A Pescara è stato denunciato per “manifestazione non autorizzata” il fondatore su Facebook del gruppo “Non vogliamo Emilio Fede a Pescara” poiché aveva invitato i suoi “amici” di Facebook a ritrovarsi in piazza davanti all’ingresso di un premio di bellezza, dove proprio Emilio Fede presiedeva la giuria. Ovviamente, il reato è contestato in base al Testo unico di Pubblica Sicurezza del 1931, il fascistissimo codice Rocco.
A Bologna due antifascisti che avevano partecipato a un presidio contro CasaPound affollatissimo e senza incidenti, hanno ricevuto un bel foglio di via dalla Questura. Così ne dà notizia il “Corriere”, senza nemmeno una timida riflessione “democratica”: «Nei mesi scorsi scesero in piazza per protestare contro Casapound, l’associazione di estrema destra vicina a Forza nuova, ora dovranno lasciare Bologna. La Questura ha infatti emesso per loro, due antagonisti residenti sotto le Due Torri, un foglio di via, ovvero l’apposita procedura che impone il divieto di rimettere piede a Bologna a persone giudicate pericolose» (vedi anche Indymedia ER e Zic).
Senza dubbio, la cosiddetta “libertà di espressione” è una libertà formale sempre più condizionata ai capricci istituzionali del momento. Con la crisi, a beneficiarne sono ora soprattutto neonazisti, neofascisti, casapoundisti, nazionalisti cristiani e ogni risma di predicatori d’odio razzista, liberi di esprimere la loro miseria e violenza…
Ad esempio, in Ungheria si è tenuto un funerale pubblico con onori militari apertamente nostalgici e antisemiti per un criminale di guerra nazista. Sandor Képiro, ex ufficiale della Csendorség (Gendarmeria), accusato dell’eccidio di oltre 1200 ebrei e partigiani a Novi Sad nella Jugoslavia occupata dai nazifascisti durante la seconda guerra mondiale, morto il 3 settembre scorso, è stato sepolto in una solenne cerimonia fra divise nazi conservate in naftalina e quelle della Magyar Gàrda, la milizia razzista vicina a Jobbik (vedi le foto su Repubblica).