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[MO] San Cesario: lo strisciante fascisteggiare del consigliere sui social (e non solo)

Riceviamo e volentieri rilanciamo questa riflessione su un consigliere comunale di San Cesario di simpatie neofasciste. Qui trovate anche gli screenshot.

San Cesario: lo strisciante fascisteggiare del consigliere sui social (e non solo)

Anche il fascismo, come del resto tutto il mondo politico, ha subito mutazioni e trasformazioni negli ultimi decenni. Oramai non dobbiamo pensarlo solo come croci celtiche, svastiche, saluti romani e teste rasate. Oggi il fascismo è un problema anche culturale, sempre più intrinseco alla nostra società: il modo di pensare, di parlare, di relazionarsi con l’altro, di muoversi nella società. Da questo punto di vista pare evidente che la società modenese abbia cominciato ad essere permeata da forme di cultura fascista, razzista, xenofoba, discriminatoria. Non si contano più gli episodi di insulti razzisti, i quotidiani episodi di intolleranza nei confronti del «diverso», fino ad arrivare alle vere e proprie aggressioni (da quella in via Gallucci ai danni di un ragazzo «alternativo» o a quella di pochi giorni fa all’università di Bologna con tanto di coltelli).

In questo contesto di fascistizzazione strisciante anche la politica istituzionale fa la sua parte.

Ne è un esempio Francesco Sola, candidato a San Cesario sul Panaro (un piccolo paese della provincia di Modena) dentro un anonima lista civica di centrodestra e poi, una volta eletto consigliere, staccatosi da essa per crearne una propria. Alla faccia della trasparenza e della «novità politica» che millanta, notiamo come questo rampante giovane consigliere, appena ha fiutato la possibilità di far carriera politica giocando sulla pancia della gente, sulle legittime insicurezze e sulle paure attraverso un facile e becero razzismo, non ha esitato a cambiare velocemente casacca abbandonando l’«apartiticità» per accasarsi all’estrema destra.

Presentatosi come ambiguo appartenente alla categoria di «apartitico» e cavalcando il legittimo malcontento per l’amministrazione PD cittadina, ci è in realtà facile scoprire la sua vera collocazione politica attraverso una veloce ricerca sui social. Sappiamo quanto i neofascisti abbiano trovato un terreno fertile su queste piattaforme e le usino per sfogare pulsioni represse, ma troviamo sconcertante come una carica istituzionale possa incitare pubblicamente a dare fuoco, come «unica soluzione» (finale?), a delle persone unicamente per la propria etnia, perché rom; minacciare chi non è fascista (come lui?) «con manganello e olio di ricino»; intrattenere apertamente relazioni con militanti e dirigenti di Forza Nuova a livello regionale e nazionale; operare attivamente all’interno del circolo neofascista Terra dei Padri, alla cui inaugurazione era presente Mario Merlino, noto esponente della destra eversiva e stragista degli anni Settanta, applaudito e osannato dalla platea di cui il consigliere Sola faceva parte.

È possibile notare come questa figura cerchi di negare il becero razzismo di cui è portatore rivendicando un’iniziativa di integrazione con i profughi che hanno trovato sosta a San Cesario; iniziativa, tuttavia, rimasta isolata e a se stessa, in quanto di puro opportunismo politico per lavarsi l’immagine pubblica ammantata di xenofobia.

Non a caso siamo venuti a conoscenza di questo grottesco personaggio attraverso una trita e ridicola canea montata ad arte sul presunto «negazionismo» di un volantino di Rifondazione comunista sul giorno del ricordo: reo, questo volantino, di contestualizzare storicamente gli eventi correlati alle foibe e di riportare fatti documentati dalla ricerca storiografica e archivistica, in grado di ridimensionare la retorica nazionalista, vittimista e mistificatrice delle destre filofasciste.

Allora ci chiediamo come possa un consigliere comunale, eletto in un sistema che si dice democratico, accettare da un lato questo sistema traendone benefici di carriera politica, e dall’altro inneggiare e sostenere un modello che si rifà agli infami valori e pratiche del regime fascista, intrisi non solo di razzismo, xenofobia e discriminazione, ma di vera e propria violenza (fino a quando solo verbale?).

