Oggi i neofascisti amano ripetere che non sarebbero «né rossi né neri» e che «non sono razzisti». Ma si tratta solo di parole ipocrite per propagandare la loro cultura del vittimismo autoritario e nazionalista. Se li si guarda per quello che fanno e non per quello che dicono, si vede bene che i neofascisti non hanno dismesso né le pratiche squadriste, né la violenza razzista e antisemita.
A Napoli una decina di provvedimenti cautelari sono stati emessi nei confronti di esponenti del neofascismo partenopeo, ritenuti responsabili di banda armata, detenzione e porto illegale di armi e di materiale esplosivo, lesioni a pubblico ufficiale e attentati incendiari.
Le indagini hanno consentito di documentare numerose aggressioni dei neofascisti nei confronti di avversari politici e la sistematica attività di indottrinamento dei giovani militanti all’odio razziale e all’antisemitismo.
Tra gli arrestati vi è anche Emanuela Florino, responsabile regionale di CasaPound Campania e figlia di un papà ex senatore prima dell’MSI e poi di AN: l’avvocato neofascista Michele Florino, indagato per rapporti con la Camorra, prosciolto per insufficienza di prove dall’accusa di aver commissionato ben tre omicidi, e ora con la “Fiamma tricolore” di Romagnoli. Un’altra figlia di papà insomma, come il bolognese Galeazzo Bignami…
Emanuela Florino è anche candidata alle elezioni per CasaPound. Ma nella banda neofascista ci sarebbe anche un’altra persona candidata nelle liste di Forza Nuova.
Vedi: Repubblica Napoli, Giornalettismo, Contropiano.