CHI HA UCCISO IL 15ENNE HAMIDULLAH NAJAFI E ACCECATO LA SUA SORELLINA DI 11 ANNI? OVVERO QUANTO È LONTANA PATISSIA DA PIAZZA FONTANA?
traduzione da occupiedlondon.org
Sono passati due giorni dall’esplosione mortale nel quartiere di Patissia ad Atene, ed il mistero circa l’attacco rimane. La polizia e i media sono stati (molto) veloci a tirare in ballo la “cospirazione delle cellule di fuoco” anche se il gruppo ha reso pubblico un proclama credibile per negare qualunque coinvolgimento nell’attacco. È importante ricordare che nei casi in cui gli attacchi della guerriglia urbana hanno in passato causato la morte di innocenti, i gruppi si sono immediatamente assunti le proprie responsabilità (come accadde col ventenne Thanos Aksarlian, un passante ucciso dal gruppo “17 Novembre” nel 1992).
Ma allora chi ha piazzato la bomba senza poi avvertire, chi, dunque, ha ucciso il quindicenne Hamidullah Najafi e (come dicono le ultime notizie) reso permanentemente cieca la sua sorellina di 11 anni?
Sono due i principali scenari possibili: il primo, maggiormente sdoganato da polizia e media, secondo il quale le “cellule di fuoco” o qual si voglia gruppo di guerriglia urbana di “estrema sinistra”, a cui l’azione è andata male, non rivendicherà le responsabilità, probabilmente, proprio per la morte tragica del ragazzino.
Il secondo scenario, che ora viene timidamente a galla anche nei media ufficiali, è costituito dalla possibilità che dietro all’attacco ci siano gruppi di estrema destra. Ciò che è avvenuto a Patissia potrebbe essere la risposta di estrema destra alla bomba posta nella sede del gruppo neo-nazi “Chrisi avgi” qualche giorno fa. Se questo fosse vero ci troveremmo di fronte alla versione greca della “strategia della tensione”: Patissia potrebbe costituire una “Piazza Fontana” greca.
Non ci è dato avere indizi solidi su ciò che sta accadendo. Benché l’orrido scenario sia supportato anche dal fatto che, per stessa ammissione della polizia, l’attacco abbia diverse somiglianze con due attacchi avvenuti a Salonicco contro due spazi antiautoritari qualche tempo fa: in tutti i tre casi l’esplosivo è stato posizionato in tubi metallici molto simili tra loro. La differenza, dichiara la polizia, è che negli attacchi di Salonicco è stato usato un fusibile di detonazione, non un’orologeria come ad Atene. Neppure gli attacchi di Salonicco sono stati seguiti da una rivendicazione, ed è molto probabile che dietro ad essi vi siano gruppi parastatali di estrema destra.