Alla fine l’omicidio di Emmanuel Chidi Nnamdi a Fermo per mano di un simpatizzante di CasaPound non ha nemmeno portato a riflettere sull’odio razzista che la destra continua a spargere a piene mani.
Come ha giustamente osservato qualcuno, la rimozione e la sostanziale impunità di quell’omicidio apre la strada ad altra violenza xenofoba:
«Il problema non è Amedeo, ma gli Amedeo di domani. Quelli che possono tranquillamente rifare una cosa del genere, magari anche con maggiore premeditazione, perché tanto è una ragazzata».
E infatti è successo di nuovo a Rimini con il tentato omicidio di un giovane nigeriano di venticinque anni. L’aggressore lo ha prima insultato urlando «Negro di merda», poi lo ha preso a pugni e calci, lo ha colpito con un coltello e, quando il ferito ha tentato di fuggire, è salito in auto, lo ha inseguito e poi investito lasciandolo a terra in fin di vita.
Non potendo invocare la «ragazzata», ovviamente i media parlano di follia oppure di cocaina cercando di suscitare pietà e comprensione per il «povero» aggressore.
Nessuno però che si chieda se nelle istigazioni all’odio razzista di integralisti cattolici, neofascisti, leghisti o criptofascisti non vi sia una precisa responsabilità morale e civile come mandanti che sollecitano l’azione dei simpatizzanti più marginali e influenzabili come esecutori e assassini.
Intanto sabato 25 marzo in zona Borgo Panigale i neonazisti di Forza Nuova hanno ricevuto l’autorizzazione della Questura a tenere un banchetto per la loro solita istigazione all’odio xenofobo.
Anche questa gente va in cerca degli Amedeo di domani…