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[BO] Resoconto e considerazioni sulla cacciata di CasaPound sabato 26 febbraio 2011

Ripubblichiamo da Indymedia Emilia Romagna un resoconto della mobilitazione antifascista di sabato 26 febbraio con alcune prime valutazioni sulle prospettive dell’azione antifascista in città. Altri resoconti su Zic e GlobalProject.

A Bologna CasaPound continua a prenderle! Report e considerazioni sulla cacciata di CasaPound di sabato 26 febbraio 2011

uno che c’era

Bologna, fascisti scacciati e contestati

Nel primo pomeriggio di sabato 26 febbraio avrebbe dovuto tenersi a Bologna nella sala comunale del Baraccano una conferenza pro-nucleare organizzata dai neofascisti di CasaPound. Già nella tarda mattinata alcuni antifascisti sono riusciti ad entrare al Baraccano occupando la struttura che avrebbe dovuto ospitare i nazi: qualcuno aggirando gli sbirri scavalcando un cancello sul retro, altri passando dall’ingresso principale dopo aver preso manganellata nel tentativo di forzarlo pacificamente (un attivista è stato ferito alla testa).

Il tempo passa e il Baraccano continua riempirsi: dalle “realtà organizzate” ai tanti cani sciolti, da chi indice una conferenza stampa, a chi si organizza per capire dove gli sbirri possano aver scortato i fascisti, a chi improvvisa un pranzo sociale. Fuori dalla struttura alcuni compagni volantinano un testo contro i fascisti e il nucleare ai passanti, vengono esposti i vari striscioni: “Nucleare e fascismo: due nocività da distruggere”, “Contro ogni fascismo”, “CasaPound fuori dalle nostre città”, “Fascisti? Su Marte!” e “Nazifascisti deponete le armi o perirete” dentro compare la scritta: Fascisti servi, braccio armato dello Stato.

Arriva la notizia che ai fasci “sfrattati” è stato concesso di spostare la propria conferenza alla Sala dell’Angelo (fuori Porta San Mamolo). Tra i compagni si comincia a discutere di che fare: concludere la giornata avendo scacciato i fascisti dal Baraccano, cercare visibilità spostandosi in centro o partire in corteo verso la sala dell’Angelo bloccando i viali di sabato pomeriggio e continuando, quindi, a contestare la presenza dei nazi creando una questione di ordine pubblico?

Alla fine paura e indugi vengono abbandonati: sui viali parte un grosso corteo tra interventi e slogan. Il corteo arriva a Porta S. Mamolo e blocca completamente il viale, poi riparte alla volta del centro, un grosso spezzone, autorganizzato e senza sigle temporeggia un po’ per prolungare il disagio del blocco, l’esplosione di un grosso petardo “saluta” i camerati e poi tutto il corteo riparte, i muri si colorano di scritte ed il serpentone arriva fino in piazza Maggiore dove cominciano alcuni interventi al megafono.

Dopo un paio di interventi alcuni compagni provano a raggiungere la nuova sede elettorale della lega in via Ugo Bassi ma gli sbirri si sono già schierati a presidiarla: peccato, ma dopotutto, per la giornata può bastare. Dopo un piccolo blocco di Via Ugo Bassi i compagni tornano in piazza Maggiore per un intervento conclusivo dalle scale della Sala Borsa.

A Bologna i fascisti sono stati nuovamente costretti ad arretrare e fuggire. Sabato ha dimostrato ancora una volta che l’opposizione ai nazi si fa in strada, direttamente e senza deleghe.

Appellarsi alle istituzioni affinché vietino dall’alto gli spazi ai fascisti non fa che aiutare questi ultimi ad ammantarsi di un aura di “ribellione-antisistema” che non possiedono, ma di cui necessitano per accaparrare consenso negli stadi e nei quartieri.

Ci si può veramente indignare per le connivenze e le collusioni tra i fascisti e le istituzioni dello stato sapendo che è quest’ultimo il mandante delle stragi fasciste negli anni settanta ed il creatore della fobia securitaria oggi? Chi pensate che abbia concesso ai nazi la sala dell’Angelo?

Il povero Marconcini (responsabile di CasaPound Bologna) all’inizio della mobilitazione che ha portato alla loro cacciata da via Guerrazzi, ci ringraziava per la pubblicità che, come antifascisti,contestandoli facevamo a CasaPound. Rispetto a sabato 26 ha raccontato ai giornalisti di aver raggiunto il suo obbiettivo perché gli sbirri e le istituzioni gli hanno permesso di fare la sua conferenza (erano poco più di una decina!) dietro i blindati della celere.

Permettete una provocazione: lasciamolo parlare. Se a loro va bene continuare a strisciare dietro i cordoni dei poliziotti per poi rilasciare interviste trionfali sui giornali a noi non resta che sperare che continuino così. A conti fatti saremo noi a dover “ringraziare” questi fascisti, che con i loro maldestri tentativi di alzare la testa ci permettono di divertirci così tanto nel ricacciargliela nel fango.

uno che c’era

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