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Lottare non è un crimine: Solidarietà a Vittorio e tutte/i

I compagni e le compagne del Nodo Sociale Antifascista sono solidali con Vittorio, che abbiamo incrociato nei suoi anni a Bologna e anche dopo, e con tutti coloro che in questi anni di costante regressione civile e repressione diffusa si agitano per una società giusta.
I compagni di Firenze non hanno per noi nessuna colpa, ma un grande merito: quello di essere antifascisti. Li sappiamo in piazza a lottare contro lo smantellamento dell’istruzione pubblica, il razzismo, la repressione di stato, vecchi e nuovi fascismi.

Esigiamo la liberazione di chi è dentro e l’immediato rigetto delle misure cautelari per Vittorio e per tutti gli attivisti colpiti dall’inchiesta fiorentina. Un inchiesta che presenta un impianto accusatorio aberrante: con l’accusa di associazione a delinquere, squalifica in toto come attività criminosa la lotta politica, che per quanto radicale non è altro che libera espressione del pensiero e della volontà di trasformazione.

Qualcosa di non troppo dissimile è successo il mese scorso a Bologna, con l’inchiesta Outlaw che ha colpito 27 attiviste e attivisti, cinque dei quali ancora detenuti in carcere. Invitiamo a stringersi attorno a tutte e tutti coloro che, per le proprie lotte, in questo momento sono colpiti da una “giustizia” sempre più vile.

Libertà per tutte/i

Nodo Sociale Antifascista – Bologna

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Di seguito raccogliamo alcuni degli altri comunicati  diffusi negli scorsi giorni, a cominciare da quello dello spazio 400colpi di Firenze.


NON SIAMO DELINQUENTI, SIAMO SOLO SOVVERSIVI

“Associazione a delinquere”, dicono loro. Noi diciamo autonomia, conflitto, azione diretta. La definiscono “smantellata”. Noi ridiamo pensando alla loro illusione.

Che le perquisizioni e le misure cautelari di ieri mattina a 22 compagni, cinque dei quali sottoposti ad arresti domiciliari, siano il frutto dell’ennesima montatura giuridica è cosa ovvia, e non abbiamo nessuna voglia di sprecare parola in merito.

Non ci stupisce il fatto che a subire obblighi di firma e perquisizioni siano stati anche diversi compagni che non partecipanoalle assemblee dello Spazio Liberato 400Colpi. Sono i compagni con cui abbiamo condiviso percorsi di lotta, sono le amicizie politiche che, aldilà dei confini geopolitici classici, ci siamo sempre proposti di coltivare. Dei legami che sono stati capaci di produrre conflitto e che ci hanno fatto respirare aria nuova in una Firenze pacificata.

“Bliz contro gli anarchici”, dicono loro. Noi diciamo operazione contro-insurrezionale contro tutti quelli che hanno deciso di abbandonare il feticismo dell’identità per costruire una prospettiva rivoluzionaria reale dell’oggi. Contro chi, al di là di parrocchie e liturgie, ha avuto il coraggio di abitare con determinazione quei piccoli spazi di conflitto che negli ultimi mesi hanno creato crepe all’interno del dispositivo metropolitano senza portarsi dietro bandiere né profezie, ma confrontandosi con umiltà con un reale da conoscere e sovvertire. Contro quel movimento reale che dai tempi dell'”onda” ha iniziato ad emergere dalle sabbie mobili del rivendicazionismo studentista e della “protesta civile”.

Giornali e TV potranno dipingerci quanto vogliono come una setta anarcoide impazzita. Sappiamo che lì fuori, nelle scuole, nelle università, nei quartieri, ci sono tanti compagni che ci conoscono e riconoscono come compagni. Fratelli con cui abbiamo condiviso materialmente e non tutti gli episodi “delittuosi” di cui ci incolpano: dall’occupazione di scuole e facoltà, dai picchetti antisfratto ai blocchi metropolitani dei flussi passando per i cortei selvaggi. Siamo sicuri che queste amicizie politiche si dimostreranno più forti di ogni operazione sbirresca.

Lo sciopero irreversibile avanza, crea sempre più crepe, preoccupa il Partito dell’Ordine partendo dal ministero dell’interno fino ad arrivare al funzionario Digos locale. Una mobilitazione studentesca più piccante del solita, una Piazza del Popolo in rivolta, una insieme di piccoli gesti scioperanti e di nuovi legami. Il bisogno di espandere ed organizzare
questo movimento reale (lasciando ad altri la rappresentazione del conflitto e/o la riproduzione di se stessi in quanto gruppo politico) a Firenze come in altre città ha già iniziato a farsi programma. Difficile, ambizioso, pericoloso, certo. Ma nulla potrà fermare questa nuova primavera.

