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Extraordinary retention

Si trovano in Egitto, Arabia Saudita, Iraq e Pakistan. Ma anche nella democratica e insospettabile Europa: in Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca. Sono le extraordinary retention, le prigioni segrete extraterritoriali della Cia in cui finiscono i sospettati di terrorismo islamico e internazionale. Di cui l’intelligence americana non ha mai confermato ufficialmente l’esistenza. Carceri fuori da ogni giurisdizione, in cui sono avvenuti e continuano con ogni probabilità ad avvenire interrogatori serrati. Sedute estenuanti il cui confine con la tortura, fisica e psicologica è labile. Come insegnano i casi di Guantanamo a Cuba e di Abu Ghraib in Iraq. Leggi tutto su Lettera43.

Ormai in Occidente i residui delle democrazie liberali si integrano con strategie carcerarie sempre più arbitrarie, capricciose e «informali». Ne è un esempio minimo anche l’uso recente, a Bologna e a Firenze, della nozione giuridica di «associazione a delinquere» per reintrodurre il reato d’opinione, configurando una stretta repressiva di carattere fortemente autoritario.

Son precedenti gravi che stravolgono persino i capisaldi del diritto borghese. D’ora in poi una qualsiasi serie di reati minori (attacchinaggi, scritte sui muri, manifestazioni e presidi non autorizzati, occupazioni, resistenza, ecc.) potrà essere discrezionalmente unificata in base a una presunta «associazione a delinquere» comprovabile soltanto in base alle opinioni dei suoi presunti aderenti, rendendo così possibile la detenzione in carcere, che diverrà allora la vera sanzione, prima del processo, destinato a risolversi in nulla. Insomma, un uso incoerente, squadrista e vendicativo della «legge».

Del resto, per Daniel Guérin il nazifascismo ha rappresentato l’espressione politica del «grande capitale» che – dinanzi alla crisi – rifiuta e sopprime i propri antichi ideali di «libertà» e «democrazia» ormai incompatibili con l’egemonia borghese: «allora la borghesia distrugge rabbiosamente i suoi vecchi idoli e i teorici dell’antidemocrazia divengono i maestri del suo pensiero». In forme storico-politiche magari differenti rispetto a quelle del Fascismo, a poco a poco ci stiamo arrivando?

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