Skip to content


[Trieste] Resoconto della manifestazione antifascista e antirazzista del 3 novembre

Qualche giorno fa a Trieste è accaduto qualcosa di straordinario. Migliaia e migliaia di persone sono scese in piazza per dire che il fascismo non passerà. Contro gli squadristi di CasaPound, contro la deriva securitaria e razzista del governo gialloverde, ma anche contro una sinistra «democratica» che ha prodotto solo più autoritarismo, più razzismo, più precarietà e ingiustizia sociale. Qui c’è un bel video della manifestazione.  Intanto a Liverpool la manifestazione indetta dai neonazisti del North West Frontline Patriots è stata cancellata di fronte al gran numero di antifascisti scesi in strada per contestarla. Riceviamo e condividiamo alcune considerazioni di Claudio Venza sulla manifestazione di Trieste. Non un passo indietro!

Resoconto della manifestazione antifascista e antirazzista del 3 novembre 2018
di Claudio Venza

Seguo un discorso schematico che può facilitare la lettura

1. L’iniziativa è stata promossa dall’Assemblea Antifascista e Antirazzista (poi anche Antisessista) con diverse riunioni per più di un mese. Vi partecipavano varie decine di aderenti e quasi sempre si sono svolte presso la Casa delle Culture. Dai resoconti dei lavori in Internet avevo dedotto che molti nomi nuovi (almeno per me) comparivano come protagonisti attivi assieme a consumati politici e dirigenti sindacali.

2. Nel corso delle settimane si sono succeduti eventi che hanno condizionato l’attività, ma anche vari appuntamenti riusciti (dalla passeggiata in città sui luoghi di fatti antifascisti alla conferenza storica di Wu Ming a concerti e proiezioni…). Sul piano prefettizio si è creato un clima di terrore in città alternato a pressanti inviti a restare a casa. Il tutto mettendo logicamente sullo stesso piano i fascisti di CP e gli antifascisti.

3. Anche il Pd ha fatto la sua parte indicendo una manifestazione il 2 novembre proprio per evitare gli estremismi di quella del 3. Intanto esponenti religiosi, sembra di quasi tutte le chiese organizzate, condannavano sì CasaPound, ma indicavano come migliore forma di protesta l’assenza dalle strade triestine per isolare i nostalgici.

4. Insomma il clima imposto alla città era di aperta esibizione di forza poliziesca con il blocco quasi completo delle strade centrali e uno spiegamento enorme che ricordava quello di Genova 2001. In effetti chi andava alla manifestazione di Campo San Giacomo poteva provare la strana sensazione di una città semideserta. Continued…

Posted in General.

Tagged with , , , , , .


Elogio di un ex torturatore

Con il titolo «Michele Tossani: lo scienziato dell’infortunologia», il «Resto del Carlino» pubblica il solenne panegirico scientifico di un combattente fascista nella Guerra di Spagna, poi membro delle Brigate nere fasciste e torturatore di partigiani, a lungo finanziatore della politica dell’estrema destra e autore a novant’anni di un «Inno della Razza»…

Quando la pubblicità della sua azienda d’infortunistica passava nei cinema di periferia di tanti anni fa, qualche anziano urlava sempre boiafascista

Nato il 2 novembre 1918, è scomparso ultranovantenne qualche anno fa e al suo funerale i suoi amici gli hanno reso omaggio con gran profusione di saluti romani…

Ma, ovviamente, a tutto ciò il «Resto del Carlino» non fa alcun cenno. Qualche dettaglio su questo bel personaggio bolognese qui e qui e qui

Posted in General.

Tagged with , .


