Secondo Luigi Fabbri il Fascismo fu «una vera e propria contro-rivoluzione preventiva» resa possibile da tre fattori concomitanti: «con la triplice azione combinata della violenza illegale fascista, della repressione legale governativa e della pressione economica derivante dalla disoccupazione, in parte inevitabile ma in parte anche provocata ad arte per porre il laccio alla gola degli operai».
Non fa meraviglia che ancora oggi polizia, magistratura e neofascisti trovino linee di sinergia. A Cremona, dove ignoti militanti di CasaPound hanno ridotto in fin di vita Emilio, due giovani antifascisti ventenni ora sono stati arrestati per gli incidenti verificatisi il 24 gennaio scorso durante la manifestazione contro le violenze dell’estrema destra. Che continuano ovunque, spesso con la copertura delle forze dell’ordine: da Napoli a Treviso e a Bolzano.
Nella manifestazione c’erano stati tafferugli con le forze dell’ordine schierate a protezione della sede dei neofascisti di CasaPound ed erano state danneggiate alcune banche e il comando della polizia locale. Ai due giovani antifascisti arrestati è stato imputato il reato di «devastazione e saccheggio» che risale al codice fascista Rocco ed è sempre più usato per punire dissidenti e oppositori politici.
Si tratta infatti di un comodo reato collettivo in cui non occorre provare che l’accusato abbia fatto qualcosa, ma basta la sua presenza sul luogo dei fatti.
Quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa un dovere!