Come avevamo annunciato e coerentemente con le parole conclusive di Paolo Bolognesi, che è tornato a denunciare con forza il coinvolgimento dello Stato nella strategia della tensione e nei depistaggi, oggi abbiamo abbandonato la Piazza della Stazione poco dopo il minuto di silenzio con cui ogni anno ricordiamo la strage del 2 agosto, perché non intendiamo più ascoltare le parole vuote e mediocri del sindaco e per sottolineare la necessità e l’urgenza di una società diversa, libera dallo sfruttamento, dalle guerre e dal terrore.
Auspichiamo che nessuno voglia speculare sulla provocazione che abbiamo dovuto subire da parte di una persona che ci ha ripetutamente gridato contro: «Fascisti! Fascisti!». La nostra reazione è stata più che composta.
Per noi la sola verità sullo stragismo è affidata ai vecchi slogan di quegli anni, confermati da tanti depistaggi di Stato, da tante testimonianze e risultanze processuali, da tante scandalose assoluzioni di stragisti legati ad agenzie statali:
«Le bombe nelle piazze, / le bombe alle stazioni, / le mettono i fascisti, / le pagano i padroni».
«Stazione di Bologna / si sa chi è stato / strage fascista / strage di Stato».
Non ci risulta che qualcuno ci abbia chiesto di tacere e anzi tante persone sono uscite con noi dalla piazza riconoscendosi negli slogan che abbiamo gridato e condividendo le verità scomode e ingombranti che ogni anno portiamo in piazza.
Fiducia nello Stato non ne abbiamo, l’antifascismo è nostro e non lo deleghiamo!
Nodo sociale antifascista