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Bologna Irredenta: la propaganda sulle foibe approda nelle scuole dell’Emilia-Romagna

Ormai è scritto persino sui libri di storia che chi vuol governare ha tre validi strumenti per garantire il proprio potere: la repressione, la discriminazione di soggetti socialmente deboli contro cui indirizzare il malcontento e il nazionalismo.

Una trinità che a Bologna il Partito Democratico ha fatto ampiamente propria. Sgombera le occupazioni abitative e gli spazi sociali. Manda la celere contro chiunque, lavoratori o studenti, provi a protestare. Dedica il proprio tempo a scrivere ordinanze proibizioniste e a invocare telecamere, camionette e militari armati ad ogni angolo. Non contenti, per nascondere le politiche di tagli all’assistenza sociale, la precarizzazione del lavoro e l’aberrante speculazione edilizia – con annessi e connessi di inquinamento a livelli stratosferici – scatena campagne terroristiche contro venditori di birra, lavavetri e persone che chiedono l’elemosina.

Infine, per sancire il proprio ruolo di «Partito della Nazione», mancava solo una bella tinteggiata di nazionalismo e irredentismo.

Già dovrebbe dare da pensare la schizofrenia di presentarsi in pompa magna alle commemorazioni del 25 aprile e del 2 agosto mentre poi la giunta del PD ha sempre garantito piena agibilità ai gruppi neofascisti nella città che governa.

Senonché si tratta di una contraddizione apparente: l’antifascismo del PD è un antifascismo tricolore e apolitico, un antifascismo da commemorazione che non impegna a nulla, né a ricordare il colonialismo stragista del Fascismo in Africa e nei Balcani, né a condannare le odierne violenze e pestaggi neofascisti.

L’ingrediente base del nazionalismo è, si sa, il vittimismo che serve a deresponsabilizzarsi e a demonizzare l’altro per giustificare le proprie mire.

In questo senso, da qualche anno a questa parte, stiamo assistendo a un sempre maggiore impegno nella costruzione del mito delle «Foibe» come un immaginario «genocidio di italiani» e non come un evento minore della guerra che l’Italia fascista scatenò nei territori jugoslavi. Come un dogma e non come un fatto storico da indagare con i metodi della storiografia moderna.

Ora pare che il PD bolognese, dopo aver superato a destra Bignami & Lega Nord nel promuovere lo sgombero di XM24, voglia appropriarsi anche dei discorsi preferiti di Forza Nuova & CasaPound sulle «Foibe». Infatti, secondo il «Corriere di Bologna», l’Ufficio Scolastico dell’Emilia Romagna e l’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia stanno «per chiudere un accordo con l’Ufficio scolastico per organizzare un corso di formazione per i docenti delle superiori». Un’Associazione così serena e obiettiva sull’argomento che, nel suo Statuto, auspica addirittura un’azione per «agevolare il ritorno delle Terre Italiane della Venezia Giulia, del Carnaro e della Dalmazia in seno alla Madrepatria».

Insomma, mentre mancano i fondi per ristrutturare gli edifici scolastici o per assumere abbastanza personale scolastico anche solo per raggiungere il livello minimo e per non pigiare trenta studenti per volta in una classe, di certo non mancano i soldi per promuovere un bel Minculpop odierno al servizio della propaganda nazionalista, né la faccia tosta di stupirsi poi regolarmente che razzismo, bullismo e squadrismo prendano sempre più piede nelle scuole.

Non mancheranno «una ventina di iniziative, tra la città di Bologna e la provincia», fra cui «grazie al bando di concorso destinato alle scuole saranno premiate sei classi il 10 febbraio in Sala Rossa di Palazzo D’Accursio, prima della seduta solenne del Consiglio comunale, a cui parteciperà il professore emerito dell’Alma Mater, Giuseppe De Vergottini. Gli studenti riceveranno una borsa di studio e parteciperanno al viaggio a Trieste, Pola e Rovigno, incontrandosi con le comunità italiane del luogo. L’iniziativa ha ricevuto un contributo da parte del Consiglio comunale». Non a caso vi sarà Giuseppe De Vergottini, un emerito massone… un barone inquisito per concorsi truccati

Chissà, alla prossima «commemorazione partigiana» i rappresentanti delle istituzioni locali nate dalla Resistenza potrebbero andare in confusione, magari complice qualche spritz di troppo, e dichiarare che vent’anni di dittatura furono guidati dai lavavetri e che la strage di Sant’Anna di Stazzema fu compiuta da centri sociali e immigrati… Ma sicuramente, non si confonderanno nel prendere le distanze da chi combatte i fascisti culturalmente, politicamente e per strada, preparandosi magari a concedere una piazza a Roberto Fiore implicato a suo tempo nello stragismo nero o a Matteo Salvini con le sue continue istigazioni all’odio e alla discriminazione.

Ora e sempre resistenza!

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