Secondo una schema propagandistico dominante, il «terrorista» viene sempre da fuori, è scuro di pelle, di «fede islamica», appena sceso da un «barcone» e con una cintura esplosiva nascosta.
Sicché non sorprende che abbia avuta ben poca risonanza la notizia che un militante della destra identitaria francese è stato arrestato il 21 maggio scorso con 125 chili di tritolo, 5 kalashnikov, 5.000 proiettili, due lanciagranate anticarro, 100 detonatori e 20 passamontagna. Preparava azioni «contro la politica europea su immigrati, Islam e globalizzazione». Pare volesse effettuare una quindicina di attentati in Francia, attaccando fra l’altro una moschea e una sinagoga. E subito il governo francese ha invitato a prendere la notizia «con estrema cautela». Forse, per loro, non era il terrorista giusto.
Allo stesso modo i media hanno durato un giorno intero prima di ammettere che l’assassino della deputata inglese Jo Cox militava nella destra identitaria e neonazista, e che lo slogan «Britain first!» corrisponde a una precisa ideologia politica. Nel tentativo di spoliticizzare l’omicidio, si è parlato invece del gesto di un «folle», di un «squilibrato»…
Del resto, un’accurata inchiesta del Royal United Services Institute for Defence and Security e dell’Università di Leiden ha dimostrato che lo stragismo neonazista e neofascista in Europa è altrettanto pericoloso e persino più letale del terrorismo fascioislamista.
Delle 72 stragi effettuate di recente in 31 paesi europei, quelle di ispirazione religiosa hanno provocato solo l’8% dei decessi, mentre gli attacchi terroristici della destra razzista e identitaria sono in minor numero, ma hanno causato poco meno del 50% dei decessi.
Ovviamente non se ne parla e anzi, in gran parte dei paesi europei, gli apparati di Stato sono stati più volte trovati con le mani in pasta. Né fa gioco parlarne visto che, per garantire i profitti e i privilegi di pochi, oggi la politica, i panebianchi e i media cercano solo di propagandare guerra, discriminazioni e razzismo…
A riprova, basta spulciare il «Bilancio di un anno di attività della Polizia di Stato di Bologna» e ci si rende subito conto che lo Stato è interessato principalmente a reprimere chi protesta e chi lotta per una vita più giusta.
A Bologna, a fronte di poche operazioni – qualche decina in un anno – per reati contro il patrimonio e di rare operazioni antidroga – qualche decina, prevalentemente a carico di piccoli spacciatori immigrati, – si può vedere come il grosso dell’attività di polizia sia dedicato all’antagonismo. Infatti ci sono molte più denunce e forze impegnate contro i movimenti sociali di quante non ve ne siano per la tanto dibattuta questione della «sicurezza»…
A volte i numeri sono più eloquenti di tanti discorsi.
Anche i legami di Farage con il fascista maledetto sono interessanti…
http://blacktrianglecampaign.org/2016/06/17/nigel-farage-mep-linked-to-jo-coxs-killer-through-extreme-right-springbok-club/
…insieme al fatto che Jo Cox stesse per presentare in parlamento un report sull’estrema destra in GB.