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La libertà è l’autodifesa contro fascismo e patriarcato!

Riceviamo e condividiamo, traducendolo in italiano, l’appello antifascista e antisessista del Movimento delle Donne Curde in Europa (IRKWM). Sotto, il testo originale in francese.

Donne, organizziamoci contro la guerra, il fascismo, il sessismo e il femminicidio!

I poteri dominanti stanno aggiornando le loro politiche attraverso il rafforzamento delle guerre di colonizzazione nel Kurdistan, nel Medio Oriente e ovunque nel mondo. La nostra campagna «In piedi per il cambiamento e la libertà» che abbiamo lanciato in occasione della celebrazione della rivoluzione del Rojava, è una risposta contro tutti questi attacchi. La resistenza è la sola forma per contrastare tutte queste reti sistematiche, tra cui Daesh che ha commesso una pulizia etnica e in particolare una serie di femminicidi a Shengal e nel Rojava. Continued…

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Fratelli di ’ndrangheta?

«Noi non siamo mafiosi, siamo fascisti…», ha dichiarato il neofascista romano Fabio Gaudenzi rivendicando l’appartenenza a una banda armata denominata «Fascisti di Roma Nord» e dichiarandosi «prigioniero politico» nel tentativo di darsi un tono e non sembrare un malavitoso qualsiasi.

Tuttavia è abbastanza evidente che oggi le mafie in Italia scommettano sull’estrema destra.

Da anni l’estremismo nero ha rapporti con le cosche e il traffico di droga, e l’espansione della ’ndrangheta ha permesso alleanze trasversali sempre più strette fra politica e affari illeciti, mettendo insieme partiti di destra, neofascisti, gruppi organizzati di ultras, spaccio, appalti, riciclaggio di denaro sporco.

Non è un caso che nelle ultime settimane svariati esponenti di «Fratelli d’Italia» siano finiti in manette per ’ndrangheta: Enzo Misiano arrestato a Varese, il presidente del consiglio comunale Giuseppe Caruso a Piacenza e Alessandro Nicolò capogruppo alla regione Calabria…

Per non parlare dei fatterelli di cronaca, minimi e tuttavia indicativi. Ad esempio, in provincia di Ferrara un assessore di «Fratelli d’Italia» viene fermato mentre compra cocaina e il pusher picchia i carabinieri…

Così adesso «Fratelli d’Italia» ha adottato un rigidissimo «codice etico» per le new entries nel partito anche perché, quando una nave come «Forza Italia» affonda, i topi più ipocriti e più maleodoranti scappano subito su un’altra barca.

Sorprende tuttavia che questo nuovo «codice etico» abbia permesso di accogliere il bolognese Galeazzo «Svastica» Bignami (nella foto) che ha da poco lasciato i panni di notabile di «Forza Italia» per passare a «Fratelli d’Italia» con piglio nostalgico e movimentista.

Galeazzo Bignami è stato capogruppo di «Forza Italia» alla Regione Emilia-Romagna negli anni delle «spese pazze» del centrodestra e dei rimborsi chilometrici a suon di scontrini, partecipando a un clima consociativo e quantomeno distratto di degrado politico che ha permesso un’ampia infiltrazione della ’ndrangheta in Emilia-Romagna.

Per dirne una, è durante il suo mandato, e anche con il suo distratto silenzio, che sono avvenute le abiette e odiose violenze istituzionali contro famiglie e bambini a Bibbiano e dintorni, nonostante Galeazzo Bignami girasse ovunque in Emilia-Romagna, ma forse più per i suoi scontrini con relativo rimborso chilometrico che per parlare con le persone. Ed era il capo dell’opposizione, colui che avrebbe dovuto vigilare…

Eh, già! Non c’è «codice etico» che tenga quando si invoca «ordine» e «legalità» come paravento alla prepotenza, alle clientele e agli affarismi.

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Ancora repressione e “normalizzazione” in Grecia

Ovunque nel mondo si va delineando una stessa battaglia per la libertà, l’eguaglianza e la solidarietà in cui si vedrà che cosa valiamo e per cosa siamo al mondo. Ora e sempre resistenza!

ANCORA REPRESSIONE E “NORMALIZZAZIONE” IN GRECIA
di Gianni Sartori

Come già scritto, il 26 agosto il nuovo governo greco – di destra – ha compiuto un altro passo nell’opera di “normalizzazione sociale” promessa in campagna elettorale.

Un autentico “lunedì nero” macchiato dall’arresto di oltre 150 persone, in massima parte migranti. Tre giorni dopo, il 29 agosto, la polizia anti-sommossa (MAT) è intervenuta – utilizzando lacrimogeni e granate – contro il Centro Sociale Occupato K*Vox. Il fatto è avvenuto mentre erano in corso spettacoli e incontri musicali, sia in piazza Exarkia che in vari centri sociali occupati. Molte persone sono state malmenate, picchiate e manganellate. Sia all’esterno che all’interno del K*Vox dove la polizia ha distrutto suppellettili, spaccato sedie e infranto vetri.

