In pochi mesi CasaPound ha aperto decine e decine di sedi in tutt’Italia e ha ampliato le sue attività squadristiche e di reclutamento. Anche a Piacenza CasaPound ha aperto una sede scegliendo, secondo una strategia consolidata, una posizione adiacente a licei e istituti tecnici. Oggi infatti il neofascismo mira a reclutare e manipolare le persone più giovani. Ed è evidente che dietro vi è una pianificazione quasi aziendale, vi sono soldi e protezioni dall’alto, che consentono al neofascismo di crescere sul doppio livello della politica legale e della violenza squadrista. A Piacenza, sabato 10 febbraio dalle ore 15 si terrà un corteo antifascista con concentramento nella piazza della Stazione (Piazzale Guglielmo Marconi). Esserci è importante!
CasaPound NOT Welcome! Corteo cittadino Piacenza
CasaPound, partito dichiaratamente neofascista, ha aperto la sua sede a Piacenza.
Un fatto che sorprende solo i più sprovveduti, visto il tappeto rosso steso dai media nell’ultimo anno e gli ingenti canali di finanziamento che gli squadristi del 21° secolo possono vantare, nonché le relazioni conclamate con la malavita organizzata (recente l’episodio legato al “clan Spada” di Ostia).
Ma cosa si nasconde dietro questo “fascismo patinato”? Il solito vecchio fascismo tutto violenza e annichilimento del diverso.
• A Firenze, nel dicembre 2011, il neofascista Casseri di CasaPound, uccide a colpi d’arma da fuoco Samb Modou, 40 anni, e Diop Mor, 54 anni.
• A Roma, nello stesso anno, il neofascista Ceniti, già dirigente di CasaPound, uccide a colpi d’arma da fuoco il broker Silvio Fanella, 41 anni.
• A Cremona, nel gennaio 2015, sessanta esponenti di Caspound armati di mazze e bastoni riducono in coma Emilio Visigalli, un uomo di 49 anni con 3 figli colpevole di essere un esponente di un centro sociale antifascista.
• A Fermo, nel luglio 2016, il neofascista Mancini, vicino a CasaPound, uccide a pugni Emmanuel Chidi Namdi, 36 anni, profugo nigeriano.
• Oltre a questi casi, avvengono ogni giorno un numero incalcolabile di provocazioni, insulti sessisti e razzisti, aggressioni in gruppo, pestaggi ai danni di immigrati e studenti di sinistra.
A Piacenza, da quando si è costituito il nucleo di CasaPound è iniziata una spirale di provocazioni continue con un paio di situazioni di contatto fisico con studenti di sinistra (fortunatamente non sfociate in lesioni), continue provocazioni via web (con tanto di foto di gruppo in cui si mima l’uso di armi da taglio) e addirittura episodi di stalking via posta elettronica a ragazze di 16 anni colpevoli di non accettare la retorica neofascista.
Episodi a cui la cittadinanza sinceramente democratica e i movimenti sociali piacentini hanno sempre reagito con fermezza e decoro, evitando di farsi trascinare in spirali di odio come voluto dai neofascisti o di innescare insulse “guerre per bande”.
Rifiutiamo la logica fascista dell’agguato, del pestaggio, della caccia all’uomo, della violenza sul diverso.
Ma l’apertura di un covo di reclutamento fascista è uno scarto in termini qualitativi che pone la cittadinanza piacentina di fronte a un bivio: alzare la voce, chiedendo l’immediata chiusura di una centrale di odio collegata a un partito pluri-invischiato in fatti di sangue, o stare zitti e accettare che l’odio, l’ignoranza storica, la violenza germoglino nella propria città.
Le istituzioni cittadine hanno già ampiamente dimostrato di essere insensibili ai valori su cui dovrebbe fondarsi la convivenza: si ricordano la rivendicazione della dittatura da parte di un noto consigliere comunale di maggioranza o l’organizzazione della vergognosa iniziativa “Defend Europe” da parte dell’assessore Zandonella, risoltasi in un raduno neonazista che omaggiava chi spara sui barconi dei disperati nel Mediterraneo.
Non abbiamo quindi alcuna fiducia nelle istituzioni stesse, ne vogliamo delegare la necessaria difesa di valori quali la solidarietà sociale, l’eguaglianza, l’antirazzismo (cui CasaPound naturalmente si contrappone).
Ci appelliamo quindi a tutti i giovani, gli immigrati, i lavoratori, i gruppi di sincero sentimento antirazzista affinché SABATO 10 FEBBRAIO, A PARTIRE DALLE ORE 15 DAL PIAZZALE DELLA STAZIONE, un corteo determinato attraversi la città medaglia d’oro della Resistenza ribadendo che non accettiamo le parole di odio e non permetteremo un ritorno agli anni bui della violenza fascista, delle leggi razziali, del tradimento del popolo italiano e della distruzione totale del paese ad opera dei nazifascisti.