Che la classe politica stia convergendo nel Partito Unico della Nazione è un fatto sotto gli occhi di tutti.
C’è il neofascista Adriano Tilgher, già inquisito per le stragi del treno Italicus e della stazione di Bologna, che attualmente sostiene il candidato del PD Vincenzo De Luca in nome di una «magnifica contaminazione»…
C’è la Lega Nord che continua pervicacemente a dichiararsi «antifascista», ma tiene sul proprio libro paga i mazzieri neofascisti di CasaPound schierati anche a Foggia a difesa del gerarca padano…
C’è l’ex leghista nero Manes Bernardini che ora sostiene un candidato renziano del PD a sindaco di Bologna…
Ormai il trasformismo bipartisan è una strategia di sopravvivenza di una classe politica che sa solo rubare ai poveri per dare ai ricchi.
Ma al di sotto del circo variopinto e folkloristico del Partito Unico della Nazione vi è tuttavia la Violenza Unnica dello Stato ovvero la Politica della Ruspa.
Inventata da Sergio Cofferati, la spettacolarizzazione della Ruspa oggi piace a tutti, dal PD fino alla Lega Nord che, per distinguersi, vi aggiunge sempre un po’ di toni incendiari.
Perché mentre tutto ormai assomiglia a tutto, e non è certo facile distinguere il razzismo del PD da quello di Forza Italia o della Lega Nord, il grande problema dei politicanti è quello di distinguersi pur dicendo sempre la stessa cosa.
Nella foto la leghista Lucia Borgonzoni, commissario provinciale della Lega Nord a Bologna, con la nuova linea di magliette preparata per la manifestazione dei rom e dei sinti del 16 maggio.
Pôver al mi passarot! Questa città ha sopportato ben altre provocazioni e saprà certo respingere con calma e pazienza anche i farfugliamenti di chi fomenta l’odio sociale solo per raccattare un pugno di voti in più.