Ormai la criminalizzazione del dissenso è un fatto di ordinaria amministrazione e non meriterebbe certo attenzione il coro di Autorità che si sono stracciate le vesti perché un gruppo di studenti ha contestato il professor Angelo Panebianco.
Storicamente, l’Università è nata dagli studenti che stipendiavano gli insegnanti ed è anzitutto agli studenti che dovrebbe essere riconosciuta libertà di parola. Tanto più che al professor Angelo Panebianco non mancano le sedi per diffondere il suo pensiero senza mai un briciolo di confronto.
Quello che invece va notato è che, per sostenere le ragioni dell’imperialismo italiano, il professor Panebianco si rifà a un famosissimo e sciaguratissimo slogan di Mussolini. Né la cosa sorprende in un intellettuale che ama fare sottili e insulse provocazioni. Questa la conclusione dell’articolo del professor Panebianco:
«Continuiamo a dire che quando, con modi e tempi da stabilire, si interverrà apertamente in Libia a sostegno dei libici impegnati contro lo Stato islamico (ufficiosamente siamo già lì da un pezzo), all’Italia spetterà un ruolo di leadership. […] Non sarà forse l’Europa, un giorno, a provvedere alla nostra sicurezza? Qualunque cosa accada “un giorno”, al momento, di questa Europa non v’è traccia. Ciò che accade intorno a noi, dovrebbe convincerci di quanto inconsistenti siano le giaculatorie sulla necessità di una “Europa politica”, la quale, come è noto, viene sempre evocata solo quando si parla di euro e di banche. Si dimentica che le unificazioni politiche non si fanno col burro ma con i cannoni».
«VOLETE BURRO O CANNONI?». Mussolini pronunciò questa frase dal balcone di Palazzo Venezia poco prima della dichiarazione della Seconda Guerra Mondiale e la folla gridò entusiasta «Cannoni! Cannoni!». Poi chi ha pagato il conto di quella guerra sono stati tantissimi giovani che purtroppo non avevano capito a tempo…
Ma perché meravigliarsi?
Non è il professor Panebianco ad aver fatto l’apologia dei grandi massacri della Prima Guerra Mondiale e della fucilazione dei disertori?
Non è il professor Panebianco un estimatore della moralità di Mussolini?
«Se esistesse un indice di moralità politica applicabile alle tirannie, Benito Mussolini otterrebbe un punteggio più alto di Vladimir Putin. Mussolini, dopo il delitto Matteotti, se ne assunse la responsabilità. Putin, invece…»
E voilà!
Adesso il professor Panebianco lamenta la «muffa di certi slogan». Invece gli slogan di Mussolini gli sembrano incontestabili. Sarà per questo che piace tanto alla destra postfascista e/o neofascista?!
Incredibile! adesso Panebianco se la prende sul Corriere con la tristezza degli slogan di chi lo ha contestato!!!
W il burro!!!!!