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[MO] «Un crimine chiamato antifascismo»

Ormai è un copione fisso. Le Questure autorizzano le ricorrenti provocazioni xenofobe dei neofascisti, e poi le istituzioni manganellano, denunciano, diffamano, processano chi cerca di impedirle. E dietro vi è un chiaro intento politico: quello di normalizzare neofascismo e razzismo come semplici, incontestabili «opinioni».

Anche a Formigine (MO) la sera del 12 dicembre 2014 una trentina di neonazisti, legittimati e scortati dalle forze dell’ordine, hanno aderito a un presidio xenofobo indetto da Forza Nuova proprio di fronte all’hotel in cui sono «ospitati» circa 26 profughi.

Durante le cariche della polizia contro chi protestava, vengono arrestati due antifascisti che saranno processati l’8 gennaio 2015. Un presidio di solidarietà è stato indetto per l’8 davanti al Tribunale da «alcuni/e anarchici/che antifascisti/e»:

«Facciamone invece un’altra occasione per dimostrare la nostra solidarietà ai/lle compagni/e antifasciste sotto processo, per smascherare fascismi e razzismi sotto qualsiasi forma e i loro complici, per ribadire il nostro antifascismo che non si nasconde dietro inutili formalismi e istituzioni».

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