«Biji Serok Apo»: curdi, turchi e svizzeri per la libertà di Ocalan

Oggi i media danno solo notiziole manipolatorie per sviare l’attenzione dalle grandi catastrofi civili umane e ambientali che si stanno consumando sotto i nostri occhi confusi e distratti. E poco si parla di chi lotta e resiste ogni giorno…

ZURIGO: CURDI, TURCHI E SVIZZERI SCENDONO IN STRADA PER OCALAN
di Gianni Sartori

Sabato 3 novembre a Zurigo si è svolta una manifestazione di protesta contro l’isolamento a cui viene sottoposto Abdullah Ocalan, detenuto in Turchia da quasi venti anni. Come è noto, il 15 febbraio 1999 venne illegalmente sequestrato a Nairobi, in Kenya, in aperta violazione del Diritto internazionale. Nel settembre 1998, a causa delle pressioni di Ankara su Damasco, il fondatore del PKK era stato costretto a lasciare la Siria.

Segregato nell’isola di Imrali, il “Mandela curdo” da sette anni non può godere di assistenza legale e anche ai familiari viene impedito di visitarlo. L’ultimo permesso, concesso al fratello, risale al settembre 2016. Inoltre, dall’aprile del 2015, si trova in isolamento totale. Continued…

Posted in General.

Tagged with , , .


[Cesena] sab 24 nov h.18: presentazione di Antifascisti senza patria @Magazzino Parallelo

Sabato 24 novembre, alle ore 18.00, presso il Circolo ARCI Magazzino Parallelo in via Genova 70 a Cesena si terrà un incontro con l’autore e presentazione del libro:

ANTIFASCISTI SENZA PATRIA di Paolo Pasi (ed. Eleuthera, 2018)

Organizzato da Spazio Libertario «Sole e Baleno» Cesena, Circolo «Magazzino Parallelo» e Assemblea Antifascista di Cesena.

DURANTE LA SERATA: APERITIVO VEGAN ANTIFA E BANCHETTO DI CONTROCULTURA RESISTENTE!!!
…e a seguire concerto!!!

Evento facebook qui.
Book-trailer del libro qui.

All’indomani della caduta di Mussolini, la maggior parte degli antifascisti rinchiusi al confino reclama e ottiene l’immediata liberazione unendosi alla resistenza contro i nazifascisti. Ma questa liberazione non avviene per tutti: alcuni di loro, in gran parte anarchici, vengono trattati dal governo Badoglio alla stregua di nemici, tanto che ne viene ordinato il trasferimento nel campo di concentramento di Renicci d’Anghiari, poco lontano da Arezzo. Inizia così il racconto corale di un viaggio che tra tentativi di fuga e ricordi di lotta porterà questi «antifascisti senza patria» nel famigerato Campo 97, dove già migliaia di prigionieri di guerra, per lo più slavi, patiscono condizioni di vita durissime. Unica speranza: evadere. Ed è appunto quello che faranno alla fine di quei quarantacinque giorni che intercorrono tra la caduta del fascismo e l’armistizio. Una storia realmente accaduta, narrata attraverso le vicende di undici personaggi dal passato ribelle e dal futuro incerto: uno scrittore futurista, un catalano sfuggito alla repressione di Franco, un combattente piacentino tornato dalla guerra di Spagna, un fabbro triestino e un barbiere siracusano, una donna dal destino avverso che però non si è arresa…

Posted in General.

Tagged with , , .


[BO] ven 9 nov: No ai TAAKE a Bologna! No al National Socialist Black Metal!

Riceviamo via Emilia Antifa e condividiamo il comunicato scritto in occasione del concerto dei Taake a Bologna da The Dark Skies Above Us.

La band norvegese Taake si è resa famosa per provocazioni razziste e sessiste con contorno di svastiche e slogan neonazisti. Il tour della band arriverà a Bologna il 9 novembre all’Alchemica Music Club in Via dei Lapidari.

Qui il comunicato di The Dark Skies Above Us.

Qui il testo di Emilia Antifa relativo alla data bolognese.

Posted in General.

Tagged with , , , .


