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Restyling leghista?

Si direbbe che, con la crisi della destra di governo, i vertici della Lega Nord cerchino di ripulire la loro immagine pubblica dal razzismo ostentato di questi anni. Prima Renzo Bossi detto «il trota» (quello del gioco «Rimbalza il clandestino») ha fatto un viaggio promozionale in Sicilia, immortalato da rotocalchi come «Diva e Donna», facendo finta di recuperare le proprie «radici meridionali» e «partigiane». Poi Manes Bernardini ha presenziato il 21 aprile alla cerimonia che commemora la liberazione di Bologna dal nazifascismo. Ora giunge la lieta notizia che il concorso per Miss Padania sarà aperto anche a ragazze meridionali o straniere purché residenti al Nord da almeno dieci anni. Sono segni di un partito in fase terminale che cerca future alleanze a sinistra? Qualche tempo fa Bersani aveva dichiarato che «la Lega non è razzista». Fra poco i leghisti ci diranno che sono sempre stati di sinistra.

Ma c’è almeno un dato che li smaschera. Le leggi razziste sull’immigrazione firmate dapprima da Turco e Napolitano, poi da Fini e Bossi. Le centinaia di migliaia di cadaveri inghiottiti dal Mediterraneo perché una legge ha impedito loro di prendere un normale biglietto. I rastrellamenti. I campi di detenzione. Le deportazioni. Le sofferenze, le agonie, la disperazione, le morti, le stragi che quelle leggi hanno prodotto. Certo, sono leggi feroci volute e votate a suo tempo da tutto il ceto politico italiano, da Fini a Nichi Vendola, ma la Lega Nord ne ha fatto un caposaldo della sua propaganda d’odio.

C’è un dato che ci fa vedere i leghisti per quello che sono. Ed è la «base» educata dai dirigenti alla piena legittimità della violenza xenofoba. A Vazzola nel Trevigiano è stata lanciata qualche giorno fa una bombola di gas vuota contro la vetrata di un albergo che avrebbe dovuto ospitare trenta profughi libici, e sono stati diffusi volantini di minacce contro l’albergatore. Cosa dicono i dirigenti locali della Lega Nord? «Comprensibile clima di esasperazione». Gentilini dichiara: «Ho sempre detto che il peggio deve ancora arrivare. Temo che se continua questa situazione ci possano essere rigurgiti di guerra civile. Quindi richiamo le autorità governative e regionali a prendere coscienza di questo fenomeno che porta personaggi dell’Africa a soggiornare nel nostro territorio». Più sfuggente Gianantonio Da Re, segretario provinciale della Lega, che commenta: «Se condanno il gesto? Lo condanno perché c’è stato un danneggiamento a una proprietà privata. Ma i sindaci fanno bene a rifiutare l’accoglienza, perché coi bilanci che si ritrovano non possono permettersi di spendere energie per gli africani».

Oggi alla Lega Nord bisogna togliere tutto il terreno possibile: culturale, civile, politico, sociale, verbale…

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