«Spesso sono i fatti a precedere le parole. Il più delle volte invece avviene il contrario. La parola diventa allora presagio di ciò che avverrà o che potrebbe avvenire. Per questo è importante vigilare anche sulle parole dette e quelle ascoltate, non sottovalutarne il peso cercando di leggere quale concretezza potranno assumere, in quale corpo potrebbero trovare forma; le parole che oggi seminiamo potrebbero diventare i fatti dentro i quali i nostri figli si vedranno costretti a scrivere la loro storia».

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[BO] mer 5 apr h.20: assemblea pubblica per costruire il corteo antifascista del 25 aprile

Mercoledì 5 aprile, ore 20: assemblea pubblica per la costruzione di un corteo delle realtà antifasciste cittadine e in regione nella giornata del 25 aprile

Che il fascismo non solo non sia mai completamente scomparso dopo la Liberazione, ma che abbia ripreso forza e stia puntando in maniera famelica anche le nostre città, è un dato di fatto a cui nessuno e nessuna può sottrarsi.

L’apertura di Terra dei Padri a Modena, l’intensificarsi di attività destrorse in luoghi storicamente «sicuri» come Reggio Emilia e Imola, infine la sequela di maldestri quanto inquietanti tentativi di aggressioni e provocazioni a Bologna, hanno altresì reso evidente come la lotta antifascista non sia più delegabile a certe singole realtà, a certi singoli e per singoli territori divisi a scompartimenti stagni.

Se da un lato ci si confronta con uno spettro reazionario che passa per razzismo diffuso, neo-nazionalismi identitari e cultura securitaria, l’altro lato della medaglia è quello del blocco di potere che detiene il governo nazionale e locale: il «partito della nazione» riesce contemporaneamente a riabilitare i criminali repubblichini e fare picchetti ai sacrari partigiani, a sgomberare spazi antifascisti e dichiararsi erede della Resistenza, a imprigionare i/le migranti e definirsi contro il razzismo.

L’antifascismo è una pratica quotidiana, costante e concreta che può svilupparsi e incarnarsi solo nelle pratiche e nelle riflessioni per un mondo diverso, basato sui principi di libertà e uguaglianza.

Per questo vogliamo costruire con tutte le realtà antifasciste, resistenti e libertarie dei territori bolognesi e regionali, un percorso che abbia nel corteo del 25 aprile un momento pubblico importante, dove dietro la tematica di «Autogestione e Resistenza», tutte e tutti possano esprimere assieme i loro percorsi.

Con questo obbiettivo, invitiamo tutte e tutti all’assemblea pubblica del 5 aprile per la chiamata del corteo del 25 aprile, alle ore 20 al FISH’N’ROLL di Via Santa Croce 16/d.

Realtà antifasciste di Bologna e della regione

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Gli Amedeo di domani

Alla fine l’omicidio di Emmanuel Chidi Nnamdi a Fermo per mano di un simpatizzante di CasaPound non ha nemmeno portato a riflettere sull’odio razzista che la destra continua a spargere a piene mani.

Come ha giustamente osservato qualcuno, la rimozione e la sostanziale impunità di quell’omicidio apre la strada ad altra violenza xenofoba:

«Il problema non è Amedeo, ma gli Amedeo di domani. Quelli che possono tranquillamente rifare una cosa del genere, magari anche con maggiore premeditazione, perché tanto è una ragazzata».

E infatti è successo di nuovo a Rimini con il tentato omicidio di un giovane nigeriano di venticinque anni. L’aggressore lo ha prima insultato urlando «Negro di merda», poi lo ha preso a pugni e calci, lo ha colpito con un coltello e, quando il ferito ha tentato di fuggire, è salito in auto, lo ha inseguito e poi investito lasciandolo a terra in fin di vita.

Non potendo invocare la «ragazzata», ovviamente i media parlano di follia oppure di cocaina cercando di suscitare pietà e comprensione per il «povero» aggressore.

