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Vattani: «Quando suona il corno, siamo pronti a riarmarci»

Forse la storia del fascio-console Mario Vattani può suggerire qualche considerazione ulteriore.

Anzitutto dimostra l’aspetto duplice dell’area neofascista. Come dimostra Furio Jesi in Cultura di destra, il neofascista «in doppio petto» e il neofascista «dalla faccia feroce» son maschere correlate e complementari. C’è chi a Roma vorrebbe intitolare una via al fascista Giorgio Almirante, razzista, antisemita, redattore del giornale «La difesa della razza», fucilatore di partigiani, terrorista… E ci sono i cinque naziskin che hanno aggredito con calci e pugni un 45enne in provincia di Pesaro-Urbino. Sono fatti distinti, ma non distanti.

Inoltre il caso Vattani può dare la misura del nepotismo delle istituzioni che non hanno esitato – essendo il padre uno dei più potenti diplomatici italiani – a promuovere console un fascio-rocker la cui militanza era nota da tempo (qui un articolo che va un po’ più a fondo).

Ma anche lo spirito con cui Vattani è salito sul palco di una pubblica serata fascio-rock organizzata da CasaPound merita una riflessione.

Negli ambienti neofascisti europei emerge sempre più la convinzione che si avvicini una nuova «ora del destino». Che il neofascismo debba «riarmarsi». È lo spirito con cui Breivik ha fatto decine e decine di giovani vittime in Norvegia, con cui Casseri ha ucciso e ferito cinque senegalesi a Firenze.

Vattani finora era una sorta di milite in sonno, isolato in una «torre d’avorio» di oltre 228 mila euro all’anno, ma ha sentito anche lui – a quanto pare – il suono di un «corno» ed è uscito dalla confortevole «torre» del fascista in doppio petto per rientrare nella foresta e «riarmarsi». È lui stesso a dirlo:

«Per me però ritornare a suonare dal vivo significherebbe qualcosa di più. Significherebbe riprendere a fare politica attivamente. È una cosa a cui sto pensando molto in questo periodo, perché in qualche modo avverto la fine di un periodo e l’inizio di un altro. Come molti cresciuti a leggere Evola, va bene la torre d’avorio, ma a patto che quando suona il corno si sia pronti a sentirlo e a riarmarsi. È quello che intendo, il momento in cui ognuno di noi capisce che è venuto il momento per lasciare l’isolamento. Qualcosa mi dice che si stanno muovendo le foglie».

Ora, questa idea che il neofascismo sia a un nuovo «inizio» non riguarda purtroppo solo questo penoso individuo che, al seguito del sindaco Alemanno, si è persino recato ad Auschwitz con i suoi tatuaggi nazifascisti ben nascosti sotto gli abiti eleganti da politicante.

È un’idea che circola per tutta l’Europa nera, che ha preso forza anche in seguito alle vittorie elettorali dei partiti nazifascisti e xenofobi e delle alleanze nazionaliste rossobrune nell’Europa dell’Est (qui un sito con molte informazioni aggiornate sulla destra estrema in Europa dell’Est).

Qualcuno dirà che Vattani non compie violenze, ma le mette in musica. Resta il fatto che propaganda anche lui una cultura dell’odio, anzi una cultura omicida.

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