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[BO] gio 21 apr h.20 @XM24: presentazione dell’opuscolo «Sanzves e manganel»

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Mafie & fandonie

Svanito il «racket dei lavavetri», scomparso il «racket dei mimi», smentito il «racket dei pachistani»… ecco che la fervida fantasia dei «pm» bolognesi e dei segugi di «Repubblica» riesce a confezionare un’altra notizia esilarante sotto il titolone «L’obolo dei pusher ai mussulmani: semplice offerta religiosa o pizzo?» («Repubblica Bologna», 20 aprile 2016, p. 6).

Sembrerebbe che qualche pio spacciatore mussulmano faccia «oboli» alla moschea per purificarsi dal peccato di vendere droghe nocive e pericolose…

«Fin qui tutto bene», commenta il giornalista Gilberto Dondi. «Il problema è se invece si trattasse di qualcosa di diverso. I pm vogliono cioè verificare se si tratti in realtà di un ‘obolo’ imposto agli spacciatori da qualcuno. In altre parole, un’estorsione».

Insomma, una piccola elemosina per salvarsi l’anima va benissimo, ma non sia mai che i proventi dello spaccio non restino tutti saldamente in mano alle mafie italiche sempre ben viste da fascisti e polizia…

Già l’11 luglio scorso il capo uscente della Procura denunciava il fatto che a Bologna politica e magistratura vivono all’ombra di un «sistema corruttivo» coperto da omertà e affarismo.

Bologna e l’Emilia-Romagna sono diventate «terra di ’ndrangheta»: un’ampia area di riciclaggio di fiumi di denaro sporco e anche di spaccio mafioso di droghe pesanti e pericolose per controllare una società impoverita, inquieta e senza prospettive.

Lo si legge nella Relazione della Direzione nazionale antimafia, ove si dice fra l’altro che ciò è avvenuto perché i manager mafiosi hanno potuto contare «sul sostegno di una parte della stampa locale, sul colpevole silenzio delle istituzioni»…

La «stampa locale»!? Forse quella come «Repubblica Bologna»? Quella che inventa sempre nuove fandonie come paravento per una borghesia a cui non interessa da dove arriva il suo risicato benessere…?

Ora e sempre resistenza contro mafie e ipocrisia!

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[BO] gio 21 apr h.17 @Bar De Marchi: A chi la racconti? La Resistenza tra web, TV e piazze

Giovedì 21 aprile alle ore 17
al Bar De Marchi in Piazza San Francesco
A chi la racconti? La Resistenza tra web, TV e piazze

All’alba del 21 aprile 1945 sfilano a Bologna i soldati degli eserciti alleati, di quello italiano e i combattenti della brigata «Maiella». Di lì a pochi giorni, con la liberazione di Milano, la vittoria contro il nazifascismo mette fine alla guerra partigiana.

A più di settant’anni di distanza, la Resistenza è diventata oggetto di rappresentazioni e revisioni di ogni tipo e attorno alle ricorrenze si gioca ancora oggi un confronto/scontro fra prospettive politiche, culturali e istituzionali diverse. Dalla data del 25 luglio a quella del 25 aprile gli anniversari sono da sempre occasione privilegiata per tenere in vita un «calendario civile» – sancito dalla legge oppure no – attraverso cui si veicola una certa idea di fascismo e antifascismo, senza disdegnare talvolta il ricorso a forzature e falsificazioni.

Finita l’ondata di iniziative dello scorso anno in occasione del 70° anniversario della Liberazione, vogliamo provare a porci qualche domanda: a chi raccontare la Resistenza? Attraverso quali strumenti? E con quali espedienti storiografici e narrativi?

Con il contributo di storiche e storici che hanno fatto esperienza sul campo proveremo a riflettere sui diversi modi di raccontare la Resistenza, sulle raffigurazioni che occupano la scena e su quanto esse siano effettivo argomento di discussione pubblica.

Interventi di:
Carmelo Albanese, Resistenze virtuali. Memoria pubblica e Resistenza sul web
Damiano Garofalo, «La donna nella Resistenza» di Liliana Cavani e la TV degli anni Sessanta
William Gambetta, Cantastorie di partigiani. La Resistenza nelle strade a Parma

coordina Il Caso S

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[BO] mar 26 apr: banchetto della Lega Nord contro rom e sinti

Nel marzo del 2015 l’europarlamentare della Lega Nord Gianluca Buonanno aveva detto durante una trasmissione televisiva che «i rom sono la feccia della società» e adesso l’esponente leghista è stato condannato a un risarcimento di 12 mila euro.

Forse i leghisti potranno moderare i toni, ma l’istigazione all’odio razzista rappresenta per loro un irrinunciabile strumento di propaganda e di raccolta voti.

