Malgrado il freddo, anche la Santa Russia, si muove. E non sono i soliti “rossobruni”… Traduciamo dal francese un articolo comparso su Communisme Ouvrier: Moscou: Face au régime de Poutine et aux néo-fascistes.
Mosca: contro il regime di Putin e i neofascisti!
Il 4 febbraio, ancora una volta, la popolazione di Mosca si è mobilitata con forza contro il regime di Putin. Secondo le fonti, sono tra i 36.000 e i 120.000 i manifestanti che hanno dimostrato ieri per le strade della capitale della Russia.
Ma questa contestazione al regime di Putin, se da un lato riunisce le forze progressiste, i militanti di estrema sinistra e gli anarchici, dall’altro ha anche richiamato l’opposizione liberale e persino quella dell’estrema destra nazionalista e neofascista. Inoltre, secondo il resoconto pubblicato dai comunisti anarchici russi di Azione Autonoma, un corteo di anarchici e antifascisti è stato organizzato all’interno della mobilitazione, per opporsi sia al regime di Putin che all’opposizione nazionalista e reazionaria.
All’insegna dello slogan “La società non ha bisogno di uomini forti”, anarchici e antifascisti sono scesi in piazza e hanno scandito slogan come “L’antifascismo non è un crimine. Basta persecuzioni contro gli antifascisti di Nijni-Novgordod” (recentemente numerosi militanti antifascisti sono stati arrestati in questa città e i loro appartamenti perquisiti dai poliziotti del regime), “unica soluzione: l’autorganizzazione”, “il nostro candidato: l’autorganizzazione”, “tutti i politici sono scrocconi e ladri”, ecc.
Di fronte al corteo di nazionalisti e neofascisti, gli antifascisti e gli anarchici hanno scandito “Il colore del mondo non è marrone”, e altri slogan contro il fascismo e il nazionalismo. Va notato che il corteo libertario e antifascista ha dovuto affrontare una piccola aggressione di persone che hanno lanciato uova. Se vi sono voci che affermano che si tratterebbe di sostenitori di Putin, è però assai probabile che costoro facciano parte dall’opposizione nazionalista, che cerca a sua volta di imporre, come l’attuale regime, uno Stato forte e di spezzare qualsiasi resistenza operaia.