubblicato oggi a pagina 14, altri amici. L’occasione del voltafaccia che più ci incuriosisce è, però, la pubblicazione dell’ennesimo libro (che palle) di Pansa. Scopriamo così per Telese quello che qualche anno fa era considerato un faro della storiografia oggi è diventato: uno scrittore che mette da parte la storia per virare sulle sue ossessioni tanto che la sua saga revisionista viene declassificata a prodotto difficilmente incasellabile nei generi letterari. Un po’ romanzo, un po’ feuilleton, un po’ pamphlet… Chissà come ci sarà rimasto il buon Pansa, ma è risaputo che ognuno c’ha gli amici che si merita e chi di voltafaccia ferisce…