Oggi i neofascisti di CasaPound amano ripetere che non sarebbero «né rossi né neri» e che non sono né razzisti né sessisti. Ma si tratta solo di parole ipocrite per propagandare la loro cultura del vittimismo autoritario, familista e nazionalista. Se li si guarda per quello che fanno e non per quello che dicono, si vede bene che i neofascisti non hanno dismesso né le pratiche squadriste, né la violenza razzista e sessista.
Qualche anno fa, a Napoli, alcuni indagati nell’ambito di un’inchiesta su CasaPound progettavano di picchiare e stuprare una studentessa universitaria in quanto ebrea e attivista di sinistra. Indottrinavano i ragazzini con il Mein Kampf di Hitler e spiegavano loro di non parlarne con nessuno e di non manifestare all’esterno posizioni antisemite o violente.
Allora, fra gli arrestati vi fu anche Emanuela Florino, nota fra i camerati napoletani come «la Ducessa», responsabile regionale di CasaPound Campania e figlia di un papà ex senatore prima dell’MSI e poi di AN: l’avvocato neofascista Michele Florino, indagato per rapporti con la Camorra, prosciolto per insufficienza di prove dall’accusa di aver commissionato ben tre omicidi…
Ed ora, dopo la violenza sessuale e le sevizie compiute a Viterbo da alcuni militanti di CasaPound, è proprio la «Ducessa» Emanuela Florino a cercare di ripulire l’immagine dei «fascisti del terzo millennio» lamentandosi che il neofascismo «sconta sempre il vizio di un pregiudizio» (poverini!) e dichiarando che «i due di Viterbo sono camerati che sbagliano»…
Quelli di CasaPound hanno persino cercato di fare un po’ di scontri con la polizia il 29 aprile a Milano pur di distogliere l’attenzione da un episodio atroce e odioso che sembra tuttavia il portato di un modus operandi già sperimentato ed è comunque un esito del culto neofascista della virilità e della sopraffazione.
Non che sia esatto e sensato dire che «ogni stupro è fascista». Occorre invece coltivare una consapevolezza di fondo: ogni uomo è potenzialmente uno stupratore, ma il neofascismo non fa che promuovere e coltivare un senso autoritario e maschilista di possesso e un’idea gerarchica e violenta dei rapporti fra le persone.
Solidarietà verso tutt* coloro che hanno subito e subiscono violenza sessista!