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Nostalgia del colpo di stato: i neofascisti si organizzano per il 9 dicembre in memoria del golpe Borghese

La destra fascista cerca sempre di uscire dalla marginalità politica con la solita vecchia tecnica del camuffamento rivoluzionario e rossobruno. Hanno capito che, dopo i colpi di stato, la strategia delle stragi e lo squadrismo al soldo dei padroni, la loro presenza esplicita non desta affatto consensi e quindi ogni tanto dismettono i panni identitari e provano a presentarsi sotto mentite spoglie.

La scadenza del «9 dicembre», al di là del suo probabile fallimento, è un caso esemplare di mascheramento dei neofascisti dietro le mobilitazioni di un ceto medio impoverito e rovinato dalla crisi. I gruppi di estrema destra vorrebbero monopolizzare le manifestazioni di protesta per instaurare un governo autoritario delle «forze dell’ordine».

Ed è certo inquietante il richiamo sui siti neofascisti al «giorno dell’Immacolata», cioè al tentato golpe del fascista Junio Valerio Borghese tra l’8 e il 9 dicembre del 1970.

Vedi:

Forza Nuova si camuffa e cerca confusioni «rosso-brune»

9 dicembre: un mistero la riuscita della protesta, una certezza le infiltrazioni fasciste

L’antifascismo come antidoto

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L’estrema destra vuole bloccare le strade del Nord: l’allarme dell’Anpi

L’ultimo travestimento di Forza Nuova

Fascisti del «9 dicembre»: un primo screening non lascia dubbi

Un’analisi della composizione di classe della «Rivoluzione italiana» si può leggere su Infoaut.

Resta comunque il fatto che, come osserva un attivista del Teatro Pinelli Occupato di Messina, attraverso la manifestazione del 9 dicembre, promossa da un coordinamento nazionale di soggetti della corporazione padronale abbandonata dal capitalismo finanziario (agricoltura e trasporti soprattutto), si sta preparando, volontariamente o meno, uno spazio politico che può benissimo favorire una narrazione di destra e «dal basso» della crisi economica attuale.

Intanto, dopo un incontro con il ministro Maurizio Lupi e la promessa di uno stanziamento di 330 milioni di euro a favore della categoria per il 2014, è stata resa pubblica la revoca dello sciopero del 9 dicembre da parte di quasi tutte le associazioni degli autotrasportatori: Unatras (Unione nazionale delle associazioni dell’autotrasporto merci), Anita (Associazione nazionale imprese trasporti automobilistici) e Fai Conftrasporto.

Una «Rivoluzione italiana» senza un chiaro programma rivoluzionario e strumentalizzata da neofascisti e neonazisti senza arte né parte, risulta in fondo un evento all’altezza della spenta mediocrità dei tempi in cui viviamo.

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