Qualche giorno fa il figlio d’arte del picchiatore fascista Marcello Bignami, il «giovane» camerata Galeazzo Bignami, ha subìto un’aggressione per mano di un bolognese quarantenne «con problemi psichici» a cui pare sia stata inflitta prontamente la tortura di Stato del TSO…
A Galeazzo Bignami, però, è soprattutto dispiaciuto di non poter passare da martire sui giornali e strappare qualche voto in più. Con il consueto vittimismo aggressivo dei neofascisti, ha dichiarato su Facebook:
«Ci siamo, ammaccati, doloranti, ma ci siamo. Sicuramente fa riflettere quello che mi hanno detto tanti amici: quando aggrediscono uno di noi è un folle, quando succede ad altri è allarme democrazia».
Veramente, negli ultimi anni, gran parte delle aggressioni premeditate, degli agguati e degli omicidi compiuti dai suoi amici camerati sono stati descritti sui giornali come «risse tra balordi»: da Dax a Nicola Tommasoli fino alla «folle» strage di Firenze…
Oggi, in ogni angolo d’Europa la violenza neofascista torna a colpire spalleggiata dai politici di destra: quelli, come Galeazzo, che fanno finta di essere «democratici» e che hanno invece la camicia nera nella testa.
Come è accaduto ora in Grecia a F., studente di Paleo Faliro. Mentre lo studente del secondo anno di scuola superiore andava a scuola, davanti agli occhi dei suoi compagni di scuola, due persone incappucciate l’hanno accoltellato alla gola e gli hanno tagliato il naso. «Tutto è cominciato quando F. ha preso in giro Alba Dorata di fronte ad una nostra compagna di scuola che aveva una storia con un albadorato. Lui l’ha detto ai suoi». In base alle informazioni, l’aggressore è un membro dell’organizzazione, nonché il figlio di un poliziotto.
Questo per Galeazzo, ovviamente, non è «allarme democrazia». Tant’è vero che negli ultimi trent’anni non ha mai detto nulla sugli omicidi neofascisti, sulle stragi neofasciste e nemmeno sulle aggressioni squadriste avvenute in città…
Chi semina odio raccolga tempesta!