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Spunti di organizzazione: Manchester Antifa

Pubblichiamo la traduzione di un breve documento redatto da Manchester Antifa su punti organizzativi e pratici relativi all’antifascismo militante. L’idea è quella di condividerlo non solo per documentare forme e linee di organizzazione dell’antifascismo in altre regioni del mondo, ma perché valga da spunto di riflessione per interrogarsi sui modi e le pratiche della militanza antifascista.

Una breve panoramica di punti da considerare prima di organizzare e partecipare ad attività antifasciste che ci è stata presentata:

– Prima di tutto, decidete cos’è realmente la vostra organizzazione, in modo esplicito. Cosa cercate di raggiungere esattamente? Cos’è possibile fare nella vostra area, utilizzando le persone disponibili e le loro abilità? Termini vaghi come “contestare” e “opporsi” devono essere scartati: la vostra discussione interna dev’essere esplicita – che cosa puntate di fare esattamente? Ed è questo il miglior uso delle persone e delle loro capacità disponibili?

– Se volete impegnarvi nelle azioni militanti, oltre ad avere bisogno di persone capaci, avrete bisogno di operare discretamente e in modo anonimo – niente mail, niente indirizzi, niente prendersi il merito, niente che attiri l’attenzione su di sé, preferibilmente nemmeno un nome – in breve, non in un gruppo con un profilo pubblico. Questo approccio di per sé, va sottolineato, porterà a una mancanza nella capacità di reclutamento, di raccogliere fondi e avere una voce nella sfera politica più ampia.

– I gruppi pubblici possono servire ad aggregare o radunare grandi numeri che possono essere utili per bloccare e occupare, mostrare un’opposizione collettiva, lavorare nelle comunità sociali, raccogliere e condividere informazioni, organizzare viaggi, per collegarsi con altri gruppi e per reclutare.

– Le popolazione – cioè le persone qualunque – non dovrebbero essere portate in situazioni di confronto fisico, poiché ciò porterebbe ad arresti e ferimenti inutili ed è spesso controproducente. Una seconda Battaglia di Cable Street non è dietro l’angolo.

– Gli antifascisti dovrebbero ingaggiare la controparte fascista solo quando è opportuno – quando il momento, la situazione e le capacità personali sono adeguate. Numerosi gruppi disorganizzati e dispersi che gironzolano offrono opportunità alle controparti. Togliersi dalle strade e raggrupparsi è parte integrante dell’azione. Non ci sono medaglie per chi crede a chance irrealistiche e regala alle controparti una facile vittoria, con tutta la propaganda e l’incoraggiamento per loro che si accompagnano a quei casi.

– Un gruppo pubblico deve organizzare solo eventi e chiamate che è sicuro di poter difendere. Eventi comunitari/d’unità/antirazzisti adatti a tutti e tutte sono assolutamente validi, ma non sono e non dovrebbero essere etichettati come “antifascisti”. Gli organizzatori di ogni evento politico sono in ultimo responsabili della sicurezza delle persone partecipanti ad esso.

– Un gruppo antifascista è uno strumento da usare quando è appropriato. Non può essere il sostituto per attività politico-organizzative propositive. Non dev’essere limitato da agende politiche restrittive o settarie.

– Non c’è un approccio organizzativo buono per tutte le occasioni. Ogni situazione, a seconda di dove essa sia, quanto preavviso si ha, le informazioni a disposizione, la quantità e il tipo di persone disponibili e la natura delle controparti deve essere presa in considerazione.

– La tendenza generale corrente di operare in un’area grigia fra l’azione diretta militante e la protesta di massa non è replicabile in molti altri luoghi, specialmente dove la popolazione non scende in strada. È controproducente e non tiene conto della varietà di situazioni con cui ci confrontiamo.

– Le interminabili mischie con la polizia e i tentativi di rompere le sue linee sono una perdita di tempo e portano ad arresti e ferite inutili. Se un presidio fisso fascista è già in corso, circondato dalla polizia, non lo si fermerà. Bloccare una strada per fermare una marcia è un’altra questione.

– Definire ogni cosa vagamente di destra o anche solo semplicemente patriottica come fascista è estremamente controproducente e facilita i fascisti nel metterci in cattiva luce e fare reclutamento. A chiunque sia così fuori contatto con la classe lavoratrice all’infuori delle proprie cerchie di ultra-sinistra non dovrebbe essere consentito di influenzare l’antifascismo.

– Quando i fascisti dirottano valide preoccupazioni pubbliche in merito ad attacchi terroristici e pedofilia non possiamo permetterci di venir dipinti come “coloro che difendono i terroristi/pedofili/etc.”. Né possiamo permettergli di autodefinirsi come la sola voce della classe lavoratrice. Se i fascisti sono costretti a nascondersi dietro tali problemi devono essere contrastati in merito ad essi e gli antifascisti devono agire intelligentemente piuttosto che cadere nelle trappole propagandistiche. Come minimo, in queste situazioni, dovrebbero essere dispiegati striscioni e volantini appropriati.

– Tutte le critiche devono essere mantenute interne e non diffuse sui social per non fornire informazioni e propaganda incoraggiante alle controparti.

– Vestitevi adeguatamente – essere in grado di mischiarsi in modo anonimo con la popolazione locale è imperativo.

Traduzione e adattamento a cura della frazione banane antifasciste

 

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