Inoltre una granata è stata lanciata dentro al centro sociale, nonostante si trattasse di un luogo chiuso. Tra i feriti più gravi, un militante di Ruvikonas ricoverato d’urgenza all’ospedale.

Almeno quattro persone sono state arrestate. O almeno ufficialmente, in quanto i fermati sarebbero parecchi di più.

Stando ai resoconti dei compagni presenti, in questa circostanza si sarebbe “oltrepassato ogni limite” e all’operazione avrebbero preso parte anche “membri dei Servizi, l’Anti-terrorismo con utilizzo di droni e di elicotteri”.

Pronta la risposta: tremila persone si sono riunite per protestare in piazza Esarkia. Riuscendo addirittura a respingere la polizia e a rioccupare, almeno provvisoriamente, il quartiere.

Per il 4 settembre è prevista una manifestazione di protesta a Bruxelles davanti all’ambasciata greca.

Gianni Sartori

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L’ordine regna in Atene

Solidarietà e vicinanza con tutt* coloro che subiscono la repressione del nuovo governo di Kiriakos Mistotakis.

L’ORDINE REGNA IN ATENE
di Gianni Sartori

Forse la notizia non ha suscitato il clamore e l’inquietudine che pur meritava, ma l’8 agosto in Grecia è successo un fatto grave.

Il Parlamento ha votato una legge del nuovo governo di Kiriakos Mistotakis. Denominata “legge omnibus”, comprende svariate misure di carattere economico, sociale e penale. Tra le norme a carattere repressivo, l’abolizione dell’asilo universitario per cui in futuro la polizia potrà entrare all’interno delle università anche senza l’autorizzazione del rettore. Viene così rimesso in discussione uno dei principi introdotti dalla ribellione contro i colonnelli. Quella dell’occupazione nel 1973 del Politecnico di Atene a Exarchia, foriera della caduta del regime.

Sempre con la stessa legge verranno assunti altri 1500 poliziotti.

E dato che non c’è limite al peggio, all’alba del 26 agosto un centinaio di poliziotti sono entrati a Exarchia – senza incontrare una significativa resistenza – per scacciare gli occupanti da quattro squat (a Charilaou e Trikoupi). Occupati da anni e utilizzati soprattutto da rifugiati e migranti.

In sintonia con il nuovo governo, anche il sindaco di Atene ha dichiarato di voler “riportare l’ordine a Exarchia” e porre fine all’atteggiamento di “eccessiva tolleranza” che – a suo avviso – aveva contraddistinto il governo precedente. In particolare nei confronti degli anarchici. Al momento sono oltre una ventina (23, stando alle ultime informazioni) gli squat occupati nel quartiere. In maggioranza di ispirazione libertaria e in parte (circa la metà) ospitanti soprattutto rifugiati.

Per il 14 settembre, davanti all’Università di Atene, è prevista una manifestazione di protesta e di solidarietà con gli occupanti scacciati.

Gianni Sartori

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Macarena Valdés, assassinata in quanto donna, mapuche e ambientalista

È il capitalismo che brucia il mondo e le vite di chi lotta per salvarlo. E anche a Bologna c’è chi è in piazza per ribellarsi…

MACARENA VALDES, ASSASSINATA IN QUANTO DONNA, MAPUCHE E AMBIENTALISTA
di Gianni Sartori

Il 22 agosto 2016 veniva uccisa Macarena Valdés (la Negra) della comunità mapuche Newen de Tranguil (Panguipulli).

Già oggetto di svariate intimidazioni e minacce, la giovane militante, madre di famiglia, si era esposta nel contrastare i progetti idroelettrici della transnazionale austriaca RP-Arroyo (conosciuta anche come RP Global Energias renovables).

Le autorità, in particolare la Procura di Panguipulli, avevano cercato di mascherare questo assassinio come “suicidio”. Tuttavia, grazie all’impegno dei familiari e alla mobilitazione delle comunità mapuche, era stato possibile riesumarne il corpo e procedere ad una seconda autopsia – stavolta indipendente – confermando senza ombra di dubbio che la giovane era stata assassinata.

Ogni anno l’anniversario della morte di Macarena Valdés “activista mapuche y defensora de la tierra” viene ricordato con manifestazioni e commemorazioni. Quest’anno tutto era cominciato pacificamente con un raduno al Museo della memoria di Santiago.

Ma ben presto si assisteva ai primi scontri tra decine di giovani incappucciati e le forze dell’ordine (Los carabineros), soprattutto nel quartiere di Barrio Yungay. Almeno una quindicina le persone arrestate. Continued…

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ISIS: un’ideologia reazionaria che contamina anche la sorellanza

Nove anni di guerra, nove anni di orrore…

ISIS: UN’IDEOLOGIA REAZIONARIA CHE CONTAMINA ANCHE LA SORELLANZA
di Gianni Sartori

In Siria, nel campo di al-Hol, alcune donne aderenti (per convinzione, costrizione o plagio…) allo Stato islamico hanno assassinato, massacrandola di botte, una ventenne yazida che tentava di fuggire.

Nel campo in questione sono detenute soprattutto donne sfollate da varie località siriane in precedenza occupate dalle milizie di Daesh.

