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[BO] mer 21 mar h.20: proiezione del film «Una generazione scomparsa» di Daniele Biacchessi e Giulio Peranzoni

Proiezione del film di Daniele Biacchessi e Giulio Peranzoni «Una generazione scomparsa – i mondiali in Argentina del 1978», organizzata dal Coordinamento antifascista Murri e dal Nodo Sociale Antifascista per mercoledì 21 marzo 2018, dalle ore 20.00, presso la Sala del Baraccano in via Santo Stefano 119.

A seguire dialogheremo con l’autore e regista Daniele Biacchessi e con Simone Cuva e Patrizia Dughero di 24marzo.it.

«Nosotros no ganamos par esos hijos de puta. Nosotros ganamos para nuestra gente».
(Cesar Luis Menotti)

«La dittatura militare argentina godeva di buona salute e per provarlo organizzò l’undicesimo campionato del mondo di calcio. Parteciparono dieci paesi europei, quattro americani, Iran e Tunisia. Il Papa inviò la propria benedizione. Al suono della marcia militare, il generale Videla decorò Havelange nella cerimonia di inaugurazione nello stadio Monumental di Buenos Aires.

Ad alcuni passi da lì, era in pieno funzionamento l’Auschwitz argentino, il centro di tormento e sterminio dell’ESMA, la Scuola Meccanica dell’Esercito. E alcuni chilometri più in là gli aerei gettavano i prigionieri vivi in fondo al mare.

Alla fine il mondo può vedere la vera immagine dell’Argentina”, celebrò il presidente della Fifa davanti alle telecamere. Henry Kissinger, invitato speciale, annunciò: “Questo paese ha un grande futuro”. E il capitano della squadra tedesca, Berti Vogts, che diede il calco d’inizio, alcuni giorni dopo dichiarò: “L’Argentina è un paese dove regna l’ordine. Io non ho visto nessun prigioniero politico”».
(Eduardo Galeano)

Ed è di qualche giorno fa la conferma, quarant’anni dopo, che nel 1978 la dittatura argentina si comprava le partite del Mondiale nel tentativo di dare un’immagine normale e vincente di sé…

Il calciatore peruviano Velasquez rivela: «Venduta la sfida del Mondiale ’78 con l’Argentina». Ogni fascismo, mentre mette in atto i suoi rituali di morte e di strage, ha bisogno di dare un’immagine fittizia e rassicurante di normalità, di equità e di salute. E forse non è solo una cosa del passato…

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