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«Stato & Potenza»: i rosso-bruni vicini al Nazionalcomunismo russo

«Stato & Potenza» è un’organizzazione rosso-bruna che coniuga fascismo e antimperialismo. Prende nome da un libro di Gennadij Andreevic Zjuganov, segretario del Partito Nazional Comunista russo. E non è certo un caso che esso sia stato tradotto in italiano dalle neonaziste «Edizioni all’Insegna del Veltro» di Parma.

Può sorprendere che militanti pseudo-comunisti e fascisti riescano a trovare linee comuni d’intesa, ma ciò si deve al teorema delirante secondo cui «il nemico del mio nemico è mio amico»: basta essere tutti antistatunitensi o antimperialisti per accettare una bella ibridazione di socialismo e nazionalismo, di lotta di classe e razzismo, di terzomondismo e antisemitismo, di sol dell’avvenire e fantasie complottiste.

È un gioco delle tre carte fondato sul fatto che non si dice mai nulla di concreto sulla propria idea di società, ma solo sul Nemico da combattere, identificato sempre e solo con le banche, l’usura, il capitale finanziario, l’imperialismo sionista-statunitense, ecc., che «strangolano le nazioni».

Non sorprende allora che il direttore responsabile di «Stato & Potenza» (statopotenza.eu) abbia organizzato diversi convegni revisionisti sulle foibe che hanno visto la partecipazione di esponenti di Fiamma Tricolore. Egli appare anche in rapporto con esponenti del Veneto Fronte Skinhead. Collabora inoltre con l’editrice «Settimo sigillo» e «Arianna editrice», appartenenti all’area del cosiddetto «comunitarismo». Infine, ha rapporti con la radio russa in lingua italiana, gestita in modo ufficioso dal ministero degli esteri russo.

«Stato & Potenza» lavora al fianco del «Coordinamento Progetto Eurasia», fra i cui vertici vi è anche un ex dirigente di Rifondazione Comunista, espulso qualche mese fa dal partito dopo aver partecipato come moderatore a dibattiti organizzati da associazioni di estrema destra, sempre di ambito «comunitarista».

Così, proprio per la loro strategia mimetica, i neofascisti «comunitaristi» amano il sincretismo ideologico e non apprezzano di essere riconosciuti per quello che sono: una variante delle culture fasciste, ispirata a esoterismi geopolitici alla Evola e ornata di scintillante paccottiglia tradizionalista.

Basta citare qualche parola del «comunista» Zjuganov per capire di che cosa si tratta: «Tutti coloro che hanno costituito questo blocco, siano comunisti o monarchici, cristiani o conservatori, hanno capito che solo le idee di Stato e di Nazione possono salvare il nostro Paese».

Quella di Zjuganov è un’idea di Nazione schiettamente autoritaria e fascisteggiante: «La nazionalità è una coordinata verticale nella struttura psicologica di un popolo. Il tipo russo è individuato da un profondo carattere comunitario, quello che si è espresso tradizionalmente nelle grandi assemblee religiose. Ora, la giustizia nazionale consiste nel ridare al popolo russo, prima di qualunque altra cosa, ciò che gli appartiene intimamente: le sue basiliche, la sua architettura, le sue canzoni, la sua musica».

Con queste belle idee «verticali», i neofascisti di «Stato & Potenza» volevano fare un presidio in piazza Maggiore per difendere il regime del dittatore Bashar al-Assad.

Dietro lo striscione «Contro ogni fascismo», militanti antifasciste e antifascisti hanno però contestato la presenza dei neofascisti in piazza, costringendo la Polizia a farli spostare nella piazzetta dei Celestini.

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