Così, fra il 26 e il 28 aprile, dalle 15 alle 18, a Bologna la Lega Nord farà un banchetto in Via IV Novembre per contrastare la presenza sul territorio regionale di rom e sinti.

Sono quegli stessi leghisti che l’8 novembre 2015 hanno portato in Piazza Maggiore comitive di gente che faceva saluti romani e gridava slogan fascisti.

Sono quelli che hanno promosso presidi xenofobi in Via Mattei e hanno chiesto a gran voce il recupero dell’ex Consorzio Agricolo ora affidato dalla Procura a un ex pugile di estrema destra.

Sono quelli che non perdono occasione per istigare all’odio razzista e alla guerra fra poveri.

Oggi, dall’Ungheria all’Italia, in tutt’Europa vediamo crescere l’odio per gli «zingari». Dai pogrom neonazisti contro i rom alle intimidazioni leghiste contro i campi «nomadi», l’estrema destra europea ha cercato in questi anni di propagandare la propria ideologia razzista prendendosela in particolare con le comunità rom e sinti, una cultura tra le più antiche e originali d’Europa, una minoranza discriminata e perseguitata da secoli, che ha pagato sempre a caro prezzo le politiche nazionaliste e razziste dell’Europa moderna.

La storia dei sinti e dei rom è stata sempre una storia di discriminazione. In Europa già tra il XVII e il XVIII secolo si cercava di assorbire il problema del nomadismo sottraendo i bambini agli accampamenti «diseducativi» per affidarli ai contadini e al «sano» lavoro dei campi. Per ben tre secoli decreti e leggi furono emanati per sottrarre rom e sinti al nomadismo e cancellarne cultura ed identità.

Nel 1934 il Ministero degli Interni tedesco cominciò a finanziare i «Centri di igiene razziale» che per prima cosa affrontarono la «questione zingara» e di lì a pochi anni circa mezzo milione di rom e di sinti finirono la loro esistenza nei campi di sterminio. E almeno altrettanti sono stati uccisi ancora prima di essere internati.

Non è un caso che, vent’anni fa, i poliziotti assassini della Uno Bianca andassero a sparare nei campi «nomadi» di Santa Caterina e di via Gobetti uccidendo e ferendo persone ignare e indifese.

Non è un caso che nel 2008 il ministro leghista Maroni abbia programmato di prendere le impronte digitali a tutti i bambini rom «per il loro bene», in modo che, se trovati a chiedere l’elemosina, potessero essere tolti ai genitori e affidati ai servizi sociali.

Non è un caso che le istigazioni all’odio di esponenti della Lega Nord e di Forza Italia trovino sempre riscontro in «anonime» aggressioni squadriste ai campi «nomadi». Di recente, dal Veneto fino alla Campania, sono state lanciate nella notte bombe molotov contro le roulotte in sosta con l’intento di uccidere o di spaventare. Un anno fa a Bergamo un ex-parà ha trucidato Roberto Pantic, un 43enne nomade di origine croata, sparando di notte sul suo camper «perché gli zingari sporcano».

E non sono soltanto i partiti della destra neofascista e populista, ma anche forze cosiddette «moderate» ad educare il loro elettorato al razzismo attraverso l’ideologia della «sicurezza» e la politica della paura, mentre le amministrazioni comunali e regionali utilizzano risorse pubbliche in modo distorto per produrre profitti per le cooperative anziché benessere per le persone, e non danno applicazione alle normative vigenti.

Per sviare l’attenzione dallo sfruttamento, dalla corruzione, dalla miseria, tutto il mondo della politica cerca di additare presunti piccoli ladruncoli: i «fannulloni», la «microcriminalità», gli «immigrati», gli «zingari»…

Noi siamo stufi di questi sciacalli che seminano odio per accattare qualche voto. In tempi di crisi, il razzismo e la xenofobia sono comodi espedienti per controllare e deviare il rancore sociale dalle cause effettive che lo provocano.

Invitiamo tutte e tutti a vigilare affinché il banchetto leghista resti nei limiti della buona creanza e non si trasformi in un’occasione di propaganda razzista e di apologia di fascismo.

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[Forlì] Forza Nuova al Grand Hotel si copre di ridicolo

Riceviamo e condividiamo questa esilarante nota degli antifascisti forlivesi:

La ridicolaggine di Forza Nuova ha superato tutti i record sabato 16 aprile, con l’indizione di una conferenza pubblica… privata! Infatti, prima sbandierata anche sui media on-line, la conferenza anti-immigrati con il segretario nazionale, Roberto Fiore, e il responsabile romagnolo, Mirco Ottaviani (candidato sindaco a Rimini per FN e povera vittima dei cattivoni di sinistra) si è ridotta ad essere una squallida e triste rimpatriata di vecchi e nuovi arnesi della destra radicale romagnola, al seguito del loro capetto.

