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«Kater I Rades. Il Naufragio della speranza»

Nel pomeriggio del 28 marzo 1997 la nave albanese Kater I Rades, carica di profughi, veniva speronata da una corvetta della Marina Militare italiana, la Sibilla: 81 persone, lo stesso numero di Ustica, tra cui donne e bambini, trovano la morte.

Poi sarebbe venuta la legge Turco-Napolitano a cercare di limitare al massimo il fenomeno immigratorio impedendo ai migranti dall’Africa o dall’Oriente di prendere un aereo per l’Italia e costringendoli – per un costo anche dieci o quindici volte superiore – ad affidarsi a ciò che i giornali hanno chiamato, con lugubre eufemismo, i «viaggi della speranza». Sono norme che, in quasi vent’anni, sono costate un numero imprecisato di vite umane, forse 200.000: uomini, donne, bambini, vecchi…

Ora un racconto illustrato con grande potenza espressiva dalla mano di Dario Bonaffino ricorda quella prima tragica strage di migranti per mano dello Stato: «Kater I Rades. Il Naufragio della speranza». Vicenda raccontata attraverso i testi di Francesco Niccolini intervistato da Senza Soste.

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