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Il tarlo euroasiatico. Comunitaristi, rosso-bruni, nazionalcomunisti, nazionalbolscevichi: tra vecchie e nuove maschere del neofascismo

Anche a Bologna il fascismo eurasiatico e rossobruno comincia a effettuare la sua propaganda copertamente razzista, organizzando una conferenza del negazionista Claudio Moffa o una carnevalata pro-Assad di “Stato e potenza”, con il beneplacito della Questura e anche il patrocinio del Comune di Bologna (concesso e poi ritirato il giorno prima dell’iniziativa). Ripubblichiamo da Osservatorio democratico una nota che ricorda di quale consistenza ideologia sia fatta la propaganda di questi gruppi neofascisti.

Il tarlo euroasiatico. Comunitaristi, rosso-bruni, nazionalcomunisti, nazionalbolscevichi: tra vecchie e nuove maschere del neofascismo

Da qualche tempo si tengono a Milano piccoli seminari e conferenze da parte di Eurasia, un coordinamento che edita anche l’omonima rivista di studi geostrategici, in realtà nient’altro che l’ultimo prodotto della vecchia corrente nazionalbolscevica italiana, animata da figure conosciutissime per i loro trascorsi neofascisti. Un nome in primis: Claudio Mutti (direttore della stessa rivista), ex Giovane Europa, sodale dell’ex Waffen-SS Jean Thiriart, poi fondatore delle Edizioni all’insegna del Veltro, autore, guarda caso, di un saggio, «Nazismo e Islam», apologetico della Divisione dei volontari musulmani nelle SS. Convertitosi all’Islam, assunse anni fa in onore dell’ex ufficiale delle SS, nonché criminale di guerra, Johann von Leers, riparato dopo la guerra in Egitto, il suo stesso nome di copertura in arabo, Omar Amin. Nel giugno scorso, presso il Centro Culturale San Fedele, Eurasia aveva prima promosso la conferenza «Bombardamenti umanitari? Gli obiettivi geostrategici dietro la guerra in Libia», poi, il 18 febbraio di quest’anno, presso la Sala consiliare di via Sansovino, il seminario «Il risveglio del Drago. Politiche e strategie della rinascita cinese», con la partecipazione dello stesso Mutti.

In quest’ultima occasione ha anche avuto modo di intervenire Andrea Fais, co-autore di un libro con lo stesso titolo del convegno (i cui scritti, tra l’altro, compaiono sul sito del Centro studi “L’arco e la clava”, fondato in omaggio a Julius Evola), cui dobbiamo, nella propria produzione “intellettuale”, perle antisemite di questo tenore: «L’ateo Stalin, rivivificato il sentimento religioso e tradizionale della Grande Russia, sembrava aver trasposto, con le debite proporzioni, quell’insegnamento di gioventù nella direzione dell’aspetto politico e sociale, individuando negli ebrei gli stessi esponenti di una casta etnico-politica abietta, suprematista e infida, pericolosa tanto per la tradizione russa quanto per la causa del socialismo. Non sappiamo dove sarebbe arrivato: quel che è certo è che, con la sua morte, nel marzo del ’53, la comunità ebraica russa e tutto l’Occidente poterono tornare a respirare, dopo aver trattenuto il fiato per almeno nove anni». (da «Stalin e il nazionalcomunismo», senza data, pubblicato nel sito del Fronte Patriottico che nel frontespizio porta l’illuminante dicitura «Non ci sono uomini di destra e uomini di sinistra: c’è il sistema e i nemici del sistema»). Sconcertante, in questo contesto, la presenza al seminario del Console Generale della Repubblica Popolare Cinese, signora Cai Wen.

La domanda è d’obbligo: al consolato non sanno con chi hanno a che fare o che altro? Mentre scriviamo, sempre a Milano, ha già avuto nel frattempo luogo un’altra iniziativa “eurasiatica” (al Victory Café di Via Castel Morrone) dal titolo «Siria baluardo dell’antimperialismo o stato canaglia?», presente l’ex senatore di Rifondazione comunista Fernando Rossi. A promuoverla in questo caso un’altra sigla: “Stato e Potenza”. Un «nuovo nucleo politico e militante» impegnato «nel tentativo epocale di individuare in modo preciso e inequivocabile una nuova teoria del socialismo». In questo caso a impreziosire l’evento, tanto per non sbagliare, è stato anche organizzato un collegamento, via skype, con Alexander Dugin, il traduttore in russo delle opere di Evola.

Riguardo le nuove teorie socialiste di “Stato e Potenza”, basterebbe limitarsi a qualche proposta presente nel «Manifesto politico». «Va prima di tutto recuperato» – sostengono i nostri – «il primato della scienza e della tecnica al servizio della politica. Nulla a che vedere con la finta tecnica (in realtà tecnica finanziaria e capitalistica, dunque “tecnica di classe”) del governo Monti. Parliamo di innovazioni e di capacità di crescita, a partire dalle fondamenta di ogni moderna economia di sviluppo: l’energia. Tornare al nucleare – anche se – sconfiggere la rete delle ong ambientaliste non sarà facile sul piano comunicativo».

Oltre a ciò bisognerebbe «avviare nuove reti di viabilità ferroviaria ad alta velocità destinate principalmente al trasporto commerciale, in modo da restringere i tempi di percorrenza tra Nord e Sud della Penisola». Andrebbe anche riformata la leva, ripristinando «il vecchio servizio obbligatorio, eliminando l’arruolamento professionale facoltativo, per preparare tutti gli uomini e le donne idonei al servizio – almeno per un anno – alla capacità di difesa e alla mobilitazione totale in caso di attacco, nel quadro della formazione di nuove milizie popolari», oltre che censiti «tutti i locali e i luoghi ricreativi notturni e diurni, registrandone ogni singola attività in modo da verificare la presenza di attività legali e conformi alla legge » per espropriarli «dopo accurate indagini delle autorità e adibiti a case del popolo finalizzate ad iniziative di tipo sociale e culturale». Siamo al socialismo da caserma! È dunque tempo di tornare a informare su questa corrente neofascista, smascherandone ambiguità, intenti e velleità provocatorie. Tutte caratteristiche presenti nella sua storia.

Mettiamo nel frattempo a disposizione: un articolo «I rosso-bruni: vesti nuove per una vecchia storia», di solo un paio di anni fa, di Valerio Evangelisti, uscito sulla rivista «Su la testa» e successivamente su «Carmilla on line». Preferiamo questa seconda versione con le note in risposta a Costanzo Preve; tre capitoli («Da Giovane nazione a Giovane Europa», «I comunitaristi» e «I nazionalbolscevichi»), tratti dal libro «Da Salò ad Arcore. Mappa della destra eversiva» di Saverio Ferrari, uscito nel 2006 come supplemento a «l’Unità».

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