Martedì 3 luglio si terrà presso il Circolo anarchico “Camillo Berneri” la presentazione dell’ultimo lavoro di Stefano Boni sull’autoritarismo contemporaneo e sui modi per contrastarlo socialmente e culturalmente. Qui una recensione dettagliata del libro. Qui un’intervista con l’autore. Qui un’altra recensione.
ORE 19:00 – Aperitivo refrigerante
ORE 20:30 – Presentazione di “Culture e poteri” con l’autore Stefano Boni
Ecco una pagina del libro sul nuovo spazio pubblico “securitario” e razzista di questi anni, legato a Bologna al nome esecrabile del sindaco Sergio Cofferati:
«L’estensione dei divieti è tuttora in corso, in fase di accelerazione. Nell’Agosto 2008, tramite il decreto Maroni (GU n. 186 del 9-8-2008) viene consentito ai sindaci di passare norme finalizzate a promuovere la ‘sicurezza’, sanare il degrado, reprimere la prostituzione, impedire occupazioni, perseguitare l’accattonaggio, criminalizzare il consumo di alcol e combattere danneggiamenti al patrimonio. Nel giro di qualche mese, senza una reale distinzione di schieramento politico, vengono promulgate ordinanze locali che assoggettano vissuti, limitano libertà e spingono, sempre più, a dipendere dal mercato, vietando forme aggregative, ludiche e di sussistenza come mostra questo parziale elenco. Ad Assisi il sindaco ha vietato accattonaggio e nomadismo; a Eboli sono interdetti atteggiamenti amorosi in auto; a Taormina, Capri, Amalfi, Riccione, Forte dei Marmi, Venezia e Alassio può essere multato chi gira a torso nudo fuori dalla spiaggia; bando agli zoccoli di legno a Capri e Positano; vietati i picnic in spiaggia o in strada a Positano, Venezia, Capri e Firenze; proibita la vendita abusiva di qualsiasi merce sulle spiagge; multati i giochi in spiaggia in diverse località e persino i castelli di sabbia a Eraclea; proibiti i massaggi da personale ambulante sui litorali toscani e romagnoli; a Voghera è reato sostare, in più di 3 persone, su una panchina dopo le 23; a Novara, vietato sostare in più di due persone nei parchi pubblici dopo le 23.30; per combattere i pedofili, Trento proibisce di filmare i bambini in piscina; in diverse città italiane è vietato dare da mangiare ai piccioni; a Firenze proibito sdraiarsi per strada, lavarsi le ascelle nelle fontane pubbliche, legare la bicicletta a una panchina e sbattere tovaglie sui balconi. E per chiudere il cerchio, l’Alto Adige vieta di danneggiare i cartelli di divieto. Questa moltiplicazione di normative sembrano avere due principali finalità: a) implementare nuovi e più repressivi codici estetici e di decenza in un processo di musealizzazione degli ambienti; b) estinguere la possibilità di una socialità (giocare, riposarsi, mangiare, bere, dormire, amoreggiare, chiacchierare, commerciare, lavorare) gratuita per incanalarla in spazi appositi, a pagamento. […]»