LIBERTA’ PER TUTTI I COMPAGNI

Spazio Liberato
400Colpi
per l’autonomia diffusa

Vittorio libero! Liberi tutti!

Quasi trecento Km separano Senigallia da Firenze. Poco sappiamo delle realtà che si muovono in quel territorio, se non quello che si legge sui siti di movimento e sui giornali. Questo poco ci basta, però, per capire che l’operazione che ha portato a 22 provvedimenti di misura cautelare, la maggior parte a studenti universitari incensurati, non è altro che un teorema giudiziario che si scioglierà come neve al sole.

Il tentativo di chi ha ordito questa inchiesta è chiaro, fare di tutta un’erba un fascio, cioè mettere insieme diverse aree politiche, diverse persone, sotto la sigla di anarchici, per sottintendere – ma neanche tanto – l’equazione anarchici uguale terroristi. Un’equazione – e lo diciamo noi che anarchici non siamo – fondata sul niente, se non sulla menzogna.

Conosciamo, però, molto bene uno dei compagni che è finito ai domiciliari. E’ Vittorio Sergi, e anche se negli ultimi anni ha sempre vissuto prima a Bologna e poi a Firenze, lo consideriamo uno di noi. Sì, uno di noi, sia per i legami affettivi e di amicizia profonda, sia per quelli politici.

Vittorio ha sempre messo la faccia in tutte le lotte che ha praticato, una politica radicale, ma sempre fatta alla luce del sole e al fianco dei più deboli.

Nessun teorema giudiziario, nessuna operazione di polizia, nessuna menzogna della stampa, nessuna fantomatica associazione a delinquere fermerà mai Vittorio, i suoi compagni di Firenze, noi e i movimenti dal metterci in gioco quotidianamente per la costruzione di un mondo più decente di questo.

Vittorio libero subito! Liberi tutti!

Mezza Canaja – Senigallia

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FEDERAZIONE ANARCHICA LIVORNESE
(aderente alla Federazione Anarchica
Italiana)
Via degli Asili 33
57126 Livorno

Livorno 06/05/11

Comunicato stampa

La Federazione Anarchica Livornese denuncia l’ennesima operazione contro gli anarchici e gli attivisti impegnati nelle lotte sociali, nelle scuole e nell’università.

La mattina del 4 maggio si conclude l’indagine della Digos di Firenze contro 78 giovani, 5 sono sottoposti agli arresti domiciliari, mentre 17 hanno l’obbligo di firma, il tutto è stato accompagnato da perquisizioni e misure amministrative.

La colpa di questi giovani è di essere stati attivi nelle mobilitazioni di quest’anno, dalla lotta contro le riforme Gelmini, alla lotta contro i centri di espulsione e la repressione, alle lotte a sostegno dei lavoratori.

Mentre il governo italiano invia le truppe in ogni angolo del globo per le proprie guerre imperialiste, con bombardamenti e vittime civili, la Digos di Firenze non trova di meglio che costruire una cervellotica ipotesi di associazione a delinquere per atti non violenti di disobbedienza civile.

Ancora una volta gli anarchici, in prima fila nelle lotte sociali, sono i primi ad essere colpiti dalla repressione dello Stato quando le classi dominanti sono spaventate dalla rivolta popolare: è un copione già visto, alla viglia dell’avvento del fascismo come dopo la Strage di Stato nel 1969 e l’assassinio di Giuseppe Pinelli; dopo gli anarchici toccherà alle altre organizzazioni del movimento operaio e antifasciste.

I rappresentanti dei partiti di governo, quelli che sostengono i bombardamenti in Libia e vogliono parare agli immigrati, quelli che tagliano i servizi sociali per finanziare le avventure imperialistiche, i responsabili della miseria e della disoccupazione in cui vive la maggioranza del popolo, ipotizzano fantomatici collegamenti con attentati misteriosi.

La Federazione Anarchica Livornese invita tutti coloro che hanno a cuore la libertà e la lotta per l’emancipazione degli sfruttati a mobilitarsi per la scarcerazione dei compagni arrestati e per fermare la manovra repressiva.

La Federazione Anarchica Livornese esprime la propria solidarietà allo Spazio Liberato 400 Colpi, alla Rete dei Collettivi fiorentini e a tutti i compagni colpiti dalla repressione.

Per la commissione di corrispondenza
della Federazione Anarchica Livornese
Tiziano Antonelli

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QUELLO CHE ABBIAMO IN COMUNE.

Sull’operazione di polizia contro il movimento fiorentino.