World Kobanê Day

Oggi si celebra il World Kobanê Day mentre l’internazionale fascista continua ovunque la sua cupa avanzata. Qualche giorno fa un ex militare di estrema destra, Jair Bolsonaro, è stato eletto presidente del Brasile con circa il 55% dei voti. Promettono «sicurezza», ma hanno da offrire solo miseria, lutti e devastazione…

ATTACCO FINALE AL KURDISTAN SIRIANO?
di Gianni Sartori

Da ormai quattro anni – da quando le orde dello Stato islamico attaccarono Kobane – il 1° novembre si celebra il ‘World Kobanê Day’.

A Kobane Isis & C. incontrarono la strenua resistenza di YPG e YPJ che almeno per un certo tempo godettero della simpatia (anche se non sempre disinteressata) di ampi settori dell’opinione pubblica internazionale democratica.

Già allora dietro ai tagliagole dell’Isis si intravedeva il volto neanche tanto mascherato di alcuni stati – la Turchia in primis – che fornirono armi, assistenza e finanziamenti.

Qualcuno si ricorda della visita di Erdogan al confine con Kobane per annunciare che “Kobane può cadere da un momento all’altro”?

Invece Kobane non era caduta. Aveva resistito seppellendo sotto le macerie l’assalto di Isis e molti suoi aderenti.

Ma evidentemente Erdogan se l’era legata al dito e oggi vorrebbe far completare direttamente al suo esercito quello che Isis aveva maldestramente iniziato. Continued…

Posted in General.

Tagged with , , , .


Vent’anni senza Sole

Era il 1998 quando “democratici” e “progressisti” cominciarono a mettere in trappola l’entusiasmo critico e rivoluzionario che era cresciuto per tutti gli anni Novanta. E sono stati veramente vent’anni senza sole…

20 ANNI SENZA SOLE
di Gianni Sartori

«Ci vogliono morti, perché siamo i loro nemici. E non sanno che farsene di noi, perché non siamo i loro schiavi».

Non sanno che farsene di noi….” aveva lucidamente scritto Soledad Rosas dopo la morte del suo compagno Edoardo Massari (28 marzo 1998) e poco prima di morire – nello stesso modo – a sua volta (11 luglio 1998).

Ma in un sistema capitalista efficiente niente si butta e nel frattempo si sono inventati qualcosa. Prima un libro (“Amor y anarquia. La vida urgente de Soledad Rosas 1974-1998” di Martin Caparros)*, adesso anche un film.

Il libro, pubblicato nel 2003, lo avevo già letto in castigliano e non ne ero rimasto molto convinto. Se non una mera operazione commerciale, sicuramente una manipolazione della tragica vicenda dei due romantici squatter morti suicidi (almeno ufficialmente, ma ci sono tanti modi per spingere qualcuno a togliersi la vita). Ricorrendo anche all’esibizione di vicende intime della ragazza, non pertinenti con gli avvenimenti – eminentemente sociali e politici, un preludio delle lotte contro la TAV.

Nel 2018 il libro è uscito in lingua italiana e nel frattempo ne era stato ricavato un film.

Regia – nientemeno – di Agustina Macrì, figlia di Mauricio Macrì, il presidente argentino.

Le riprese, iniziate a Torino l’anno scorso, si erano dovute trasferire prima a Genova, poi a Montevideo per sfuggire alle contestazioni degli anarchici che non avevano gradito l’appropriazione indebita.

Qualcuno, polemicamente, aveva anche chiesto alla figlia – milionaria – del neoliberista Macrì perché – già che c’era – non girava un film su Santiago Maldonado, il militante anarchico prima desaparecido, poi ritrovato cadavere in un fiume, presumibilmente assassinato per la sua partecipazione alle lotte del popolo mapuche**.

Inevitabile ritornare alle polemiche su altri film che raccontavano (o almeno pretesero di raccontare: a modo loro, spettacolarizzando e mercificando) le vicende di compagni vittime della repressione statale. Penso al film su Salvador Puig Antich, sostanzialmente accettato dai familiari – le sorelle – ma criticato duramente dai suoi compagni del MIL in quanto centrato su un generico ribellismo che metteva in ombra la forte coscienza anticapitalista di Salvador.