Nessuno però che si chieda se nelle istigazioni all’odio razzista di integralisti cattolici, neofascisti, leghisti o criptofascisti non vi sia una precisa responsabilità morale e civile come mandanti che sollecitano l’azione dei simpatizzanti più marginali e influenzabili come esecutori e assassini.

Intanto sabato 25 marzo in zona Borgo Panigale i neonazisti di Forza Nuova hanno ricevuto l’autorizzazione della Questura a tenere un banchetto per la loro solita istigazione all’odio xenofobo.

Anche questa gente va in cerca degli Amedeo di domani…

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Breviario dell’antifascista 11

Fare il proprio volo ogni giorno! Almeno un momento che può essere breve, purché sia intenso. Ogni giorni un «esercizio spirituale» – da solo o in compagnia di qualcuno che vuole anch’egli migliorarsi. Esercizi spirituali. Uscire dalla durata. Sforzarsi di spogliarsi delle tue passioni, della superficialità, del desiderio di rumore intorno al tuo nome (che, di tanto in tanto, prude come un male cronico). Fuggire la maldicenza. Deporre la pietà e l’odio. Amare tutti gli uomini liberi. Eternarsi superandosi.

Questo sforzo su di sé è necessario, questa ambizione giusta. Numerosi sono quelli che si immergono completamente nella politica militante, nella preparazione della rivoluzione sociale. Rari, rarissimi quelli che, per preparare la rivoluzione, se ne vogliono rendere degni.

Georges Friedmann, resistente francese, 1942

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L’albero della rivolta

Riceviamo e pubblichiamo questo ricordo nato dalla sovrapposizione tra la lotta di due ribelli, entrambi uccisi il 27 settembre 1975, entrambi vittime della repressione, ma capaci di mantenere intatta la loro vitalità e la loro libertà anche dentro i dispositivi dell’orrore di Stato. Anch’essi fanno parte del grande albero della rivolta che aspetta un’altra primavera.

«Tu chiamale, se vuoi, coincidenze…»
(in memoria del TXIKI e di Mark Frechette)

di Gianni Sartori*

Qui le «coincidenze» sono almeno due. Oltre alla data di cui si tratterà nell’articolo, il fatto che mi sia occupato (casualmente?) di questi eventi in momenti diversi, ma con uguale curiosità e passione.

Quella del Txiki era stata (come per Puig Antich e Bobby Sands) una «morte annunciata», un lutto a lungo non risolto. Invece nella vicenda di Mark Frechette, la scoperta che la sua morte non era stata propriamente accidentale venne molto più tardi. Continued…

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[BO] Aggressione neofascista a Scienze Politiche

Nella serata di giovedì 16 marzo, presso la Sala del Baraccano, l’estrema destra di Storace e Alemanno ha fatto una seconda convention del loro «Movimento nazionale. Per la sovranità» dopo quella del 6 febbraio presso l’Hotel Europa.

E non è certo un caso che, poco prima dell’inizio della convention, cinque neofascisti abbiano provato ad aggredire con un coltello alcuni studenti all’ingresso della Facoltà di Scienze Politiche in Strada Maggiore 45 mentre era in corso l’allestimento di una serata decisa in un’assemblea del pomeriggio. La prontezza della risposta collettiva ha però messo in fuga gli assalitori.

Resta il fatto che il Quartiere Santo Stefano e la Sala del Baraccano continuano ad essere un baluardo delle iniziative e attività neofasciste in città.

Basta sale pubbliche ai neofascisti e a chi li appoggia!

Vedi: Zic e ancora Zic.

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16 marzo 2003 – Per non dimenticare l’omicidio di Dax e il massacro dell’Ospedale San Paolo

Milano, 16 Marzo 2003 – La metropoli è reduce dal grande corteo contro la guerra del giorno prima. Centinaia di migliaia di persone hanno attraversato la città per dire il loro NO all’imminente invasione dell’Iraq lanciata dal presidente americano Bush. Sembra mancare sempre meno tempo all’ora dell’attacco (che infatti scatterà il 20 Marzo). Un attacco che produrrà una serie di reazioni a catena che oggi, nel 2017, ancora stiamo vivendo. Leggi tutto su Milano in movimento.