Quello che è accaduto a Firenze – arresti, firme, perquisizioni e denunce a carico di ben 78 persone – non è un fatto circoscrivibile all’attività di un collettivo di facoltà, tantomeno a quella di un’area politica in particolare o, ancora, alle vicende interne di una triste città del centro-Italia. Le persone colpite non sono iscrivibili, _come vogliono stampa e polizia_, a una identità politico-sociale (gli “anarchici” o gli “studenti” in questo caso) e sbaglia di grosso chi, magari pensando di fare un favore agli incriminati, asseconda questa operazione di “profiling”. In realtà l’operazione giudiziaria riguarda chiunque si sia impegnato nell’ultimo ciclo di lotte a Firenze, a prescindere dall’appartenenza a un collettivo piuttosto che a un altro. Per questo sono i movimenti o meglio tutti coloro che, ovunque siano, si sentono parte delle insorgenze del nostro tempo che devono riconoscere questi compagni e compagne come “cosa loro” e ascriverli con forza alla loro intelligenza e alla loro esistenza, cioè alla loro stessa potenza.

Tutti quelli raggiunti oggi dalle grinfie della “giustizia” sono parte di me, di te, di noi. Tutti loro, indistintamente, sono la _nostra_ parte. Perché di questo stiamo parlando e cioè di decine di persone che in questo tempo di rivolte hanno scelto, insieme a migliaia di altri, di scendere insieme in strada piuttosto che continuare a rimuginare solitariamente in qualche social network, di occupare le scuole e le università piuttosto che perdersi nella gestione della protesta, di compiere un gesto di insubordinazione in accordo con il proprio pensiero piuttosto che di limitarsi ad enunciarlo, di far vibrare di rabbia un territorio piuttosto che rinchiudersi a ciarlare tra quattro mura.

Ormai in Italia – e non solo – un qualsiasi sodalizio, la condivisione di una forma di vita, una qualsiasi amicizia che si vuole politica o la semplice circolazione di una sensibilità comune è passibile di essere inquadrata nella dizione “associazione a delinquere”. Guardate infatti gli atti di cui vengono accusati i nostri amici: scritte, blocchi, occupazioni. Nulla di più che le forme naturali di un movimento che voglia incidere nel reale. Nulla di meno che un desiderio collettivo che segue il suo ritmo. Pensateci bene: sono le pratiche di _tutti_ noi. Di tutti noi che abbiamo creduto sia possibile ribellarsi all’intollerabile. Tutto quello che, in questo senso, ha importanza in un movimento, in una lotta o in una rivolta è sempre qualcosa di _comune_. Allora ai “giustizieri” non resta che criminalizzare i legami, legami tra le persone, tra queste e le loro parole, tra queste e un luogo, tra questo e un movimento e così via. L’accusa di “associazione a delinquere” non è solo un mezzo pseudo-giuridico per poter procedere a degli arresti facili: essa in realtà si configura come la volontà governamentale di criminalizzare ogni comune, ogni vera condivisione, ogni relazione che sfugga all’individualismo attraverso cui si governa il “sociale”. Non esiste un movimento che non si fondi sulla comunanza di idee, parole e gesti. Dalle università ai luoghi di lavoro, dai centri sociali alle mille sperimentazioni collettive che continuano, malgrado tutto, a vivere in questo paese pulsa un comune che è più forte di qualsiasi identità o differenza.

Per questo desideriamo essere al fianco dei compagni e delle compagne di Firenze e per questo invitiamo tutti a sentirsi parte insieme a loro, così come loro sono sempre stati parte dei movimenti in cui abbiamo creduto.

Sebbene sia prassi che l’accusa di “associazione” non regga mai alla prova del primo esame, questo non vuol dire che dobbiamo restare passivi, in attesa non si sa di che sviluppi e limitarsi alle parole di prammatica. Comprendere che sono i legami tra le singolarità che si  tessono nelle lotte e che tendono a costituirsi in forme di vita ingovernabili a costituire il vero problema della polizia sociale significa comprendere cosa dobbiamo non solo salvaguardare ma rafforzare. Siamo chiari: non c’è una “lotta alla repressione” che
aspetta di essere intrapresa per l’ennesima volta. La solidarietà non è un insieme di parole sempre uguali messe insieme per l’occasione, ma la capacità di risuonare con ciò che ci tocca e che così diviene parte della nostra vita, dei nostri pensieri, delle nostre parole.

È questo l’augurio che facciamo ai compagni di Firenze e che ci facciamo: di continuare a risuonare sempre più intensamente.

LIBERI TUTTI/E !

Rete Lettere, Roma 3 – Collettivo DAMS – Collettivo Scienze Politiche, Roma 3 – Assemblea Permanente Architettura, Roma 3 – Collettivo Lavori in Corso, Università Tor Vergata – Laboratorio Mappa_Dura, Roma 3 – LOA Acrobax – Partizan – Coordinamento Cittadino Lotta per la Casa

 

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