L’informazione proviene da alcuni attivisti presenti nel campo per assistere i familiari (mogli, figli, madri, parenti vari… soprattutto donne e minori) dei miliziani di Isis che invece sono stati imprigionati in attesa di un auspicabile processo.

Purtroppo insieme a questi familiari dei miliziani nel campo si trovano ancora alcune donne yezide, presumibilmente catturate e schiavizzate dagli integralisti, non ancora identificate. In questo caso, ovviamente, sarebbero già state liberate. Il corpo della giovane assassinata è stato portato a Sinjar (Shengal).

Gianni Sartori

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[Ravenna] dom 25 ago h.7.30: nessuna commemorazione per il gerarca Ettore Muti!

Non avendo nulla degno di ricordo, domenica 25 agosto i neonazisti di Forza Nuova vorrebbero fare qualche saluto romano nel cimitero di Ravenna sulla tomba del gerarca fascista Ettore Muti, ironicamente detto ai suoi tempi, per la sua fama di soldato stupido e vanitoso, «Gim dagli occhi verdi». Riceviamo e condividiamo l’appello della Rete Antifascista di Ravenna contro la commemorazione neofascista di Ettore Muti e contro ogni apologia di fascismo.

Apprendiamo dalla stampa locale che anche quest’anno i gruppi neofascisti con in testa Forza Nuova avrebbero intenzione di commemorare il gerarca Ettore Muti qui a Ravenna.

Ribadiamo fermamente l’opposizione della Rete Antifascista di Ravenna a tali celebrazioni a carattere apologetico del fascismo.

Annunciamo con chiarezza che il nostro dissenso sarà ATTIVO: non intendiamo limitarci ad interpellare le istituzioni di governo locale alle quali, con senso di responsabilità, abbiamo chiesto un incontro senza avere alcuna risposta.

Le responsabilità politiche, morali e di ordine pubblico, saranno in capo a chi a qualsiasi livello, sindaco, questore e prefetto, si sia reso complice dei gruppi neofascisti e delle loro celebrazioni.

Noi della Rete Antifascista di Ravenna saremo presenti al cimitero della nostra città nella giornata del 25 agosto per impedire qualsiasi evento di carattere fascista; ci appelliamo a tutti i compagni le compagne, i/le cittadin* e le associazioni che si riconoscono nei valori dell’antifascismo, dell’antirazzismo e della solidarietà ad unirsi a noi nella presenza attiva, con qualsiasi modalità di partecipazione ritenessero consona alle loro pratiche.

Vi aspettiamo tutt* domenica 25 agosto dalle 7:30 del mattino al cimitero di Ravenna.

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Cartoline da un paese incetriolato

La recente, eclatante, scoperta di un missile aria-aria in possesso del trafficante d’armi Fabio Del Bergiolo e di due suoi degni compari ha coperto un dato di fatto molto più significativo: il fascismo non si sta semplicemente riorganizzando, ma si sta armando! Non è un caso che nel varesotto, nota zona di neonazisti, ci fossero armi e munizioni a volontà e altre ne sono state trovate nella casa del suddetto in provincia di Massa – altra zona ad alto tasso di fascisti dove, non più di un paio di anni fa, è stata scoperta un’intera cassa di armi sepolta nei boschi. Leggi tutto sul blog di Nicoletta Poidimani.

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[BO] ven 13 set h.18: «I demoni di Salvini»: il vero volto della Lega tra post-nazismo e legami con la Russia

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Rivolte, pestaggi e arresti in Papua Occidentale

Oggi le ragioni dell’internazionalismo e della rivolta sono più forti che mai. Perché neocapitalismo e sovranismo portano ovunque le medesime cose: devastazione ambientale, sfruttamento, razzismo, fascismo e violenze poliziesche…

PAPUA OCCIDENTALE COME TIMOR EST?
di Gianni Sartori

La Nuova Guinea occidentale (divisa in due province: Papua e Papua occidentale, autonoma) si estende sulla porzione ovest dell’isola Nuova Guinea. Dopo anni di relativa “convivenza pacifica” con il governo centrale, negli ultimi tempi cresce la tensione, si riaccendono focolai mai del tutto spenti di contestazione. Alimentati soprattutto dai comportamenti discriminatori delle forze dell’ordine nei confronti della popolazione (anche di quella “emigrata” in altre isole indonesiane).

A Manokwari, il 19 agosto, migliaia di persone hanno voluto esprimere vigorosamente la loro protesta contro gli arresti di decine di giovani indipendentisti avvenuti nei giorni precedenti. E non sono mancati, per le strade della capitale della provincia di Papua occidentale (sotto amministrazione-occupazione indonesiana) disordini e azioni dirette: negozi e auto incendiati, segnali stradali divelti, lanci di pietre contro la polizia…

Quasi una sollevazione che ha avuto il suo culmine nell’incendio del Parlamento regionale e di un carcere (da cui sarebbero fuggiti, cogliendo l’occasione, non meno di 250 detenuti ora freneticamente ricercati). Dopo tali avvenimenti nella provincia ribelle sono stati inviati nuovi contingenti di polizia. Continued…

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