Non solo a Bologna la festa della Liberazione ha visto quest’anno vandalismi e provocazioni delle bande neofasciste, nella sostanziale indifferenza delle istituzioni impegnate in politiche sempre più odiose di «sicurezza» e «decoro urbano». È accaduto anche al Casone del Partigiano di San Pietro in Casale.
SCRITTE FASCISTE LUNGO LA STRADA DEL CASONE PARTIGIANO
Nei giorni tra il 25 aprile e il 2 maggio lungo Via Castello, strada che da Rubizzano, località di San Pietro in Casale, porta al Casone del Partigiano, sono comparse delle scritte inneggianti al duce e contro la resistenza.
Da anni lungo il tratto di strada che porta al Casone sono presenti delle scritte che rievocano la resistenza, la lotta partigiana, l’antifascismo e la pace. Le prime furono realizzate da Alfonso Saccenti, partigiano operante nel battaglione Tolomelli della 2° Brigata Paolo e cittadino di San Pietro in Casale, che, insieme alla moglie Osanna Lambertini, si è preso cura dell’area del Casone. Proprio ad Alfonso è stato intitolato il Parco della Memoria del Casone Partigiano, per la sua dedizione e volontà nel mantenere viva una memoria che sempre meno appartiene alle nuove generazioni.
Dopo la sua morte, avvenuta nel 2011, le scritte sono state ripetutamente ‘rinfrescate’ da chi evidentemente ne condivide l’importanza e ne ha compreso l’efficacia. Per molt* di noi quella strada è parte integrante del Casone, le scritte sull’asfalto uno strumento che da subito connota il contesto in cui ci si sta muovendo. Nel corso del tempo a quelle esistenti si sono aggiunte altre frasi, tra le ultime compare un ‘W le partigiane e i partigiani’, ‘Mai più guerre’ e ‘Bandiera Irma’ accompagnata da un cuore.
Recentemente qualcuno ha manomesso le iscrizioni cancellandole, modificandole e aggiungendo altre frasi di carattere esplicitamente fascista quali ‘W il duce’, ‘W Antifascismo’, ‘comunisti di merda’ e per finire ‘Abbasso la resistenza’. Passare per via Castello e vedere queste nefandezze è roba da voltastomaco, un’offesa a quella memoria storica che tanto si cerca di coltivare, un attacco diretto alla lotta antifascista di ieri e di oggi.
Ricordiamo inoltre che già in passato l’area del Casone era stata danneggiata da un incendio doloso per mano fascista, al seguito del quale i comuni del territorio hanno costruito all’interno del Parco un edificio per accogliere scuole e realizzare percorsi didattici sulla Resistenza.
Quella strada non può restare così! Quella strada è di tutte le cittadine e i cittadini antifascisti e vogliamo che continui ad esserlo!