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[MO] sab 18 mar: ecco il festival dell’editoria nazifascista

Mentre a Verona vengono annullate le condanne per l’omicidio di Nicola Tommasoli e a Sassari avviene l’ennesima aggressione squadrista, invece a Modena sabato 18 marzo si terrà un festival dell’editoria neofascista e neonazista richiamando da più parti d’Italia militanti di estrema destra in gita squadrista in una terra di forte tradizione antifascista e antiautoritaria. Lo segnala Modena antifascista in un documento che commemora anche il suicidio per protesta dell’editore Angelo Fortunato Formiggini nel 1938 per rimarcare la differenza fra la propaganda d’odio del neofascismo e la vita culturale del nostro paese che ha sempre saputo resistere e combattere contro la violenza e la menzogna.

Si scrive editoria «non conforme», si legge editoria nazifascista

Sta tutta qui l’essenza dell’offerta «culturale» di Terra dei Padri. Basta sfogliare i cataloghi e i libri delle case editrici presenti a questo sedicente festival dell’editoria «identitaria» (bastava dire fascista…), per capire quali siano l’identità, i valori, le tradizioni, i miti e le ideologie che muovono questo circolo, base d’appoggio non solo dei militanti e dirigenti della destra neofascista modenese (Forza Nuova, Lealtà Azione, Casa Pound, Generazione e Azione Identitaria), ma anche di nostalgici e naziskin provenienti da tutta la regione.

Un circolo che, dietro l’apparentemente innocuo impegno culturale e «apartitico», vuole trasmettere alla città di Modena contenuti politici ben precisi, che essa ha sempre rigettato. Contenuti ancora oggi pericolosi, all’interno di una crisi economica e sociale di cui non si vede la fine, perché conformi a legittimare e riproporre quei modi di pensare, di vedere e agire la realtà che fanno dell’oppressione del più forte, della discriminazione, dell’esclusione e della violenza sui più deboli il modo di dividere gli sfruttati per tutelare gli sfruttatori.

Altro che ribelle: la cultura che propone Terra dei Padri è una cultura conforme alle peggiori pagine del Novecento europeo, conforme a quella che muoveva i regimi nazifascisti, conforme a quella nazionalista che esalta la guerra e l’identità razziale, conforme alla logica delle classi dominanti che scaricano i costi della crisi su chi fatica a campare e reprime chi alza la testa contro l’ingiustizia. Conforme alle nuove forme di razzismo e discriminazione che colpiscono ogni giorno, in forme sempre più violente, l’immigrato, lo straniero, o solamente il «diverso», come sta a dimostrare l’aggressione di qualche settimana fa, avvenuta a Modena, ai danni di un ragazzo colpevole di avere i capelli rasta, o l’attentato incendiario firmato con una svastica che l’anno scorso, a Mirandola, ha rischiato di dare fuoco a un palazzo perché reo di ospitare un negozio arabo.

Continued…

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2 agosto: un depistaggio «spontaneo» del procuratore Amato?

«Chiusa l’inchiesta sul presunto quarto uomo, ora la Procura stringe sui mandanti della strage», scriveva solo qualche giorno fa il «Corriere di Bologna», dopo la notizia del probabile rinvio a giudizio del neofascista Gilberto Cavallini per la bomba alla Stazione di Bologna che il 2 agosto 1980 causò 85 morti e oltre 200 feriti. Continued…

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Le cose non dette

Una delle caratteristiche proprie del neoliberismo quella di appropriarsi delle istanze delle diversità sessuali, delle donne, dei/delle migranti,delle minoranze oppresse, di appropriarsi dei diritti civili, per instaurare un controllo violentissimo sul fronte interno e per portare le guerre neocoloniali sul fronte esterno. Leggi tutto su Coordinamenta.

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