Il Cie tra fughe, rivolte e feriti gravi: la situazione da tre giorni è fuori controllo. Quattro immigrati sono riusciti a fuggire dal centro di via Mattei a Bologna, tre persone invece hanno riportato lesioni dopo gli scontri con le forze dell’ordine
di Giulia Zaccariello (da Il fatto quotidiano)
Due rivolte in poche ore. E poi proteste, lanci di oggetti e la minaccia di uno sciopero della fame. Sono giorni di tensione al Centro d’Identificazione ed espulsione di Bologna. Da venerdì sera, quando quattro immigrati sono riusciti a scappare dalla struttura, la situazione non è ancora tornata alla normalità. E secondo alcune fonti il bilancio di questi tre giorni sarebbe di tre feriti.
La miccia si è accesa venerdì sera, intorno alle 22, quando dieci persone hanno provato a scappare dal centro. Solo quattro di loro ce l’hanno fatta: tre tunisini e un algerino, i quali, passando dal tetto, sono riusciti a raggiungere la recinzione e a scavalcarla, facendo perdere le proprie tracce in pochi minuti. Gli altri sei invece sono stati fermati dai militari, dalla polizia e dai carabinieri.
Sabato notte il secondo episodio: tra l’una e le due, circa venti immigrati del reparto maschile si sono prima coperti il viso con degli indumenti, e poi hanno cominciato a lanciare posate, bottiglie d’acqua e altri oggetti contro il personale. Nessuno è fuggito e non ci sarebbero stati feriti, ma sono dovute comunque intervenire volanti della polizia e dei carabinieri.
E probabilmente in un tentativo di fuga, un marocchino di 33 anni si sarebbe rotto una gamba. A riferirlo sono alcuni stranieri rinchiusi nel centro. “Si era arrampicato sulla recinzione – racconta uno di loro al telefono – e per farlo scendere i militari gli hanno puntato addosso un idrante”. Per la pressione dell’acqua l’uomo sarebbe quindi caduto a terra, fratturandosi una gamba. “Ora è qui di fianco a noi. È ingessato ma sta bene”. Nella stessa sera (non è ancora chiaro se venerdì o nel corso della rivolta di sabato) altri due, un tunisino e un marocchino, si sarebbero feriti a un braccio.
Nonostante siano passati tre giorni, la calma in via Mattei sembra ancora lontana. Ieri diversi stranieri hanno rifiutato il cibo come gesto di protesta. E ora minacciano di organizzare un vero e proprio sciopero della fame contro l’estensione del periodo di trattenimento (da sei a 18 mesi) deciso dal Governo a luglio. “Non possiamo accettare di restare qui dentro un anno e mezzo. È troppo. Non abbiamo fatto niente, l’unica nostra colpa è di non avere i documenti in regola”.