Dopo la sua fallimentare ascesa in politica con «Fratelli d’Italia», il neofascista Massimiliano Mazzanti torna alle sue solite canzoni.
Venerdì 19 aprile 2013 alle ore 18.00, presso la libreria «IBS.it bookshop» di via Rizzoli 18 (tel: 051.6562578, mail: ibsbologna@ibs.it) l’irriducibile Mazzanti terrà l’ennesima presentazione del suo libro Uno Bianca…
Una carriera tutta al nero: prima capo degli squadristi del FUAN, poi consigliere comunale di AN con Guazzaloca, in seguito aderente a «La Destra», infine responsabile culturale e candidato sindaco di CasaPound Bologna ai tempi in cui la guidava il picchiatore Alessandro Vigliani detto “Chopper” all’insegna del Mein Kampf di Hitler.
Noto alle cronache cittadine per i continui insulti alla Resistenza, per il tentativo di cancellare la parola «fascista» dalla lapide della strage del 2 agosto, per il suo impavido sodalizio con Giovanni Preziosa, di cui «Umanità Nova» ebbe a scrivere nel 1999, senza tema di smentite o di querele, «Giovanni Preziosa, ex picchiatore di compagni e manifestanti, ex amico di Roberto Savi [il capo della Uno Bianca]», Mazzanti ha scritto anni fa un libro sulla Uno bianca solo per negare che fossero fascisti e per difendere l’amico «dottor» Preziosa.
La tesi del libro è semplice. È quella già espressa a caldo da Fabio Savi: «Cosa c’è dietro la Uno bianca? Dietro la Uno bianca ci sono soltanto i fanali, il paraurti e la targa». Nessuna ideologia, nessun retroscena, nessun mandato informale dall’alto. Solo armi e soldi.
È la solita negazione tipica del nazifascismo. Il «fascista in doppio petto» nega il carattere politico della violenza del «fascista di strada» e così le permette di funzionare.
E non è un caso allora che, recentemente, Mazzanti abbia difeso i poliziotti che uccisero Federico Aldrovandi.