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[BO] Spettacolo revisionista al cinema Capitol

Non è un mistero che, dopo la comica pantomima di Ilaria Giorgetti, ora sia il figlio d’arte Galeazzo Bignami a studiare da sindaco per il 2016. E fin da ora possiamo prevedere che la sua campagna elettorale non sarà soltanto all’insegna della solita «sicurezza» razzista e classista, ma anche di un fiero e nostalgico «anticomunismo» e delle bufale revisioniste dell’estrema destra.

Anziché sostenere il Partito unico e magari iscriversi al PD, Galeazzo Bignami cerca qualcosa che possa differenziarlo da una «sinistra» sempre più trasformista, perbenista e di destra. E non è facile.

Per questo, il 13 gennaio, Galeazzo Bignami ha portato a Bologna un film brutto e falsificante come «Il segreto di Italia» in una serata al cinema Capitol che ha raccolto 350 fra «moderati» e camerati: dai notabili di Forza Italia fino ai neonazisti di Forza Nuova.

Per tutti una copia omaggio de «L’ultima Crociata», l’organo ufficiale dell’Associazione nazionale famiglie caduti e dispersi della Repubblica Sociale Italiana, cioè della fascistissima e antisemita Repubblica di Salò. E subito dopo l’intervento di Galeazzo Bignami che strepitava fra gli applausi: «Mai con i comunisti! I comunisti sono vigliacchi! Non sono venuti nonostante li avessimo invitati».

Prima del film vi è stato il lungo piagnisteo revisionista di tal Gianfranco Stella, «saggista della destra cattolica» e autore del libro 1945 Ravennati contro – La strage di Codevigo da cui è stata tratta la sceneggiatura. «Quella di Codevigo è la più grande strage compiuta dalla Resistenza in Italia», ha dichiarato Stella.

Ed è un esempio di come funziona il revisionismo storico nel produrre menzogne con dati più o meno autentici.

Anzitutto la cosiddetta «strage di Codevigo» è avvenuta in un lasso di tempo non breve, tra fine aprile e fine giugno del 1945.

Non è avvenuta a Codevigo, ma in un’area assai più ampia della Bassa padovana.

Nemmeno gli esecutori della presunta «strage» sono sempre gli stessi: fascisti morti in conflitti a fuoco perché non avevano deposto le armi, esecuzioni sommarie di ufficiali della Brigata Nera, vendette personali anche tra gli stessi fascisti sconfitti o per rivalità svariate…

Non solo si tratta di episodi singoli, staccati ed eterogenei, ma gli omicidi più terribili ed efferati non si devono a partigiani della Resistenza, ma a soldati del Battaglione «Cremona» dell’Esercito italiano che era passato nel 1944 agli ordini dell’VIII Armata Britannica, ossia di soldati che fino a poco prima erano stati fascistissimi e ora si divertivano a torturare i fascisti…

E tutte queste storie eterogenee vengono poste sotto l’etichetta fuorviante di «grande strage compiuta dalla Resistenza» soltanto per svalutare politicamente la specificità dello stragismo fascista e neofascista e per mettere sullo stesso piano le tante stragi nazifasciste e le presunte e inesistenti «stragi della Resistenza».

Vi è la necessità di costruire un’equiparazione storica che funziona allo stesso modo del famoso detto popolare «tutti ladri, quindi nessun ladro». Per il revisionismo di estrema destra livellare significa non tanto svalutare la propria e le altre ideologie di morte, ma rivalutare la tradizione fascista e stragista alla pari delle altre culture politiche.

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One Response

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  1. Fritz says

    Non a caso hanno scelto il Capitol che è di fianco alla stazione