O a quello su Lasa e Zabala, militanti baschi sequestrati, torturati e assassinati dalle squadre della morte parastatali del GAL. Anche in questo caso ci furono pareri opposti, soprattutto tra i membri dell’associazione Senideak. Mentre per qualcuno dei familiari e degli amici “serviva comunque a ricordarli, a parlare del terrore di stato” per altri si trattava di una mistificazione riduttiva che tradiva la militanza dei due abertzale.

Tornando a Soledad, ricordo che la criminalizzazione dei due romantici squatter (e di un terzo, Silvano Pellissero, l’unico sopravvissuto al carcere) fu principalmente opera dei Pubblici Ministeri Maurizio Laudi (nel frattempo deceduto) e Marcello Tatangelo. Accuse assurde, sproporzionate e destinate a cadere nel 2002 – a quattro anni dalla morte dei due compagni – che però trovarono a disposizione l’immediata grancassa dei media. Anche di quelli “democratici” e progressisti, gli stessi che oggi magari pubblicano recensioni benevole sul film, ma che all’epoca si impegnarono nel distorcere e denigrare. Si parva licet, vedi su “la Repubblica” il disprezzo vomitato sugli squatter dal solito Michele Serra.

Gianni Sartori

*nota 1: Ben altro libro invece quello scritto dal compagno Tobia Imperato (“Le scarpe dei suicidi”), un valido testo militante scritto e pubblicato rimanendo al di fuori dei circuiti commerciali.
http://www.notavtorino.org/documenti-05/le_scarpe_dei_suicidi.pdf

**nota 2: coincidenza, proprio Florencia Kirchner, figlia di Cristina Kirkner, altra (ex) presidente argentina, ha realizzato la sceneggiatura di un documentario su Maldonado (“El camino de Santiago”). Già meglio, comunque.

Posted in General.

Tagged with , , .


25 novembre: un ricordo di Theresa Machabane Ramashamole

Oggi che il razzismo torna di nuovo a crescere anche dalle nostre parti è importante ricordare in che modo e a che prezzo è stato battuto in passato. Contro il Decreto Sicurezza, contro il razzismo di Stato, contro la normalizzazione autoritaria della vita sociale non basteranno i bei discorsi. Ora e sempre resistenza!

25 NOVEMBRE: UN RICORDO DI THERESA MACHABANE RAMASHAMOLE A TRE ANNI DALLA MORTE
di Gianni Sartori

Il 25 novembre di tre anni fa moriva Theresa Machabane Ramashamole, l’unica donna dei Sei di Sharpeville.

Una coincidenza alquanto significativa, a mio parere. Come è noto, dal 1999 il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. E di violenza (torture, umiliazioni, una condanna a morte sospesa all’ultimo momento…) Theresa ne aveva subito tantissima. Come donna, come nera sudafricana, come militante antiapartheid.

Nata nel 1960, ancora ragazza aveva partecipato (rimanendo anche ferita) alle manifestazioni di Soweto contro l’insegnamento obbligatorio dell’Afrikaans, la lingua dei coloni e colonialisti boeri. Il primo studente ammazzato dalla polizia si chiamava Hector Peterson e la foto di lui moribondo in braccio al fratello che cerca di portarlo in salvo è ancora un simbolo. Era il 1976 e a quel tempo Theresa si era trasferita da una zia per poter studiare. Indirettamente aveva partecipato anche alla manifestazione di Sharpeville (organizzata dal Pan African Congress) contro i pass, quella del 21 marzo 1960, tragicamente passata alla storia. Vi prese parte infatti sua madre, incinta di lei di cinque mesi. Ufficialmente i morti (“colpiti alla schiena, mentre scappavano”) furono una settantina, “ma tutti sanno che in realtà furono molti di più”, ci raccontava. “Mia madre era riuscita a fuggire anche se con il pancione correva più piano degli altri”. Teresa era nata quattro mesi dopo, già segnata da un destino di oppressione e sfruttamento. Nella sua vita era destinata a conoscere sia la resistenza all’apartheid che il carcere e la tortura (botte, scariche elettriche…). Continued…

Posted in General.

