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Corteo di CaPa, 24 nov. Roma. Tutti contro CasaPound. Tranne Alemagno

Troppi episodi di violenza, di antisemitismo, di razzismo verso gli immigrati, di aggressioni verso avversari politici o di resa dei conti interna. L’angoscia che in Italia qualcuno stia covando le uova del serpente, come è avvenuto o sta avvenendo in altri paesi europei – dall’Ungheria alla Grecia – fa crescere la richiesta al sindaco della Capitale, perché si attivi per evitare il raduno di CasaPound del 24 novembre.

Giovani di diverse tendenze politiche hanno creato, su Facebook, il gruppo «Roma dica no ai raduni fascisti» e si rivolgono ad Alemanno: «Gli scontri dell’altro giorno a Roma e le tensioni (spesso di estrema destra) che attraversano l’Europa – scrivono – dimostrano la delicatezza del momento storico che stiamo vivendo. Un momento in cui i populismi, di destra e di sinistra, hanno un forte appeal presso le classi meno abbienti.

Alcuni chiamano questo fenomeno antipolitica, noi riteniamo che si tratti di assenza di buona politica. I fatti di violenza e di razzismo di Roma – con una chiara radice antisemita – sono sintomatici di quanto andiamo dicendo da giorni: odio e fascismo vanno combattuti con tutte le armi del dialogo e della tolleranza».

La lettera è firmata e i riferimenti sono chiari: gli slogan gridati all’altezza della sinagoga, durante la manifestazione del 15; le svastiche, le scritte inneggianti a Hitler, quelle contro i partigiani, a favore dell’olocausto, comparse nei giorni scorsi in due licei romani, il Manara e il Mamiani, mentre si svolgeva proprio a Roma un raduno del Movimento sociale europeo.

«L’antifascismo – aggiunge il gruppo su Facebook – non è solo una parola, è un valore costituzionale e culturale da tenere sempre vivo, che implica oneri e comporta una più alta identità nazionale». CasaPound risponde sprezzante, se la prende con gli «appelli in fotocopia, la litania stanca e vecchia di 40 anni di un pugno di giovani in cerca di visibilità», insulta uno per uno i firmatari dell’appello.

Ma c’è un’altra questione, sollevata dalla lettera, su cui l’associazione dei «fascisti del terzo millennio», risponde piccata. Scrive il gruppo antifascista: «Vergognoso assegnare un immobile del valore di 11.800.000 di euro al movimento Casapound». Casa Pound nega l’assegnazione – rivendica l’occupazione – e aggiunge «gli 11,8 milioni sono una permuta»

Il problema è che il sindaco ha sempre avuto un occhio di riguardo per i suoi sostenitori di estrema destra, che lo festeggiarono la notte delle elezioni come «uno di noi». Ogni volta che ha potuto li ha aiutati, come nel caso del doppio casale nel parco della Marcigliana con tre ettari di terreno, la tenuta Redicicoli, che «il comune ha avuto in compensazione dai costruttori di Porta di Roma e ceduto alla cooperativa Isola delle tartarughe onlus», scrive Ella Baffoni in «Il libro nero di Alemanno».

E lo stesso occhio di riguardo ha dimostrato ieri, salomonico, dichiarando che «Casa Pound e Cobas hanno gli stessi diritti». «Come sindaco di Roma, ho chiesto una regolamentazione per lo svolgimento delle manifestazioni che deve valere per tutte le parti politiche». In realtà molte volte il sindaco si è espresso contro lo svolgimento di cortei sindacali e studenteschi.

Umberto Marroni, capogruppo Pd, riepiloga le tante occasioni in cui Alemanno «ha in questi quattro anni strizzato l’occhio al movimento neofascista». Per la sede di via Napoleone III, conferma, «c’è un’ipotesi di assegnazione che l’opposizione, come ribadito dal collega Quadrana sta contrastando. C’è stato il finanziamento, poi ritirato, ad alcune attività culturali fino alla concessione di due casali nel territorio di Roma nord».

E aggiunge che «nei mesi scorsi sono state denunciate aggressioni portate avanti da chi nella città professa la politica dell’odio». Marroni ricorda: «L’aggressione ai militanti del Pd del IV municipio e quella ad uno studente denunciata nei giorni scorsi dai sindacati e dalle associazioni universitarie». «Il sindaco Alemanno, sempre pronto ad alzare la voce contro i cortei di studenti e lavoratori – conclude il capogruppo Pd che è anche candidato alle primarie per Roma – dovrebbe invece coordinarsi con governo e questura, pronunciare parole chiare di condanna nei confronti di una formazione neofascista e ad intervenire presso il questore per scongiurare la manifestazione del 24».

Jolanda Bufalini per l’Unità, 17 nov. 2012

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