Se a Rimini, per una conferenza organizzata lo stesso giorno, Forza Nuova ha pubblicato il luogo dell’incontro soltanto un’ora prima (all’Hotel Polo di Rimini), a Forlì, come detto, ha battuto tutti i record, facendo sapere quale sarebbe stato il luogo della conferenza addirittura 24 ore dopo lo svolgimento della stessa. Complimenti per il coraggio da veri gladiatori!

Forniamo i pubblici contatti del luogo dell’incontro di Forza Nuova, che come ha fatto sapere è avvenuto nella saletta congressi del Grand Hotel Forlì della frazione Vecchiazzano di Forlì. Affinché tutti possano congratularsi con la gestione dell’Hotel per l’oculata scelta dei propri clienti. Sembra che tra l’altro non sia la prima volta che l’Hotel ospita simile gentaglia.

Fategli sapere che cosa ne pensate di chi concede spazi a gruppi neofascisti e di estrema destra e per iniziative chiaramente razziste e xenofobe:

Grand Hotel Forlì, via del Partigiano, 12/bis ~ 47121 Forlì (FC)
Tel:0543.479586 ~ fax:0543.478159 ~ info@grandhotelforli.com

NESSUNO SPAZIO A INTOLLERANTI, FASCI E RAZZISTI MA SOLO TERRA BRUCIATA ATTORNO!
FARE AFFARI CON I FASCISTI NON È UN BUON AFFARE!

Assemblea Antifascista Forlivese

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[BO] La Resistenza è liberazione!

La Resistenza è liberazione!

Calendario eventi (vedi qui):

– Sabato 16 aprile dalle ore 14 @ Piazza dell’Unità
Per il diritto all’abitare, il conflitto sociale, l’autogestione e le alternative

– Giovedì 21 aprile ore 18 @ Vag61
Torna Resistenze in Cirenaica: «Questa sera all’ippodromo ci sono le corse»

– Da sabato 23 aprile alle ore 22 @ XM24
Resistere nei quartieri, liberarsi dai confini
Concerto con Balotta Continua+ Le Tremende + DrowingDog & Malatesta.

Il giorno seguente domenica 24 aprile dalle ore 11 @ Piazza dell’Unità colazione-pranzo, varie iniziative e laboratori (vieni in bici)

– Domenica 24 aprile ore 16 @ Piazza di porta Santo Stefano
Bologna Brucia 2016

– Domenica 24 aprile ore 21 @ Vag61:
Proiezione (prima bolognese) di «La mia ascia di guerra»

LUNEDI 25 APRILE ALLE ORE 10 @ Piazza dell’UNITÀ
CORTEO ANTIFASCISTA

(Più dettagli qui)

– Sabato 30 aprile alle ore 14 @ Piazza del Colori
… NON STAREMO A GUARDARE
Giornata di eventi contro il tentativo di aprire in sordina una palestra fascista di sport da combattimento in Via Mattei

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Nessuno spazio ai fascisti!

Oggi non v’è dubbio che il neofascismo sia funzionale a una ridefinizione autoritaria di quel poco che resta della «democrazia borghese», ed è per questo che viene vezzeggiato e coccolato da questure, giornali e politici «moderati» di destra e sinistra. Riceviamo e condividiamo questo comunicato di solidarietà con gli antifascisti di Rimini:

UN SOLO FRONTE

Sappiamo bene, e da tempo, che la funzione della carta stampata «ufficiale» (quella che vede gli editori intrallazzare col potere politico e finanziario) è quella di creare scoop per aumentare le tirature e le vendite e accanirsi contro facili capri espiatori, di volta in volta immigrati, rom, centri sociali, anarchici e così via. Ma la canea mediatica di questi giorni in terra di Romagna contro alcuni antifascisti riminesi, di varia provenienza politica, è davvero vomitevole. Continued…

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[MO] sab 23 apr h.17.30: presentazione dell’opuscolo «Sanzves e manganel»

23 aprile 2016

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[BO] Per il 25 aprile un corteo unitario e plurale

Dall’assemblea pubblica di mercoledì sera, partecipata da numerose e diverse realtà antifasciste bolognesi, arriva la chiamata per il corteo del 25 aprile che, come l’anno scorso, attraverserà la città da Piazza dell’Unità al Pratello dando voce a tutte le realtà che giorno dopo giorno lottano a Bologna. Leggi il resoconto su Zic.

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[BO] Minacce neofasciste al Circolo ARCI Benassi

Nella notte del 3 aprile sono stati imbrattati con minacce di stampo neofascista e croci celtiche alcuni manifesti affissi sulla sede del Circolo ARCI Benassi che pubblicizzavano la cena dell’associazione antimafia Libera e il congresso provinciale di Bologna dell’ANPI.

Repubblica, Corriere

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