Tagged with , , .


[BO] ven 30 nov h.20.30: 1938-2018, una riflessione sulle leggi razziste di ieri e di oggi

Non v’è dubbio che le ragioni dell’antifascismo e dell’antirazzismo appaiano oggi ancora più evidenti e urgenti che qualche anno fa. Oggi in ogni parte d’Europa le politiche della destra identitaria e neonazista diventano sempre più aggressive e i governi lasciano fare o se ne avvantaggiano per rafforzare il loro potere. Non ci vuole molto a capire che ciò non promette nulla di buono. Ed è per questo che è importante ricordare fino a che punto lo Stato si è spinto e può spingersi nell’orrore e nell’infamia del razzismo e dell’antisemitismo.

1938 – 2018
Le leggi razziste

Il 5 settembre 1938 veniva pubblicato il Regio Decreto Legge 1340, la prima delle leggi razziali italiane voluta da Benito Mussolini che ordinava l’esclusione delle persone ebree dalle scuole. Nei mesi successivi seguirono altri decreti con cui a una parte dei cittadini e delle cittadine italiane vennero negati prima i diritti politici e poi quelli civili.

Ottant’anni dopo siamo davanti a un nuovo “razzismo di Stato”, culminato nel decreto sicurezza recentemente approvato e preparato negli anni scorsi da leggi come la Turco-Napolitano, la Bossi-Fini, i decreti Maroni, la realpolitik di Minniti e da un crescente razzismo degli italiani.

Ne parliamo con

OLGA MASSARI
Curatrice della mostra “1938. Il mito della razza e le leggi antiebraiche”

MAURO RASPANTI
Centro Furio Jesi, Scuola di Pace di Bologna

Venerdì 30 novembre 2018 – 20.30

Complesso del Baraccano – Sala Marco Biagi
Via Santo Stefano, 119 – Bologna

Coordinamento Antifascista Murri
murri at inventati punto org

Posted in General.

Tagged with , , , , .


«Ancora fischia il vento». Alcuni episodi e iniziative contro il fascio-leghismo (e le frontiere) in Trentino

Riceviamo e condividiamo le riflessioni delle antifasciste e antifascisti trentini che ci pare diano indicazioni importanti sul da farsi in questa «fase».

«Ancora fischia il vento»
Alcuni episodi e iniziative contro il fascio-leghismo (e le frontiere) in Trentino

Benvenuto

Nella notte tra il 12 e il 13 ottobre, ad Ala, in provincia di Trento, un ordigno rudimentale manda in frantumi la sede della Lega. Qualche ora dopo è atteso nella cittadina il ministro degli Interni Salvini, in tour elettorale in diversi comuni del Trentino a sostegno del candidato della Lega per le provinciali del 21 ottobre. Stando ai quotidiani locali, davanti alla sede del Carroccio viene tracciata la scritta «Ancora fischia il vento», verso di una nota canzone partigiana. Se il coro politico e giornalistico di condanna dell’azione è scontato, come al solito a stracciarsi le vesti sono soprattutto esponenti del PD, dell’Anpi e della triplice sindacale (quest’ultima, in un comunicato unitario, mette sullo stesso piano l’attacco contro la Lega e gli attacchi incendiari contro le strutture per richiedenti asilo avvenuti in Trentino). La palma della mistificazione più viscida spetta tuttavia a un corsivo del «Corriere» dal titolo La deriva dellodio, dove si può leggere: «Salvini da una parte e migranti dall’altra, allora, sono le facce della stessa medaglia: vittime uguali dell’ignoranza, delle paure esacerbate. Salvini e migranti colpiti da chi nega libertà e accoglienza». Continued…

Posted in General.

Tagged with , , , , .