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25 aprile, contro tutti i fascismi ora come sempre!

«Solo sconfiggendo l’individualismo e l’egoismo in ciascuno di noi si può fare la differenza. Sono tempi difficili lo so, ma non cedete alla rassegnazione, non abbandonate la speranza. Mai!»
Lorenzo Orsetti – Orso Tekoşer

Scarpe rotte eppur bisogna andar

Il 76° anniversario della liberazione dal nazifascismo si presenta con alle
spalle oltre un anno di pandemia globale gestita in maniera fallimentare sia dal punto di vista sanitario che sociale. Il covid-19 ha rivelato la debolezza di un sistema liberista sempre più antisociale, a partire dalla privatizzazione della sanità che non è in grado di rispondere alle necessità popolari, ed è fondamentale individuare le responsabilità politiche precise di chi ci ha portato in questa situazione.

In nome dell’emergenza si calpestano i diritti dei/lle più deboli e si prospetta una situazione sempre più desolante in materia di occupazione, casa, reddito, diritti democratici e autodeterminazione.

Non siamo tuttə sulla stessa barca. Lo dice il numero delle donne licenziate, lo dice la situazione disumana e di abbandono in cui sono costrette le persone migranti nei centri di accoglienza che di accogliente hanno solo il nome, lo dice il sovraffollamento delle carceri, lo dice chi non si può permettere una sanità privata.
La retorica sulla quarantena felice ha fatto pena da subito lasciando il posto a persone con reddito dimezzato o annullato, aumento della violenza domestica a discapito delle donne, aumento delle difficoltà per chi lavora in nero o con contratti con poche garanzie. Il tutto ahinoi aumentando una guerra tra poveri di cui si nutrono consapevolmente le istituzioni e i padroni.

La retorica del destino comune si contrappone alla necessità di rispondere a quella che sembra essere l’approfondirsi di una guerra di classe dall’alto per l’affermazione delle logiche di mercato in ogni ambito delle nostre vite. Un sempre più pervicace autoritarismo si esercita in virtù di un emergenzialismo che permette per via amministrativa di conculcare libertà fondamentali.
Che cosa fare in questa situazione? Di fronte all’impossibilità delle consuete mobilitazioni potevamo stare in un angolo a lagnarci e invece abbiamo riscoperto come ancora una volta il mutuo appoggio sia una forma attiva di conflitto e resistenza.

In questo anno abbiamo visto nascere progetti dal basso di autorganizzazione e solidarietà, che hanno saputo mettere in campo dinamiche di mutuo soccorso e pratiche di resistenza alla crisi sociale.
Sicuramente non sufficienti, ma che dimostrano come l’autogestione e l’esistenza di spazi e collettivi siano punti di riferimento fondamentali per rompere il meccanismo della solitudine e fondamentali per chi viene lasciat* indietro.

Il governo nazionale guidato da Draghi ha il sostegno di tutto l’arco parlamentare, in continuità con le politiche di distruzione dei diritti civili, sociali e sindacali che sono il patrimonio delle lotte delle classi popolari.

Il 25 aprile non è solo un fatto cerimoniale o commemorativo ma è il giorno in cui quelle lotte fatte di antifascismo antirazzismo e femminismo tornano a imporsi nello spazio pubblico per dire che un altro mondo è possibile, un mondo senza sfruttatə e senza sfruttatori.

È per noi infatti centrale che questa giornata non guardi solo al passato, ma soprattutto al futuro: un futuro che sembra sempre più oppressivo e distopico, se non ci adoperiamo sin da oggi per rompere questo presente attraverso la lotta e l’opposizione a coloro che ci governano.

A partire dalla richiesta di copertura vaccinale per tutte e tutti, senza subire i ricatti degli interessi privati, che lapolitica tutta antepone alla salute benessere pubblico, dal pretendere la sicurezza sui posti di lavoro, uniche attività ancora permesse, la sicurezza nelle strutture scolastiche, il diritto alla socialità, ma soprattutto rivendicando il diritto a mobilitarsi contro la drammatica crisi che avanza.

Per questo chiamiamo un concentramento domenica 25 aprile, alle ore 10, IN PIAZZA DELL’UNITA’ a cui seguirà un corteo.

Se unione deve essere, che sia di interessi popolari e, per dare un senso alle parole, ora e sempre resistenza!

Realtà Antifasciste Bolognesi.

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